OBESITA’, EPIDEMIA DEL TERZO MILLENNIO, INTERPRETAZIONE DELLA PSICOGENESIdi Mariantonietta Fabbricatorealtre sensazioni fisiche e la seconda è la mancata consapevolezza di vivere la propria vita. Il processo di apprendimento del comportamento alimentare ha inizio alla nascita ma non riguarda solo la prima infanzia, interessa anche tutta la fanciullezza e il suo contenuto riguarda tutta la vasta gamma delle esperienze che caratterizzano la vita umana. Quanto più vasta sarà stata l’area delle risposte appropriate alle svariate espressioni delle sue necessità e dei suoi impulsi tanto più il bambino sarà in grado di differenziare e identificare le sue esperienze fisiche e altre sensazioni. La mancanza di risposte congrue alle sue necessità priva il bambino, che si sviluppa, delle basi essenziali su cui costruire la propria “identità fisica” e la consapevolezza percettiva e concettuale delle proprie funzioni. In questo modello teorico dell’interazione tra figlio e madre il bambino è considerato “partecipante attivo” del suo sviluppo e la consapevolezza di sè come individuo a sè stante può nascere solo dall’esperienza e dalla continua interazione con quanto lo circonda. A riguardo della seconda caratteristica dei pazienti con disordini della condotta alimentare Bruch H. spiega che ogni madre esprime il concetto che ha del proprio bambino attraverso la maniera di alimentarlo e a lungo andare lo comunica al bambino. Così il modo di dar da mangiare al bambino diventa un sistema di messaggi che informano il bambino di ciò che la madre pensa di lui e di ciò che lo circonda. Un tratto comune delle madri di giovani con disturbi del comportamento alimentare era proprio quello di aver imposto al figlio il proprio concetto rispetto a quelli che sarebbero stati i suoi bisogni. Spesso il bambino è considerato un bene prezioso a cui si debbono le cure migliori ma nello stesso tempo non gli viene riconosciuta la propria individualità. Se i genitori non accettano le scelte alimentari del figlio e fanno prevalere sui bisogni e desideri del bambino i loro schemi educativi e le loro convinzioni alimentari operano una prima forzatura della personalità del bambino che si trasformerà successivamente nel mancato riconoscimento delle sue scelte di vita (21) Quindi i disturbi della percezione della fame si sviluppano da inesatti modelli di feedback reciproco nei rapporti tra madre e figlio.Molto interessanti sono gli studi di Montecchi (23) a riguardo delle origini psicologiche e psicodinamiche dei disturbi del comportamento alimentare nei quali si sostiene che la vita del bambino inizia già prima della sua nascita biologica, infatti alla nascita egli ha già un gran numero di informazioni ed esperienze emotive che ha ricevuto ed accumulato sin dal momento del concepimento. Queste esperienze vengono trasmesse dalla madre attraverso canali sensoriali e vascolari. Ogni variazione dello stato fisico e dello stato emotivo materno viene percepita dal feto come un messaggio piacevole o spiacevole, e questa è già una prima forma di comunicazione con la madre. La madre non comunica al figlio solo le proprie esperienze personali ma svolge anche un ruolo di mediatore tra il feto ed il mondo esterno nel senso che nella comunicazione tra madre e figlio sono presenti elementi relativi alle storie personali dei genitori, al momento evolutivo della coppia e ai rapporti sociali che questa intrattiene. Spesso il bambino è vissuto fantasticamente dai genitori e da quanti fanno parte del nucleo familiare prima ancora del suo concepimento. Si forma in questo modo l’immagine di un bambino diverso da quello che sarà il bambino reale, carica di contenuti emotivi, che alla nascita peserà sul bambino reale. Nei mesi di gravidanza la madre deve confrontarsi con la propria trasformazione corporea e con la percezione fisica del feto. Le esperienze fatte in questa fase rappresentano la base della comunicazione che si instaurerà successivamente tra la madre ed il suo bambino, ed è questo, secondo Montecchi (23), il primo passo che porterà la madre a comprendere empaticamente i bisogni del nascituro e a provvedervi nella giusta misura. La gravidanza è un momento particolarmente importante nella vita della donna infatti sembra riattivare la memoria inconscia della propria nascita e del rapporto instaurato con la propria madre (24). Questo movimento regressivo è considerato funzionale per l’acquisizione della capacità di comprendere empaticamente il figlio e per sviluppare quella funzione che Winnicott (20) ha definito “preoccupazione materna primaria”. Questa funzioni viene appresa regredendo alla propria esperienza di figlia e di feto. Secondo Montecchi se la donna ha avuto però un rapporto difficile con la propria madre la regressione acquisterà caratteri più o meno problematici, che potranno fare da base all’insorgenza di disturbi nel figlio fino alla eventuale strutturazione di una patologia. Pertanto la regressione è da un lato funzionale alla donna per acquisire le competenze e le capacità necessarie ad assumere la sua funzione materna ma dall’altra causa un ripristino delle proprie aree psichiche problematiche, che rendono difficile proprio l’acquisizione delle competenze materne. La futura madre ha bisogno di essere aiutata a vivere questa fase e la possibilità di una trasformazione della situazione passa attraverso il terzo componente della famiglia: il partner. Il futuro padre dovrebbe assumere il ruolo di tramite tra la madre e il mondo esterno, e diventare l’elemento trasformante delle angosce presenti nello spazio psichico della donna. In questa fase spetta al padre il compito di fornire alla donna il modello corretto da utilizzare nella costruzione del rapporto con il figlio. Tuttavia può succedere che questa funzione paterna, come quella materna, possa essere alterata da pensieri angosciosi, infatti esiste anche un mondo fantastico del padre che sottende problematiche irrisolte. La gravidanza può rappresentare un momento critico nella vita e nella relazione della coppia e può fare insorgere delle risposte emotive anche nel padre. Se ad esempio la donna assume nella mente del partner delle valenze materne, egli può percepire il figlio, con sentimenti di gelosia e rivalità come se si trattasse di un fratellino. Altre volte il padre può invidiare il fatto che la gravidanza rappresenti una esperienza che assegna alla donna un primato e per contrastare questa situazione rende sempre più competitivo il loro rapporto. Però spesso l’unica area in cui l’uomo sente di poter superare la creatività femminile è quella del lavoro e pertanto succede che si impegna di più nella vita professionale, con la conseguenza di lasciare sola la compagna con le proprie paure (24).Per Montecchi (23) dopo la nascita inizia per il lattante, attraverso l’alimentazione, un processo di apprendimento che si estende a molte funzioni. Infatti nel lattante la cavità orale ha due diverse funzioni, entrambe fondamentali per la sopravvivenza, la prima è la suzione necessaria per la sopravvivenza fisica, la seconda è la percezione del contatto che fa da base allo sviluppo delle altre modalità percettive che sono il gusto, l’odorato, la vista e l’udito.Renate Gockel (25) riconosce all’atto di
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