Amore
di
Angela Nappa
Ho
letto un libro che parlava di AMORE. Un bel libro che mi ha confermato
quanto io abbia creduto di amare.
Ho spesso sofferto per amore. Nel corso della mia vita per ben 4 volte ho
creduto, desiderato l’amore con la A maiuscola. Ho in verità annientato
me stessa.
Ho pensato e creduto veramente che quello fosse Amore e forse lo era,
almeno per come la mia mente pensava che fosse, per come la mia persona
aveva imparato a fare secondo insegnamenti che oggi riconosco siano stati
per la maggior parte intossicati da esempi che metto in discussione e che
hanno portato a molta sofferenza.
Ho amato a mio modo o meglio secondo un esempio offertomi e imparato da
mio padre e mia madre. Un esempio che e’ parte della mia mente e che a
suon di sensi di colpa ho cominciato a mettere in discussione. Ho
cominciato a vedere come il semplice vivere situazioni familiari difficili
possano darti una visione distorta di cosa vuol dire Amore.
Un
modo che troppo spesso mi ha guidato verso uomini molto simili a lui, il
mio adorato papà, che ho amato e odiato.
Uomini che si sono rivelati malsani per la mia persona, una donna che ha
sempre sognato un Amore libero, incondizionato. Uomini a cui io mi sono
affiancata, a cui ho dato la possibiità di entrare nella mia vita, perché
assettata d’amore, quell’amore che solo adesso riconosco essere
malsano.
Un amore che se pur sincero e’ stato sempre un tentativo di
conquista dell’amore di mio padre, un uomo che ha sofferto, un
uomo per cui io ho lottato, un uomo che io ho sempre visto come un
pilastro nella mia vita. La mia bambina ha vissuto per lui, ho cercato di
essere tutto cio’ che lui voleva che io fossi. Questo per conquistare il
suo amore. Questo perche’ tutto cio’ che mi interessava era essere
amata da lui. La sua approvazione era tutto, la sua severita’ mi ha
fatto raggiungere alti livelli di responsabilita’. Una responsabilita’
che mi portava a lavorare sempre sodo, forse troppo. Un sforzo mai
sufficiente per cio’ che io pensavo lui volesse. Il pensare che se solo
io avessi dato il massimo, lui sarebbe stato felice, e’ stata
un’utopia. Questo avrebbe portato alla risooluzione di tutti i suoi
problemi. Problemi mai risolti e per i quail io per anni ho incolpato me
stessa Non sono riuscita a salvarlo. Quante volte ho incolpato me stessa
per il fatto che lui mi abbia lasciato sola, in un mondo che mi faceva
paura, un momdo che io pensavo nn potesse esistere senza di lui. Un mondo
che io vedevo essere di persone cattive, pronte a farmi del male. Lui era
il mio Salvatore ed un bel giorno mi ha lasciato.
Quante volte ho sentito nelle notti della mia infanzia le urla, la
violenza (un senso di vomito mi ha preso allo stomaco) di mio padre contro
mia madre.
Quante volte ho provato il terrore, la paura, il tremolio del mio cuore
ansioso, il respiro soffocato, lento e irregolare del mio cuore, le
lacrime che scendevano dal mio viso e quello dei miei fratelli ansimanti
nei nostri letti, impauriti che il peggio potesse succedere. Scendono
continuamente se solo i miei pensieri si spostano a quelle immagini.
Ricordo di tutte quelle sensazioni provate, a quel segreto che si teneva
in famiglia, quel segreto che nessuno di noi aveva la forza di tirar fuori
con estranei. Omerta’ data dalla paura che tutto potesse degenerare e
dalla speranza folle che un bel giorno l’incubo potesse finire. Quante
volte ho sperato che tutto potesse finire. Quante volte ho desiderato
fortemente che tutto si potesse fermare, che lui morisse e l’incubo
potesse finire. Quante volte mi sono chiesta se tutto cio’ era vero e
sognato di vivere la vita serena, la famiglia che i miei amici avevano. Ho
sofferto molto per aver mantenuto quell segreto. Un segreto e una
situazione che nessun bambino/a dovrebbe vivere.
Il senso che provo in questo momento e’ agitazione, rabbia e forte
sollievo. Questo e’ un altro passo verso la liberazione di quell peso
portato per troppi anni.
Sono
coraggiosa, lo sono e sono felice di esserlo.
Mi
e’ stata rubata l’infanzia. Spesso mi sento derubata di anni che
sarebbero potuti essere sereni a misura di bambina. Avrei potuto vivere
un’infanzia serena, un ambiente familiare in cui la comprensione,
l’affetto, la liberta’ di parola e il rispetto regnavano.
La mia esperienza mi ha segnato la vita.
Violenza, una parola che racchiude per me anni in cui ho visto mia madre
lottare per salvare la sua vita e la nostra. Anni in cui ho visto
picchiare mia madre per un niente.
Come se davvero un niente fosse abbastanza per essere piacchiati, o come
se veramente chiunque di noi avesse il diritto di alzare le proprie mani
su un altro essere vivente. Quante
volte mi sono chiesta, perche’ io? Perche’ ho dovuto vivere questa
esperienza? Non sono riusciata mai a darmi una risposta. Non sono riuscita
a rispondere a quei perche’. A volte nn ci sono perche’. Ho cercato e
ricercato, il perche’ nn esiste. Ho imparato che cos’e’ accettare,
ho imparato che la rabbia e il rancore non portano veramente a niente. Ho
imparato a perdonare. Il perdono ti apre il cuore, il perdono ti da’ la
possibilita’ di lasciar andare. Di cambiare strada. Non e’ un perdere
la battaglia, e’ una forte forma di coraggio che ti cambia la vita.
Ho accettao il mio passato. Non posso cambiarlo. Ho abbandonato quella
strada di rabbia e rancore. Perche’? Ero stanca di combattere contro i
mulini a vento. Ero esausta di combattere contro me stessa. La mia vita
non poteva essere solo sofferenza. Non poteva essere cosi’ come me
l’hanno mostrata e come l’ho vissuta.
C’e’ di piu’.
La
mia vita ha valore. La mia persona ha valore. Come donna ed essere umano
ho il dovere verso me stessa e gli altri di riscattare la mia bambina
desiderosa di affetto, felicita’ serenita’ e amore. Chi altro? Io
stessa, per me e per lei, che adoro, che coccolo, che sorride dentro di
me, piange, chiede e mi da forza nei momenti di confusione e a cui parlo
nei momenti di sconforto.
Per
lei vivo, lei si merita tutto il bene di questo mondo.
Ogni bambino ha il sacrosanto diritto di vivere un’infanzia serena e
probabilmente questo e cio’ per cui mi vorrei impegnare. Forse per
questo ho vissuto questa esperienza. Avrei potuto buttare via la mia vita.
Ho deciso un giorno di non farlo. La mia vita vale tanto. Sono qui per
viverla a pieno, rendere felice me stessa e coloro che mi sono accanto.
P
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