L’Aspetto Affettivo nella Pratica
del Tatuaggio A
cura della Dott.ssa Laura Messina Ad un certo
punto del processo di crescita accade che il corpo e le sue sensazioni non
sono più qualcosa di separato ed incompatibile con il pensiero e le
emozioni; anzi, la ricchissima gamma dei vissuti corporei offre un
materiale eccezionale per la simbolizzazione affettiva [Pietropolli
Charmet & Marcazzan, 2000]. Attraverso
il corpo avviene quindi una comunicazione che parla della più profonda
verità del sé, e per questo tocca tutti i "luoghi" ineludibili
del percorso di crescita: l'autonomia dagli adulti, all'insegna dei
processi di separazione e individuazione; la sperimentazione e la prova;
il rapporto con i coetanei e il bisogno di differenziazione e di
riconoscimento; il cammino interiore, alla ricerca della propria verità
profonda, il suo snodarsi attraverso i ricordi più significativi del
passato e le tappe da raggiungere e superare; ed infine il progetto
futuro, l'ideale e la capacità di rimanervi fedeli attraverso la crescita
e i cambiamenti [ibidem]. Il tatuaggio
è quindi un simbolo che serve ad esprimere qualcosa di sé; ma anche
questa non è un'impresa semplice, la materia è vastissima e non è
facile trovare simboli adatti a sintetizzarla. La storia dell'individuo
però offre il punto di partenza, i momenti più significativi di essa,
cristallizzati in ricordi, sono già di per sé metafore esplicative di
tutto il percorso che si è snodato tra essi. In particolare i tatuaggi
servono ad immortalare dei ricordi importanti, imprimendoli sotto forma di
una immagine indelebile sotto la pelle [ibidem]. Anche il
momento stesso in cui il tatuaggio viene prodotto, a detta di molti, è
carico di pregnanza simbolica. Si tratta spesso di un viaggio, di una
vacanza speciale, di un momento di particolare condivisione con gli amici
o con il partner, che fanno nascere il desiderio di imprimere
indelebilmente nel proprio corpo il segno concreto dell'esperienza
compiuta. Il disegno, quindi, sta a simboleggiare un momento ed un
passaggio di crescita, regalandogli una concretezza diversa dalla materia
effimera di cui sono fatti i ricordi e le emozioni. Il tatuaggio
diventa così espressione di legami che vogliono essere duraturi ed
indelebili come il tatuaggio stesso. Ed è proprio per la sua indelebilità
che il tatuaggio comporta l'assunzione di una maggiore responsabilità e
consapevolezza. Vi è un
recupero della funzione propiziatoria, in quanto il tatuaggio di un cuore
innamorato (si pensi al cuore trafitto da una freccia) non solo è
commemorazione di un legame, ma anche augurio della sua permanenza nel
tempo. Nel momento in cui il legame affettivo viene espresso da un disegno
segnato sul proprio corpo, si attua una specie di incorporazione, non più
solo simbolica, del proprio oggetto di desiderio [Colombo, 1997]. Il ricorso a
figure, ritratti di persone care con le quali, per svariati motivi, si è
interrotto un legame, ricorda che il lutto è per sempre e questo aspetto
si sottolinea con un gesto che permane ed è incancellabile [ibidem]. Anche sul
versante introspettivo emergono delle caratteristiche significative: le
motivazioni rimandano decisamente alla propria identità e alla propria
storia. Il tatuaggio appare quindi più incentrato sulle vicissitudini del
mondo interno, delle quali rappresenta l'esito e la testimonianza, in
qualche maniera il trofeo finale [Pietropolli Charmet & Marcazzan,
2000]. D'altra
parte, il processo di elaborazione simbolica coinvolto dalla pratica del
tatuaggio passa attraverso la scelta del soggetto, del disegno, dello
stile, del colore, quindi del luogo e del momento. Il tatuaggio viene
lungamente studiato, alla ricerca di un'immagine che sia realmente in
grado di assolvere la funzione di condensare ed esprimere la personalità
del soggetto, o almeno i suoi aspetti più significativi [ibidem]. Ciò che si
esibisce sul proprio corpo, indossandolo o portandolo ancor più
radicalmente impresso nella carne, ha universalmente il significato di
segnalare, in maniera manifesta o simbolica, l'identità del soggetto, e
permette quindi all'osservatore una prima rudimentale previsione dei suoi
comportamenti e delle sue intenzioni. Il tatuaggio
esposto sulla superficie del corpo fa quindi pensare a comunicazioni a cui
si attribuisce grande priorità, perché si tratta di qualcosa che deve
essere conosciuta prima ancora di accedere alla relazione con la persona
che li porta, e anzi in qualche modo deve preparare ad essa [Pietropolli
Charmet & Marcazzan, 2000]. Il fascino
del tatuaggio, in particolare, risiede proprio nella sua forte valenza
simbolica, che consente al proprietario di identificarsi profondamente con
le suggestioni proposte dal potere immaginifico ed evocativo del disegno
[ibidem]. Il
rispecchiamento inoltre è reso ancor più completo dal fatto che spesso
il disegno non viene soltanto scelto, ma specificamente creato dallo
stesso proprietario. In questo caso, lo sforzo di composizione
dell'immagine accompagna e rispecchia un analogo processo di definizione e
di messa a fuoco dell'immagine di sé che avviene nel mondo interiore. Il tatuaggio
porta sulla superficie del corpo la parte più originale del Sé, la
iscrive sotto la pelle, e la rende immortale [ibidem]. Certo,
esistono anche i tatuaggi semplicemente decorativi, in cui il soggetto non
è particolarmente importante, oppure è astratto, geometrico o
"tribale"; qui si aprono le differenze di gusto, tra chi
predilige un soggetto "descrittivo", un'immagine o un simbolo
che suggerisca immediatamente un significato a chi lo guarda, e chi invece
preferisce disegni astratti, allusivi, per essere il solo depositario del
significato autentico del tatuaggio, o per lasciare che ognuno ci veda
quello che crede [ibidem]. Quando si
disegna da sé il soggetto del proprio tatuaggio lo studio del disegno,
del colore e la cura nell'esecuzione sono massimi; si ha la possibilità
di forgiare un'immagine che racchiuda tutte le qualità che maggiormente
auspica di possedere, e il fatto di esserne lo stesso destinatario sembra
conferire ancora maggior potere, come se si trattasse di una sorta di
talismano: un magico amuleto propiziatorio che non ha la facoltà di
mutare il corso del destino, ma in qualche modo indica la rotta da
seguire.
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