PILLOLE
DI FELICITA'
Manuela
Lorio, Gianluca Raffa e Chiara Lorio
Con questo primo articolo inauguriamo una serie di lavori per cercare di
fare chiarezza su un tema caro a tutti noi sin dalla primissima
infanzia, quando sin da bambini, le ninna nanne preferite ci parlano di
felicità, di sogni e di desideri che magicamente si
avverano:"Anche se appare triste il presente, se speri fermamente,
il sogno realtà diverrà!" L'infanzia ci abbandona e presto
dobbiamo cominciare a fare i conti con la realtà, e a volte,
soprattutto nei momenti più duri, e' facile tornare a sognare come
Cenerentola,che una splendida fatina, con un colpo di bacchetta magica,
possa trasformare per incanto la nostra realtà. E ognuno, a modo suo,
cerca di ritagliarsi un proprio modo per conquistarsi pillole di felicità.
Ma qual è il segreto della felicità, qual è la sua chiave di accesso?
C'è chi ricorre a noi psicologi per lavorare sulle proprie emozioni, c'è
chi ricorre a una vita di fantasia negando la realtà e chi affida il
proprio destino a fantomatici maghi e alchimisti che con una palla
magica e un mazzo di carte credono di regalare a ognuno un momento di
felicità estrema. Psicologi e maghi sullo stesso piano? In questo primo
articolo ci siamo dedicati a cercare analogie e differenze, accettando
impavidamente la sfida che ogni giorno ci viene lanciata attraverso gli
schermi e ad ogni angolo della strada. "Fra una settimana
divorzio...come finirà?" "Il mio ragazzo mi ha
lasciato....tornerà?""Sono disoccupato...troverò un
lavoro?"Queste e mille altre domande risuonano e riecheggiano sul
video di tante TV private, dove a rispondere ci pensano Miriam, Luise,
Rosalba e altri volti belli o meno belli, più o meno giovani, più o
meno simpatici, ma tutti accomunati da una stessa caratteristica:saper
regalare "pillole di felicità". Bastano poche parole e una
manciata di sorrisi a profusione per far credere a Giovanni che
finalmente troverà il lavoro della sua vita, Maria scoprirà che Guido
non fa per lei; Giovanna troverà l'uomo della sua vita. E questo avverrà
forse fra due ore, due giorni, due mesi o due anni... ma che cosa
importa? L'importante è illudersi per qualche secondo che tutto ciò
sia realizzabile e che per un colpo di bacchetta magica o per una carta
dai colori più vivaci, tutto possa cambiare. Loro, i dispensatori di
felicità conoscono l'importanza di un sorriso, sanno trasformarsi in
ogni momento nell'amico che manca o nella madre amorosa, e basta una
data di nascita e un segno zodiacale per far sì che le
"pillole" prendano forma. Ma quanto durano queste pillole di
felicità? Mario nonostante ne abbia fatto una buona scorta, continua a
lavorare nello stesso panificio; Giovanna, che ne ha comprato un
barattolo anche per la madre e la vecchia zia, finalmente si sente
importante: ogni giorno, in diretta televisiva, chiama la mitica amica
Rosalba, e con voce tremante le domanda un aiuto per prendere decisioni
importanti, e nel frattempo sente di essere diventata "quasi
famosa". Peccato però che Guido non è tornato da lei, e chi sa
perché ogni sera si ritrova davanti a quel maledetto frigorifero
aperto, cercando di colmare quel vuoto che ancora non riesce ad
abbandonarla. E noi psicologi, che cosa abbiamo in comune con questi
stregoni? Magari la stessa data di nascita, lo stesso segno zodiacale,
lo stesso colore dei capelli. Anche noi ascoltiamo dai nostri pazienti
le stesse domande, anche a noi forse vengono chieste "pillole di
felicità", ma la nostra bacchetta magica fa altre magie; non siamo
in grado di prevedere il futuro, per noi un mazzo di carte è solo un
piacevole passatempo (ogni tanto una bella briscola aiuta a sciogliere
la tensione), e alla palla magica preferiamo la pallavolo; l'unica magia
che siamo in grado di fare è creare un incontro tra due anime che
cercano di capire i motivi di una sofferenza, di un dolore, o di
riscoprire un'antica felicità, magari sommersa da cumuli di mazze di
carte e di abbaglianti sorrisi. Forse Maria non ritroverà mai la madre
persa; Giovanna ancora avrà difficoltà a finire il suo quinto
biscotto; ancora Marta si chiederà senza sosta da dove provengano i
suoi "lineamenti orientali"; ma una cosa è certa: Maria,
Giovanna e Marta, assieme a un compagno di viaggio forse meno
appariscente, ma sicuramente più reale e presente, avranno scavato un
percorso lungo il quale far scorrere emozioni finora rimaste bloccate,
creando così un fiume nel quale potersi rinfrescare ogni volta che la
vita cercherà di soffocare i loro desideri e le loro passioni...un
fiume nel quale, chissà, anche questi fantomatici maghi sperano un
giorno di potersi tuffare, magari solo per ripescare nel fondo quei
barattoli vuoti da loro generosamente forniti, e riempirli di...vita
vera!
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