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Insoddisfazione del Corpo e comportamenti nocivi di controllo del peso

Matteo SIMONE

 

La gente sta attenta ai valori della società per il loro concetto di bellezza ideale. Nelle recenti decadi, dal momento che aumenta la differenza tra il peso della donna e l’ideale percepito, le donne esprimono una grande insoddisfazione relativa ai loro corpi. Vedendo le immagini delle indossatrici, le donne si descrivono essere meno soddisfatte con il loro aspetto fisico e il peso. Quando sono esposte alle immagini delle indossatrici, le donne con attitudine alimentari più disadattate tendono a sopravvalutare le dimensioni del loro corpo a un livello più grande[1].

Durante la pubertà, la forma del corpo cambia, con le adolescenti che sviluppano i fianchi e gli adolescenti maschi le spalle. Dopo lo scatto di crescita puberale, gli adolescenti maschi sono più alti e più pesanti delle loro controparti femmine ed hanno anche forza e muscolatura più grande.

Le ricerche sullo sviluppo normale degli adolescenti indicano che le donne sperimentano più insoddisfazione corporea degli uomini. Mentre le adolescenti sperimentano una diminuzione dei sentimenti di attrazione, gli adolescenti maschi sperimentano un miglioramento dell’umore e dell’immagine corporea e un aumento di soddisfazione del loro peso. Questa scoperta non è sorprendente, dato che i cambiamenti fisici della pubertà spesso portano adolescenti maschi più vicini all’ideale di corpo maschile mentre distanziano le adolescenti dallo standard socioculturale magro di bellezza per le donne.[2]

Alti tassi di insoddisfazione corporea e comportamenti di diete sono stati ben documentati tra giovani adolescenti. Recentemente, è stato dimostrato che i ragazzi non sono esenti da queste preoccupazioni. Uno studio dei ragazzi Britannici di 9-10 anni riscontrò che il 41% delle ragazze preferivano una forma del corpo più magra mentre il 41% dei ragazzi preferivano una forma più larga. La prevalenza dell’insoddisfazione corporea tra tutti i ragazzi era emersa. Esattamente una metà dei ragazzi volevano pesare di meno e oltre un terzo desiderava una forma del corpo più magra. Il 16% di tutti i ragazzi riportarono di aver perfino tentato di perdere peso. Questi dati suggeriscono che, dall’età di 8-13 anni, alcuni ragazzi già credono di poter star meglio pesando di meno. In uno studio longitudinale di ragazze adolescenti, Attie e Brooks-Gunn (1989) trovarono che avere sentimenti negativi riguardo i loro corpi era l’unico predittore significativo di problemi d’alimentazione 2 anni più tardi. Questa conclusione era confermata in un futuro studio su ragazze che mostrò come la preoccupazione del peso predice l’inizio dei sintomi dei disordini alimentari. Inoltre, studi hanno correlato l’insoddisfazione corporea a sintomatologie depressive tra i ragazzi e gli adolescenti. Questi dati indicano che i fattori di rischio per i disturbi alimentari e la depressione, specialmente l’insoddisfazione corporea, possono essere acquisiti presto nell’infanzia.[3]

Sebbene gli uomini generalmente sono più soddisfatti con i loro corpi delle donne, essi non sono immuni dalle preoccupazioni circa l’immagine corporea. Approssimativamente il 95% degli uomini in età da college intervistati da Mishkind e al. espressero insoddisfazione con alcuni aspetti dei loro corpi. In uno studio di Parks e al., l’83% degli atleti riportarono insoddisfazione con il loro peso attuale, con l’80% di calciatori e il 43% di corridori di corsa campestre che volevano aumentare di peso, e il 15% di calciatori e il 20% di corridori di corsa campestre che volevano perdere peso. Gli adolescenti maschi in entrambi i gruppi volevano essere più alti.[4]

Uno studio ha dimostrato che le immagini dei mass media dell’ideale di bellezza femminile ha un effetto immediato sugli stati d’umore delle donne. Le donne si sentono arrabbiate e hanno un umore depresso più grande dopo aver visto le immagine dell’ideale magro. Questo cambiamento era osservato in seguito a sole 20 di tali immagini; ci sono molte più immagini in una singola pubblicazione di ogni numero di riviste moderne per donne. Questo studio sostiene le precedenti conclusioni che suggeriscono che queste immagini hanno un effetto nocivo sulle donne e possono giocare un ruolo negli episodi di disordine alimentare in risposta agli stati d’umore negativi.[5]

Tra i culturisti più di altri atleti il disturbo dell’immagine del corpo “disordine dismorfico del corpo” (BDD) è stato riscontrato più di frequente. Il disordine è caratterizzato da un’eccessiva preoccupazione con una non esistente o leggero difetto nell’aspetto del corpo, di solito riguardante una particolare parte del corpo come il viso, la pelle, o il naso.[6]

In base ai risultati di diversi studi riguardanti interviste con culturisti uomini e donne, Pope e al. identificarono la dismorfia muscolosa come una forma di BDD caratterizzata da preoccupazione patologica con il grado di muscolosità. La caratteristica essenziale della dismorfia muscolare è una preoccupazione cronica con il non essere sufficientemente muscolosi. I ricercatori anche riscontrarono che l’uso di steroidi anabolizzanti era comune tra i culturisti esibenti le caratteristiche della dismorfia muscolare, particolarmente uomini. Uno studio di Blouin e Goldfield comparò l’immagine del corpo e l’uso di steroidi tra maschi culturisti, podisti, e praticanti del tae kwon do. I ricercatori riscontrarono che i culturisti erano significativamente  più propensi di altri atleti a riportare un insoddisfazione del corpo. L’uso di steroidi era più frequente tra i culturisti competitivi che tra quelli che lo facevano a fini ricreativi. Lo studio concluse che i culturisti maschi, particolarmente culturisti competitivi, possono essere a rischio per “sviluppo di pratiche comportamentali di alto rischio con un apparente scopo di modificare il loro corpo a causa di aspettative sociali e personali”[7].

