Psicologia
dello sport: Allenatori leader Maria Luisa Cabiddu e Matteo Simone
REQUISITI
E QUALITA’ FONDAMENTALI DELL’ALLENATORE: Passione, Capacità di
relazionarsi, Personalità equilibrata, Sufficiente autostima. ASCOLTO:
UNA GRANDE QUALITA’. Saper ascoltare significa poter rispondere a queste
domande: Che cosa mi sta comunicando, Quali sentimenti sta provando, Che
cosa vorrebbe. COME
SI COMPORTA UN BUON ALLENATORE Interessamento
e vicinanza, apprezzamento, fiducia e incoraggiamento, aiuto per risolvere
le difficoltà, concorrere alla formazione di un buon senso di
auto-efficacia e di autostima. IL
BRAVO TECNICO arriva all’allenamento carico di entusiasmo; trasmette
sicurezza, affetto, accoglienza, serenità, è munito di enorme pazienza;
non rimprovera ma, al contrario, incoraggia e motiva; rinforza i
comportamenti positivi. E’ importante: Sottolineare i comportamenti positivi con i rinforzi come la propria approvazione: "Bravo”, "Bene"; Valorizzare ogni progresso per aumentare l’autostima. L’AUTOMONITORAGGIO
DEL TECNICO: DOPO
OGNI SEDUTA DI ALLENAMENTO: Come l'ho programmata? Gli obiettivi sono
stati raggiunti? Come erano i miei presupposti personali (serenità,
voglia di allenare) prima di iniziare? Che cosa mi ha messo in difficoltà?
Come ho affrontato i problemi che si sono presentati? Quanto positivi sono
stati i miei interventi? Quanto ho contribuito al miglioramento
della vita di gruppo e dei rapporti interpersonali? Note individuali da
ricordare per il futuro. Allenatore
= Leader E’
colui che guida gli individui e il gruppo da essi composto fino al
raggiungimento degli obiettivi. Deve dimostrare non solo di essere dotato
di una serie di competenze tecniche e tattiche, ma anche di saper gestire
lo stress causato da situazioni a volte difficili da gestire. “Allenare
è guidare insieme persone con diverse esperienze, talenti, interessi,
incoraggiandole ad assumere la responsabilità del loro ruolo, portandole
ad un continuo miglioramento...” Stili
di leadership L’allenatore nel guidare la sua squadra ha a che fare con caratteri diversi e si trova a contatto con situazioni differenti da gestire. Non sempre può adottare il medesimo comportamento e neppure rapportarsi a tutti con lo stesso tipo di comunicazione. Modalità
di condurre un gruppo: stile autoritario, stile cooperativo. Stile autoritario: è caratterizzato da un atteggiamento di chiusura del mister in rapporto alle decisioni da prendere; conduce il gruppo senza tener conto delle opinioni né degli atleti né dei suoi collaboratori; si sente l’unico responsabile nella direzione della squadra. Stile
cooperativo: tiene conto anche delle idee dei suoi atleti e dei suoi
collaboratori, pur naturalmente arrivando a decidere in modo autonomo. L’allenatore
autoritario punta solo alla vittoria, che viene prima di qualunque altra
cosa e che è l’unico obiettivo di cui tenere conto; non ha alcuna
importanza comprendere quale possa essere la psicologia dei suoi atleti,
quali le loro motivazioni; preferisce atleti mossi da spinte estrinseche
perché più facilmente manipolabili. L’allenatore autoritario crede che
il suo compito si esaurisca nel far vincere la sua squadra; creare un
atleta vincente per chi adotta questo approccio significa solo curare
l’ambito sportivo. L’allenatore
collaborativo cerca di capire i suoi atleti, di conoscere i loro processi
psicologici e le loro motivazioni; per questo motivo predilige giocatori
motivati intrinsecamente, perché ha più fiducia nella loro volontà di
migliorarsi al fine di ottenere l’obiettivo. Sua caratteristica
fondamentale sapersi mettere in discussione, potendo così
modificare in corsa alcuni atteggiamenti, sia personali che
tecnico-tattici, se si rende conto di aver commesso degli errori
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