Psicosuggerimenti
per un’efficace e funzionale gestione del gruppo Dott. Matteo SIMONE Psicologo
clinico e dello sport, Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR Per
poter gestire un gruppo è importante prima di tutto lavorare sulle
proprie risorse, su quello che si è riusciti a fare, sul come si è
riusciti, con quali qualità/caratteristiche. “La
goffagine del bambino che cerca di stare in piedi, coi piedi incrociati e
così via, è simile alla goffaggine di noi tutti quando cerchiamo
d’imparare qualcosa di nuovo. Con
la descrizione dei plausibili tentativi del bambino nel suo apprendere a
stare in piedi e a camminare, Erickson favorisce la regressione
dell’ascoltatore a livello infantile. …ricorda
inoltre al paziente che impare è o è stato difficile, ma che imparerà,
se persiste… Voi
non sapete come avete imparato a stare in piedi, ma possedete
quell’informazione. Questo
era uno dei più importanti principi di Erickson: la fiducia che la
persona possa trovare , nella propria storia naturale, le risorse per
superare il problema per il quale sta cercando aiuto. In questo racconto,
egli ricorda alle persone che esse possiedono delle risorse delle quali
non si rendono conto.”(1) E’
auspicabile aver voglia di diventare sempre più bravi, attaverso
l’aggiornamento e la disponibilità al cambiamento. Bisognerebbe
cercare di lavorare senza troppe presunzini, ma avvalendosi di altri più
esperti. E’
importante lavorare attraverso un’attenta osservazione di se stessi e
degli altri, ascoltando le proprie sensazioni. E’
opportuno cercare di vedere/trovare nelgi altri punti di forza da
enfatizzare, trovare le motivazioni intrinseche nello svolgere il proprio
loavoro e cercare di contribuire a fare in modo che il proprio gruppo
accrescano le proprie motivazioni intrinseche. E’
indispensabile cercare di costituire un gruppo di lavoro, un team che
abbia un obiettivo condiviso e raggiungibile ed ogni componente del gruppo
faccia la propria parte in base alle proprie possibilità. Importante
è la comunicazione, si può essere chiari, comunque parlare con il gruppo
e con i singoli componenti, dare spiegazioni, essere disponibili ad
ascoltare loro domande, esigenze, richieste di spiegazioni. Sarebbe
buona cosa illustrare le modalità di lavoro, il proprio approccio,
raccontare di sé stessi, essere presenti sia quando il gruppo o i singoli
componenti ottengono risultati che nei momenti di crisi. Ogni
tanto è utile per se stessi e per il gruppo fare il punto della
situazione, è importante spiegarsi come ci si è sentiti, come ci si
sente ora, come ci si vorrebbe sentire e così per il gruppo, raccontarsi
come è stato all’inizio, durante il percorso e dove si sta andando. Bisogna
mettere in conto eventuali imprevisti, difficoltà ma considerare le altre
volte che si sono verificati e come si è riusciti a superarli. In
conclusione, riepilogando, è importante parlare, ascoltare, osservare,
anche non fare/meditare ascoltando le proprie sensazioni interne, e per
ultimo è importante dare importanza non solo agli obiettivi ma anche al
processo, a quello che si sta facendo nel “qui e ora” per
raggiungerli. (1)
M.H.
Erickson, LA MIA VOCE TI ACCOMPAGNERA’, Casa Editrice Astrolabio, Roma,
1983.
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