Benvenuti! Telefonateci ai n. 0622796355 - 3473157728.  Siamo a ROMA in Piazza Sempronio Asellio 7 (metro A Giulio Agricola/Tuscolana/Don Bosco/Cinecittà)

Il C.I.S.P. ti offre la possibilità di avere a disposizione gratuitamente per trenta minuti uno Psicoterapeuta a cui poter fare qualsiasi tipo di domanda riguardante il potenziamento del tuo BENESSERE. Per usufruire del servizio...

La vicinanza 

Paola Locci

E anche quest’anno è passato. Il Natale, intendo. Il Natale è una strana festa: ha l’obiettivo dichiarato, proclamato, ripetuto, di rinnovare e manifestare tutto il buono che c’è nelle persone, e il risultato è che spesso ne scaturisce il peggio, soprattutto nelle famiglie. Non parlo di coloro che vivono il Natale per quello che realmente è: una ricorrenza religiosa tra le più importanti, fondamentale nella storiografia del cristianesimo e nel cuore dei credenti. Sono belle e commoventi certe riunioni familiari, spontanee e gioiose. Non serve molto, una bella tavola, qualche regalo ai più piccoli, abbracci e sorrisi veri, un guardarsi negli occhi che è un guardarsi, e vedersi, ogni giorno dell’anno. Parlo di tutti gli altri, forse la maggioranza. Lo shopping frenetico, le abbuffate, i regali obbligatori, sorrisi e auguri diretti indiscriminatamente ad amici e “nemici” con una falsità che nel resto dell’anno ci farebbe rabbrividire. Ma l’aspetto più triste è la finta vicinanza. L'amico o, peggio, il parente che ricompare dal nulla, come un fantasma, dopo improvvise scomparse e lunghi silenzi, e si mette a chiacchierare allegramente del più e del meno come se niente fosse. “Come state? State bene? Son contenta” ripete meccanicamente la Gina di "Parenti serpenti" (Monicelli, 1992), senza neppure un velato segno di interesse riguardo alla risposta. Certo, può succedere in qualsiasi giorno, ma le festività natalizie sono il periodo più propizio per questo esercizio di malcelata ipocrisia. A Natale chi ha il coraggio di respingere cotanta cordialità? Anche in questo caso è necessario un distinguo. Ci sono rapporti che non necessitano di continuità e il Natale è un’occasione per salutare qualcuno che non si frequenta abitualmente. Può essere il collega andato in pensione, il vecchio medico di famiglia, un insegnante, una persona qualunque incontrata un breve momento in vacanza e di cui ci fa piacere avere notizie. Con alcune persone è impossibile fare amicizia: le circostanze, o le distanze, di ogni tipo, non lo consentono. Però sono persone con cui avremmo voluto fare amicizia. Natale può essere un buon momento per ricordarsi di loro, per fare un augurio sincero e mirato, non superficiale e generico. Si può stare insieme agli altri in molti modi: non sempre è necessario, né opportuno, entrare in confidenze che potrebbero anche mettere in imbarazzo, esprimere sempre e comunque idee e convinzioni, raccontare emozioni e stati d’animo. Sono le normali relazioni sociali, di lavoro, di vicinato, di comune passione sportiva o artistica; quelle relazioni che comprendono un caffè insieme, una pizza, al massimo un viaggio organizzato. E gli auguri di Natale. Ma le amicizie importanti e le parentele non sono relazioni come le altre: sono, o dovrebbero essere, relazioni basate non solo sull’affetto, ma anche sulla conoscenza, la continuità, la “vicinanza”. Sono queste le relazioni tradizionalmente esaltate da una ricorrenza come il Natale. E, paradossalmente, più viene celebrato il significato di tali vincoli privilegiati, più l’assenza di autenticità può diventare, per alcuni, insostenibile. Che cos’è la vicinanza? E’, né più né meno, essere vicini, essere accanto. Non in senso fisico, ci sono vicinanze con in mezzo migliaia di chilometri. E’ conoscere davvero una persona. Sapere che colore preferisce, cosa le piace mangiare, come la pensa sulla moda la politica la musica rock, quali sono le sue paure, i suoi rimpianti, i suoi desideri. Cosa la rende felice. Quando e perché ride, o piange. E’ condivisione di ricordi, di esperienze vissute con uguale sensibilità. E’ non avere paura di scoprirsi, di raccontare e ascoltare fragilità e fierezze, gioie e rabbie. Piccoli gesti. Avvisare la zia che danno il pattinaggio in TV, chiamare un’amica durante un temporale perché ha paura dei tuoni, inviare una mail con la foto di un gatto al cugino gattofilo. Farsi vivi per un saluto, ogni tanto, in un giorno qualsiasi. Senza aspettare Natale. Eppure, a Natale, se qualcuno osasse dire che il re è nudo, se osasse cioè dire a certi fantasmi: scusa, ma quest’anno non gradisco i tuoi auguri e il tuo finto interessamento, non ho voglia di parlare con te del tempo e del governo tra un brindisi e una tombolata, rievocando vecchi episodi e spettegolando sugli assenti, i fantasmi risponderebbero allibiti: ma perché, che ti ho fatto?

  P S I C   T V  La Web Tv per la Psicologia e La Psicoterapia   

 


CISP

www.psic.tv  www.cisp.info  www.attacchidipanico.it  www.psicoterapie.org  www.tossicodipendenze.net
 www.disturbisessuali.it  www.ossessioniecompulsioni.it  www.terapiadicoppia.it  www.prevenzione-psicologica.it www.psicosi.net  www.fobia.it  www.depressioni.it  www.ansie.it  www.infanziaeadolescenza.info  www.terapiedigruppo.info  www.psicoterapie.info  www.lavorodigruppo.eu www.disturbialimentari.com

ritorna alla homepage

Copyright © CISP