CONSAPEVOLEZZA DEI PROPRI BISOGNI E CAMBIAMENTODott. Matteo SIMONE Psicologo
clinico e dello sport, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
“L’individuo….
non vuole o non può ascoltare le sensazioni del proprio corpo e come
conseguenza può mangiare eccessivamente o denutrirsi o diventare
incontinente…..Quando una persona è bloccata al confine tra la
sensazione e la consapevolezza, può provare delle sensazioni senza
capirne il significato…..Molti individui, anche se sono consapevoli
dei loro bisogni, non riescono a sviluppare una forza tale da fare ciò
che è giusto per loro….L’interruzione
tra la mobilitazione dell’energia e l’azione….La sua energia
può essere disponibile, eppure egli è incapace di usare l’energia al
servizio dell’attività che gli permetterebbe di ottenere ciò che
vuole….L’interruzione fra
l’azione e il contatto….fa un mare di cose, ma non sa assimilare
la sua esperienza….Questo individuo non è in grado di agire in
maniera mirata…C’è un ritmo fra il contatto e il ritiro. Si impara
come ascoltare i propri bisogni, come soddisfarli per poi ritrarsene e
riposare. Anche il fatto di essere sempre mobilitati è una
malattia….”(2) Pertanto
il lavoro di Gestalt Therapy è un lavoro di attenzione, di
autoconsapevolezza, di responsabilità, la persona va accompagnata nel
suo lavoro, va stimolata, va sostenuta,
in questo modo può permettersi di provare a lasciare da parte qualche
aspetto delle sue abitudini malsane e a prendere in considerazione nuovi
atteggiamenti che gradualmente lo possano portare a condurre uno stile
di vita più adeguato per un benessere psicofisico. In
questo modo l’individuo può fare delle scoperte, può accorgersi di
come affronta le situazioni di vita, di chi è lui stesso, di come è
lui stesso, delle sue soddisfazioni e insoddisfazioni, di quello che
vuol fare, di come farlo e questo può farlo anche con l’aiuto della
meditazione e delle visualizzazioni, a partire dal sentire il suo
respiro, il suo corpo. Come
fare per motivare le persone? Gli
stadi del cambiamento: -
Precontemplazione,
faccio qualcosa senza considerare le conseguenze. -
Contemplazione,
mi rendo conto di un comportamento non adeguato ma non faccio niente per
cambiare. -
Azione,
mi attivo per cambiare un mio comportamento. -
Mantenimento,
riesco ad essere costante nel cambiamento intrapreso. -
Uscita
o ricaduta, sono fuori pericolo oppure sono ritornato nella vecchia
abitudine. Innanzitutto
la persona può intraprendere un percorso di autoconsapevolezza che
possa agevolare la progressione nei sotto elencati stadi
teorizzati con il modello transteoretico Di
Clemente e Prochaska: a.
Nella
prima
fase, chiamata precontemplativa, i soggetti non sono
consapevoli o interessati alle conseguenze del proprio comportamento
nocivo e quindi non esprimono alcuna intenzione di cambiare
nell’immediato futuro. b.
Nella
fase contemplativa
si trovano le persone che dichiarano di aver pensato di cambiare il
comportamento ma senza assumersi ancora impegni precisi verso una
modifica. c.
La
fase di preparazione
indica l’intenzione di agire nel futuro prossimo e la presenza di
tentativi di cambiare il proprio comportamento in passato. Dopo aver deciso la
giornata giusta e valutato i diversi dettagli, si può dire che si è a
buon punto in quanto è tutto organizzato e stabilito e bisogna solo
aspettare il giorno stabilito per cimentarsi in questa nuova avventura.
La persona non vedrà l’ora di sperimentare quanto programmato e
verificare se era come aveva programmato mentalmente, se vi erano
imprevisti che non aveva considerato o sorprese che aveva sottovalutato. d.
La
fase di azione
è caratterizzata da processi di liberazione, di rivalutazione di sé,
attraverso i quali il soggetto si convince di essere capace di cambiare
e si impegna nel modificare il proprio comportamento per un certo
periodo. Eccoci arrivati al
giorno e all’ora stabilita, la persona è pronta all’azione, a
partire e questo gli permetterà di sentirsi capace di portare a termine
un obiettivo, di sentirsi in grado di prendersi cura di se stesso,
durante questa fase farà attenzione a quello che accade in quel
momento, alle sue sensazioni, valuterà se è una cosa fattibile e da
ripetere se può cambiare qualcosa la prossima volta. e.
Quando
l’azione si mantiene per un tempo superiore, si dice che la persona ha
raggiunto lo stadio
del mantenimento. (1)
PERLS
F., L’IO, LA FAME, L’AGGRESSIVITA,
Franco Angeli, Milano 1995, pag.208-209 (2)
ZINKER
J., PROCESSI CREATIVI IN
PSICOTERAPIA DELLA GESTALT, Franco Angeli, Milano 2001, pag. 98-107
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