SOGNI PER L'ANNO NUOVO.Appunti di tirocinio con il Centro Italiano Sviluppo Psicologia.Programma
radio del 12 Gennaio 2012
La
tematica della giornata era sui propositi del nuovo anno e si è divisa
in due parti. Il nuovo anno, in genere, porta porta tanto entusiasmo,
voglia di novità, di miglioramento e tanta voglia di fare. Ma c’è
invece chi vive l’arrivo del nuovo anno, carico, di ansia e depressione per tutti i sogni,
come al solito, non realizzati. Puntualmente, si arriva alla fine
dell'anno, sperando sempre che quello nuovo vada diversamente meglio. Ci
si pone degli obiettivi, spesso più grandi di quelli che si è in grado
di realizzare e come ci si può immaginare, si rimane delusi. E
allora ecco che è utile mettere in atto delle strategie per “far
funzionare” al meglio il nuovo anno. Lo stratagemma di cui
bisogna tener conto è quello del "partire
dopo per arrivare prima". Ovvero, non
crearsi delle grandi aspettative (partire dopo), piuttosto porsi degli obiettivi concreti e raggiungibili (per arrivare
prima). Ciò eviterà che si crei il solito circolo vizioso
(aspettativa->delusione dell’aspettativa), che ha come effetto
l’inevitabile delusione e lo scoraggiamento. Inoltre, riuscire a
realizzare dei piccoli obiettivi, contribuirà anche a rafforzare
l’autostima, fornendo quel carburante che permetterà di andare avanti
serenamente e continuando a mantenere la voglia di fare. Inutile quindi
crearsi false aspettative, meglio piuttosto porsi in un atteggiamento
senza aspettarsi niente, qualcuno direbbe, aspettarsi il peggio per
scaramanzia, ma cercando al tempo stesso di mantenere la grinta e
l’entusiasmo che abbiamo dentro. Ma cosa “mantiene vivi” i
nostri buoni propositi? Sicuramente un ruolo cruciale in questo è da ascrivere
alla motivazione,
ovvero quell’insieme di fattori che dirigono il nostro comportamento
verso una data meta. Quindi per portare a termine il nostro proposito
dovremmo essere altamente motivati e quindi avere l’intenzione
cosciente e consapevole di raggiungere il nostro obiettivo e di
mantenerlo nel tempo. Tuttavia oltre al nostro desiderio ed alle nostre
intenzioni sarà utile analizzare le nostre aspettative su noi stessi e
cercare di “ridimensionarle” tenendo in considerazione quelle che
sono le nostre reali potenzialità. Nella seconda parte abbiamo
sottolineato l’importanza di iniziare il 2012, soprattutto per i
migranti, consapevoli di se stessi e di quella che è la propria casa,
ovvero il luogo in cui abiti ogni giorno. Solo in questo modo sarà più
facile far sentire l’affetto ai cari lontani, rafforzare i legami
affettivi, alleviare i momenti di tensione dovuti alla mancanza e alla
lontananza dei parenti senza farsi carico dei problemi che non sono
risolvibili a distanza. La scelta di darsi del tempo per riflettere e
analizzare la propria vita è garante di una tranquillità persona e
collettiva che permette di ascoltare e assistere i cari nelle situazioni
di difficoltà e nei momenti di sconforto. Si deve pretendere di fare
tutto e subito cadendo nelle azioni di routine facendo sì che ci siano
poi momenti in cui non si sa cosa fare e si perde l’attenzione verso i
propri bisogni. È necessario quindi avere cura di se stessi (non bere,
dedicarsi alla cura della propria persona, fare sport, rilassarsi
allontanando lo stress). Un altro aspetto è quello della gestione delle
spese, senza sperperare ad esempio durante i saldi o investire troppo
rischiando di indebitarsi. Riassumendo, è fondamentale
collocarsi realmente nella realtà attuale, sapendo che durante l’anno
ci saranno guadagni e perdite. È inoltre utile fare il bilancio degli
scopi rispetto alle aspettative iniziali e domandarsi se è valsa la
pena migrare in Italia. L’obiettivo chiave del 2012 è quello,
pertanto, di adottare l’Italia come seconda patria, valorizzando gli
aspetti positivi quali la conoscenza di un’altra lingua, diversa
cultura, gente nuova vivendo l’interculturalità. Abbiamo concluso con un
piccolo intervento sulla difficoltà dovute al periodo storico,
soprattutto per i giovani e la loro collocazione nel mondo del lavoro.
Ma, alla luce di quanto precedentemente espresso, in caso di iniziale
fallimento non bisogna demordere! Continuiamo a perseguire i nostri
“auspicati” cambiamenti magari ridimensionandoli un po’ alle
nostre energie e possibilità. Diamoci sempre un’altra opportunità
per raggiungere il “cambiamento”.
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