LA
CAPOEIRA, GIOCO-DANZA-LOTTA.
UNA
SORTA DI TERAPIA COMUNITARIA
Dott.
Matteo SIMONE
Psicologo clinico e dello sport, Psicoterapeuta
Gestalt ed EMDR
La Capoeira nasce in Brasile come arte marziale praticata dagli schiavi
africani che si esercitavano tra di loro a combattere mentre erano
reclusi in celle molto basse.
La Capoeira
era vietata perché si
temeva che gli schiavi si preparassero troppo bene a combattere e questo
non era accettabile per le autorità locali, così quando i capoeiristi
si accorgevano di essere visti simulavano di danzare.
Nel 1770 ci fu il primo
riferimento alla Capoeira come manifestazione di lotta degli schiavi
brasiliani. Il 25 aprile del 1789 ci fu il primo arresto di un
capoerista di nome Adao per il solo fatto di essere un lottatore di
Capoeira.
Il 28 settembre del 1871 una
legge stabilì che i discendenti degli schiavi ce nascessero a partire
da quella data sarebbero liberi e il 13 maggio del 1888 una legge
liberava tutti gli schiavi.(1)
Con l’abolizione della schiavitù e l’instaurazione della Repubblica,
la capoeira non cessò di essere perseguitata, continuando ad
essere considerata come una pratica criminale, punita con la prigione in
base al l Codice Penale della Repubblica degli Stati Uniti del Brasile
del 11/10/1890, articolo 402.
“Capoeira: Gioco atletico individuale, con
sistema di attacco e difesa. Capoeirista: Lottatore di capoeira.”(2)
Una delle origini circa il
termine capoeira è il nome del cesto che coteneva le galline Capoeyra,
in quanto dopo la proibizione della schiavitù si continuava a giocare
la capoeira soprattutto in strada e succedeva che coloro che portavano
il cesto chiamato capoeira lo posavano a terra ed iniziavano a giocare,
non si dice combattare e nemmeno danzare ma giocare.
“La capoeira fu creata nella clandestinità come
spressione culturale di resistenza, era una lotta di un povero che non
accettava la condizione di schiavo”.(3)
Per diverso tempo è stato
vietato giocare la capoiera ma poi è stata riconosciuta sia come sport
nazionale che come approccio psicoeducativo.
Nel
1936 il presidente Getúlio Vargas, cercando appoggio dalla popolazione
povera, permise la prática della capoeira revocando l’articolo 402
del Códice Penale del 1890. Manoel dos Reis Machado, conosciuto come
Mestre Bimba inaugurò l’allenamento della capoeira nelle scuole ma
Bimba non usava il nome di capoeira bella scuola, la chamava Luta
Regional Baiana, oggi conosciuta come Capoeira Regional. Mestre Bimba
mostrò al mondo intero che la capoeira era educazione e contribui a far
praticare capoeira all’Università di Medician dello Stato di Bahia.
Nel 1996
gli fu conferito il titolo di Dottore “Honiris Causa” post morten.
“Attualmente, la capoeira ha più di 5 milioni
di praticanti nel Brasile ottenendo riconoscimento come attività
pedagogica e disciplina nelle università.”(4)
La capoeira quindi è un
arte marziale, può sembrare una danza ma è anche una modalità di
comunicazione, di stile di vita, di aggregazione multiculturale ed ha
delle regole da rispettare, delle tradizioni ed una sua etica.
Per il principio di
bipolarità, tutto il movimento nella capoeira impica sia attacco che
difesa e principalmente neutralità.
La capoeira non è solo giocare ma è anche suonare, cantare, conoscere
la storia, educazione, insomma è un mondo che accomunca, sostiene,
contiene, accudisce, per alcuni può essere considerato un posto sicuro,
un rifugio.
“A capoeira apresenta aos seus praticantes
experiências e sentimentos com base a interpretação dos seguintes
elementos:
a)
Capoeira
como um jogo (luta e dança);
b)
Capoeira
como música (tocando instrumentos musicais; cantando e batendo palmas);
c)
Capoeira
como grupo (os participantes);
d)
O
mundo social entendido através da capoeira.”(5)
Personalmente la considero
una sorta di terapia comunitaria in quanto per i neofiti che si
avvicinano a questo sport c’è quasi una presa in carico da parte del
maestro o istruttore ed anche da parte del gruppo.
C’è un passaggio di informazioni, di insegnamento, di modalità di
stare con l’altro, di guardare l’altro, di stare in circolo chiamata
“RODA” ed anche di stare nella RODA giocando con l’altro.
Nel Centro Educazionale di Guará il professor
Francisco de Assis Júnior, conosciuto come Tony Guará, afferma di
essersi salvato da una vita criminosa per la prática della capoeira e
oggi sensibilizza i suoi allievi all’importanza del rispetto e della
qualità della vita. (6)
Ci sono alcuni aspetti molto importanti nella
capoeira quali il movimento base che è la “GINGA”, trattasi di un
movimento con una gamba piegata in avanti e l’altra distesa
all’indietro che permette una sorta di stabilità e allo stesso tempo
fluidità dalla quale è possibile poter fare qualsiasi cosa, infatti da
questa posizione alternata destra/sinistra si è pronti innanzitutto ad
osservare l’antagonista ma si è pronti anche sia ad attaccare che a
schivare eventuali attacchi dell’avversario.
Senza ginga non esiste la
capoeira, dalla ginga nascono tutti i movimenti della capoeira, sia i
movimenti di attacco che di difesa, la ginga è tutto nella capoeira,
serve per studiare l’avversario, identificare la miglior opportunità
per attaccare,.
Nella capoeira, come dice Thiago, l’istruttore bahiano del gruppo
“RACA” che tiene corsi a Roma presso la palestra Amatori 80 di via
delle Acacie e presso il Centro di Iniziative Popolari di via delle
Ciliege Roma, non c’è vincita o perdita ma c’è un gioco che
consiste nello schivare, nell’evitare, nell’uscire dalle situazioni
che appaiono difficili, così come succede nella vita reale dove a tutto
c’è una soluzione, bisogna avere un’apertura mentale, crederci e
provare, in ogni caso gli altri sono pronti e disponibili ad aiutare.
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