LE
NUOVE DIPENDENZE E LA DIPENDENZA DA CARTOMANZIA
di
Tamara Marchetti
Nell’attuale
epoca sociale si parla molto di dipendenze e ormai ce ne sono molte e di
svariate forme. Se fino a qualche anno fa le dipendenze erano quelle
correlate alle sostanze quali: alcol, tabacco e droghe, oggi lo spettro
delle dipendenze è assai più vario, dal gioco, ad internet e il suo
mondo mediatico e del virtuale, non da ultimo anche se non ancora
riconosciuto come tale, è il fenomeno cartomanzia da call center.
Rimanendo ancora nell’ambito dell’etimologia, il “dipendente” è
colui che, non riesce a staccarsi da una determinata funzione e, la sua
vita ruota intorno all’oggetto desiderato, tra il bisogno di procurarsi
denaro, in quanto ogni dipendenza è tale poiché ha un costo e, il
consumo che diventa ben presto poi abuso della sostanza o della
funzione quale coazione a ripetere. La dipendenza si struttura come
una forma regressiva dell’IO a stadi e fasi arcaiche, quando il bambino
non essendo autosufficiente dipende in toto dalla figura di accudimento e,
intorno a questa fa ruotare tutta la sua esistenza, diventa inoltre fonte
inesauribile di fantasie e tentazioni. E come avviene nelle prime fasi
della vita, anche l’oggetto di dipendenza è al tempo stesso amato ed
odiato dal dipendente, come il bambino ama nella teoria kleiniana la mamma
definendola buona quando è accudente e lo nutre, per diventare un’altra
identità nella percezione del piccolo, quando questa si allontana per
occuparsi di altro.
La differenza sostanziale è che tale dipendenza nell’infante fa parte
di un processo di crescita che non è patologico, ma strutturale, mentre
la dipendenza intesa come vizio, rientra nelle patologie in quanto
trattasi apponto un vizio di forma, ovvero di una deformazione dello stile
di vita dove, si assiste allo sbilanciamento delle energie del sé in una
direzione univoca, quella dell’oggetto ambito; anche questo come accade
nel bambino piccolo nei confronti della madre, ama, ed odia,
per le energie che lei gli da e gli toglie, per la sofferenza e le gioie
che provoca in lui.
Parliamo di “oggetto
di dipendenza” e mai di soggetto, anche quando riguarda una persona,
come nel caso della figura materna nel bambino o di un uomo o donna amata
in età adulta, fino alla persecuzione. In realtà la dipendenza prima
è mentale (in ogni caso, anche nelle droghe), poi fisica, non è nei
confronti della persona in se, reale, ma della funzione che svolge nei
confronti del dipendente o che il dipendente stesso gli attribuisce. Nei
casi ad esempio di una storia tra due innamorati che si conclude, ciò che
manca a chi subisce la separazione, è il rituale di quella relazione, il
ruolo e le funzioni che l’altro svolgeva verso di lui e, ciò che
consentiva al proprio sé di esprimere.
Il dipendente da
cartomanzia è colui che a proposito di regressività, è stanco di
affrontare la realtà del qui ed ora, oppure non ha mai appreso tale
capacità, allora si rifugia nel mondo ovattato del pensiero magico, dove
tutto è possibile. Il tempo in cui vive è un tempo astratto, quello che
si stacca dal presente e, non per andare a rivisitare il passato
come è tipico del setting psicoanalitico o psicoterapico, ma la virtù
del cartomante è quello di mettere il cliente a proprio agio in una
dimensione temporale futura, dove tutto potrebbe accadere in quanto non vi
sono ostacoli ed impedimenti alle realizzazioni di sogni, bisogni e
desideri che nella realtà del presente sfuggono e provocano sofferenza in
quei soggetti che non sanno gestire le proprie difficoltà e sofferenze,
per trasformarle in cambiamenti evolutivi. Chi soccombe quindi alle
difficoltà e non vuol reagire, preferisce vivere in una dimensione
dove tutto ciò che gli viene negato si trasforma in possibilità e
realizzazione. Il vissuto di chi telefona al cartomante è quello di
sperare in un futuro migliore come da previsioni, ma ancor di più è un
trarre sollievo da quel colloquio, dall’ascolto di ciò che viene detto.
Tale serenità indotta, non dura molto, ha effetti piuttosto brevi nelle
sfera emotiva del consultante e, questo è il motivo per cui richiama
ancora o nel corso della stessa giornata o nei giorni successivi, per
poter rientrare in quello spaccato di vita romanzata che il proprio
romanziere mette in scena, con il cliente protagonista e con
un’evoluzione progressiva della storia.
Cerchiamo però di andare per ordine senza mettere troppa carne al fuoco
come si suol dire!