Hilde Bruch (1962) è ritenuto essere il primo a riconoscere le esperienze disfunzionali di immagine del corpo come una caratteristica centrale dei disordini alimentari, particolarmente l’anoressia nervosa. Tra i criteri diagnostici per l’anoressia nervosa nella 4^ ed. del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disordini Mentali (DSM-IV; American Psychiatric Association, 1994) sono “una paura intensa di aumentare peso o diventare grassi” e “disturbo nel modo nel quale il peso e la forma del proprio corpo è sperimentata, eccessiva influenza dell’autovalutazione del peso e forma del corpo”. I criteri per la bulimia nervosa similmente include la condizione necessaria che “l’autovalutazione è eccessivamente influenzata dalla forma e peso del corpo”. Decine di indagini hanno rivelato associazioni tra disturbi dell’immagine del corpo e problematiche di comportamenti e attitudini alimentari. Non solo c’è evidenza che le esperienze di immagine corporea predicono la gravità delle problematiche alimentari, studi successivi e strutturali anche indicano i disturbi dell’immagine corporea come precursori dei disordini alimentari. Come Bruch (1962) all’inizio sostenne, il miglioramento dell’immagine distorta è necessario per l’effettivo trattamento dei disordini alimentari.[8].

Come è il caso riguardante le ricerche sull’associazione tra l’ideale del corpo magro e i disordini alimentari tra le donne, l’ideale del maschio muscoloso nei mass media può essere visto come un fattore di rischio socioculturale per l’insoddisfazione del corpo e i comportamenti dannosi di controllo del peso tra gli adolescenti maschi. Alcuni gruppi di adolescenti maschi, come i culturisti e i calciatori, possono essere particolarmente a rischio[9].

Olivardia e al. condussero il primo studio controllato sulla dismorfia muscolare. Intervistarono 24 uomini con dismorfia muscolare e 30 lottatori normali reclutati nelle palestre di Boston e trovarono che i primi differivano fortemente dal gruppo di controllo in molte misure, incluse l’insoddisfazione corporea e la prevalenza dell’uso di steroidi anabolizzanti. Tra i 24 uomini con dismorfia muscolare, dodici (50%) riportarono che passavano più di 3 ore al giorno pensando alla loro muscolosità. Quattordici (58%) riportarono “moderato” o “severo” evitamento di attività, posti, e persone a causa del loro difetto di percezione del corpo. Tredici (54%) riportarono “poco” o “nessun” controllo sui loro regimi compulsivi di dieta e di sollevamento pesi. Undici (46%) dei 24 uomini con dismorfia muscolare ma solo due (7%) degli uomini normali a confronto riportarono di usare steroidi – una differenza significativa. Le domande relative all’immagine del corpo e al comportamento circa l’attività fisica permisero di rilevare alcune differenze drammatiche tra il gruppo con dismorfia muscolare e quello normale di controllo. Specificatamente, alla domanda “Mi piace realmente il mio corpo”, 12 (52%) dei soggetti con dismorfia muscolare rispetto a sei (20%) dei soggetti normali di controllo risposero “non sono d’accordo”. Delle cinque opzioni in risposta a “quanto sei insoddisfatto per come è sproporzionato il tuo corpo?”, 11 (46%) dei soggetti con dismorfia muscolare rispetto a tre (10%) dei soggetti di controllo risposero “totalmente” o “per lo più” insoddisfatto. Simili risposte furono osservate per le domande “quanto grasso ti senti?” e “quanto a disagio ti sentiresti se non puoi fare attività fisica per un fine settimana?”[10].

 

 

 



[1] PINHAS L., TONER B.B., ALI A., GARFINKEL P.E., STUCKLESS N., 1999, The Effects of the Ideal of Female Beauty on Mood and Body Statisfaction,Int J Eat Disord 25: 223-226.

[2] PEIXOTO LABRE M., 2002, Adolescent boys and the muscular male body ideal, Iournal of adolescent health, 30.

[3] SCHUR E.A., SANDERS M., STEINER H, 2000, Body Dissatisfaction and Dieting in Young Children, Int J Eat Disord 27: 74-82.

[4] PEIXOTO LABRE M., 2002, opera citata.

[5] PINHAS L., TONER B.B., ALI A., GARFINKEL P.E., STUCKLESS N., 1999, opera citata.

[6] PEIXOTO LABRE M., 2002, opera citata.

[7] PEIXOTO LABRE M., 2002, opera citata.

[8] CASH T.F., DEAGLE E.A., 1997, The Nature and Extent of body-Image Disturbances in Anorexia Nervosa and Bulimia Nervosa: A Meta-Analysis, Int J Eat Disord 22: 107-125.

[9] PEIXOTO LABRE M., 2002, opera citata.

[10] OLIVARDIA R., POPE H.G., HUDSON J.I., 2000, Muscle Dysmorphia in Male Weightlifters: A Case-Control Study, Am. J. Psychiatry 157.

 

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