Paola Locci
La famiglia, intesa come “nucleo fondamentale della società umana costituito da genitori e figli” (come recita il dizionario), è il luogo, fisico e metafisico, in cui ogni individuo, quando viene al mondo, dovrebbe poter trovare una propria identità e una propria collocazione, prima di spiccare il volo per proprio conto e costituire eventualmente una nuova famiglia.
Nell’immaginario comune, è abbastanza diffusa un’idea di famiglia, caratterizzata da rapporti sempre sereni, da un’atmosfera distesa e allegra, da una perenne ordinata armonia fatta di amore, rispetto, fiducia.
All’estremo opposto, esiste l’immagine di un inferno famigliare (vissuto in prima persona, o conosciuto attraverso altre persone o dalle notizie di cronaca), in cui la violenza è l’unica possibilità di comunicazione, e dove il più debole non ha altra scelta che soccombere o fuggire.
In queste due situazioni estreme, esiste un elemento in comune: la convinzione che i conflitti, di qualunque tipo, debbano essere evitati a tutti i costi; quindi deve essere assolutamente mantenuto il rispetto delle regole. Nel primo caso, il rispetto delle regole si ottiene con le buone maniere, la persuasione, la dolcezza, ma anche con il ricatto affettivo; spesso sacrificando la libertà e l’autonomia individuale. Nel secondo caso, le regole vengono imposte con la forza, esercitata sia attraverso sanzioni morali, sia in senso fisico.
Le domande su cui è il caso di riflettere sono due: Perché bisogna evitare i conflitti? Chi decide le regole?
Gli studi sulla famiglia ci dicono che entrambe le situazioni sopra descritte possono essere causa di problemi e sofferenze. Infatti, non è difficile immaginare quanto un individuo, troppo affezionato ad una concezione idealizzata della famiglia, possa sentirsi deluso, quasi defraudato di un diritto, nel constatare una realtà diversa da quella degli spot pubblicitari. Viceversa, un individuo costretto a subire regole imposte da altri, non vedrà dinanzi a sé altre possibilità oltre quella di tentare di prendere a sua volta il comando, o di rimanere a vita un succube, timoroso e carico di rancori.
Ma allora com’è, o come dovrebbe essere, una famiglia normale? E’ una struttura dinamica, in costante evoluzione per un processo di continuo cambiamento e adattamento reciproco dei suoi membri, e in cui la funzionalità del sistema e il benessere dei singoli sono consentite proprio dalla capacità di utilizzare le potenzialità di cambiamento. In una famiglia dinamica, i conflitti non si ignorano e tanto meno si soffocano, ma si affrontano insieme, cercando una soluzione concordata, che tenga conto dei bisogni e delle peculiarità di ciascuno. In una famiglia dinamica, le regole possono essere modificate, adattate alle nuove circostanze, agli accadimenti che si susseguono in un normale ciclo di vita. Le uniche regole rispettate, con soddisfazione di tutti, sono solo quelle condivise, perché tutti vengono messi in condizione di capirne la necessità e le motivazioni.
Faticoso? Sì, indubbiamente esistono soluzioni più semplici. Ma se siamo disposti ad investire tempo e fatica in cose molto meno importanti, perché non fare altrettanto per rendere la nostra famiglia un luogo vitale – né inferno, né paradiso - di confronto e di crescita?
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