Insieme ad una collega
nel 2008 siamo state contattate da un coll center di cartomanzia per
“disciplinare” le cartomanti (principalmente donne), nelle relazioni
tra lo all’interno di uno stesso contesto lavorativo, che pur apparendo
strampalato il concetto di lavoro applicato a tale settore, lo è invece a
tutti gli effetti, in quanto si tratta di svolgere una funzione di ascolto
e supporto alle problematiche e alla disperazione a volte vera e propria
di chi chiama. E’ dunque necessario che ci sia armonia nell’ambiente
per garantire a chi contatta per riceverebuna forma di aiuto. Sono
principalmente donne coloro che si rivolgono a quella che possiamo
definire la cartomanzia contattata dalla propria casa e, l’amore
fatto di storie sofferte e non corrisposte, il tema principale sottoposto
all’analisi e al supporto della cartomante.
Siamo nell’epoca del virtuale siamo soliti dire e, aggiungerei, del
cotto e mangiato, evitando però la possibilità di scelta toccando con
mano come si fa con la frutta e la verdura. Per spiegarmi ancora meglio
nel contesto di cui stiamo trattando, non si sceglie la cartomante dopo
averla vista, prendendo con lei un appuntamento e recandosi nel suo
studio, come alcuni invece fanno. Nel nostro caso, quello del call center
basta formulare un numero di telefono apparso in un giornale specialistico
del settore, oppure in televisione e il contatto parte, dal proprio
cellulare o rete fissa di casa, per altri addirittura del lavoro.
Dall’altra parte, una voce risponde, la sua fisionomia rimane ignota, la
voce, diventa inconfondibile se scatta la simbiosi da parte della cliente
che la chiama e continuerà a lungo a chiamarla se quello che si sente
dire, nel bene o nel male è ciò che risponde alle sue esigenze di quel
momento. Alcune clienti, cercano un rapporto autorevole, dove la
cartomante rimproveri la consultante per i suoi agiti, pensieri e a volte
desideri, come se attribuisse a quella figura una proiezione della madre
severa e autoritaria, perduta, o che tanto avrebbe voluto avere, ma che
non ha avuto. Altri rapporti invece si fondano su delle vere e proprie
romanzate, dove si accontentano le richieste della cliente, la quale si
sente accolta nel proprio disagio attuale, ma la previsione propone un
futuro diverso, dove accadranno eventi che ribalteranno la situazione e
intanto che il tempo passa i tempi di realizzazione della previsione, si
diluiscono sempre di più come un nastro che gira in un proiettore
cinematografico che, prosegue nel vivere quotidiano della dipendenza. Gli
eventi che non si realizzano si trasformano e trovano, spiegazioni
plausibili ad una mente che vuole andare avanti in quel percorso fatto di
illusioni che pagano più delle delusioni.
Dalla propria
abitazione quando il resto della famiglia non c’è, o da cellulare negli
spostamenti in macchina, sono i due spazi prioritari concessi al consulto
e, sono sofferenze quando preso l’appuntamento con il cartomante
preferito c’è qualcuno in casa che tarda ad uscire e, di solito, non è
mai uno solo il cartomante di fiducia, la dipendenza si estende a
macchia d’olio e subentra il bisogno di entrare nel mondo del magico,
fatto di simboli e di carte estratte dal mazzo che esprimono qualcosa,
letto ed interpretato dall’apprendista stregone di uno o più centri. Il
mazzo di carte quindi, formula quello che per noi psicologi è il setting,
mischiate le così dette identità, prescelte tra tarocchi, sibilla,
piacentine o anche altri strumenti come il pendolo o le rune. Tutti
strumenti che forniscono una porta d’ingresso verso il futuro. I costi
non sono mai bassi, sia che si paghi con carta di credito o con addebito
in bolletta e, il rendersi conto dell’abbindolamento è chiaro per il
cliente, ma questo è il motivo per cui è cliente e dipendente al tempo
stesso. Si diceva sopra infatti che l’oggetto da cui si struttura la
dipendenza è amato per la funzione che svolge e, sempre per questa
funzione è al tempo stesso odiato. Come nel contesto del gioco, il
giocatore è comunque perdente. Il tema cult a cui si sottopone la domanda
divinatoria è l’amore, i sentimenti, la passione per un uomo per di più
“sbagliato”, che si è allontanato, oppure è già impegnato in altro
legame, ma ….. nel futuro no, quell’uomo tornerà, si separerà e potrà
essere tutto di chi lo aspetta. Un giro, più giri di carte, il bisogno
principe per sentirsi supportati in una sofferenza che anziché lenirsi,
si accentua alimentandosi di speranze ed illusioni. Il pensiero magico
centralizza l’Io rendendo tutto impossibilmente reale.
Come in tutte le dipendenze, fin quando, non si arriva a toccare il
fondo, tale dipendenza continua ad incombere nella vita della
cliente, che cambia numero da formulare nel suo telefono, ma che non si
arrende ad un altro giro di tarocchi che “smazzati” da una nuova
mano, garantiscono ancora un altro periodo di magia e di illusione!
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