LO
TSUNAMI DELL’ANIMA: PANICO E STATI OSSESSIVI.
NUOVI
CONCETTI TEORICI
Stefano
Coletta
Le ossessioni sono idee,
pensieri, ragionamenti, immagini, che si propongono in modo iterativo e
automatico contro la volontà del soggetto. Esse descrivono la condizione
di chi è costretto a trattenersi con pensieri o idee particolari che non
è in grado di evitare ripetendo indefinitamente questo obbligo a cui non
riesce a sottrarsi, seppur consapevole dell'insensatezza delle sue idee
ossessive. Generalmente si tratta di pensieri o più spesso di
immagini relative a scene in cui la persona attua comportamenti
indesiderati e inaccettabili, privi di senso, pericolosi; il disturbo
ossessivo puro è caratterizzato dalla preoccupazione costante riguardo
all'avverarsi di certi eventi improbabili ma intollerabili per il
soggetto, spesso seguita da un dialogo interno volto alla rassicurazione.
Inoltre il soggetto, per difendersi da queste idee persecutorie, attua dei
contro rituali che molto spesso finiscono per complicarne ulteriormente
l'esistenza.
Quando ciò accade, bisognerebbe considerare che la nostra mente è un
oceano di pensieri, di immagini, che inglobano il pensiero ossessivo, lo
assemblano; tale pensiero dimostra che la nostra mente contiene infinite
idee, tra le quali, quella ossessiva.
Paradossalmente, le ossessioni, ci segnalano la nostra libertà di
pensiero: anche se sembrano perseguitarci, in realtà, sono un pensiero
nuovo, che seppur bizzarro, sta ad indicarci che la nostra mente può
attingere ad altro, può dirci cose nuove riguardo a noi stessi, sradicare
le cose "certe" che ci diciamo su come siamo o come dovremmo
essere; ci vogliono trascinare in quell'oceano, farci guardare più in là
rispetto ai soliti ragionamenti con cui nutriamo la nostra mente. Questo
pensiero che ci perseguita, che ci assilla è un pensiero
"bloccato", una sorta di veicolo che voleva condurci da altri
pensieri, da altri nostri modi di essere, che, non accettando, abbiamo
bloccato al crocevia tra il nostro piccolo "Io" e quell'oceano
che è la mente (non a caso il termine "ossessione" deriva dal
latino obsidere che significa, appunto, bloccato).
Ogni immagine o pensiero infatti fa parte di quell'oceano Infinito che è
la mente stessa e quando un pensiero ci assilla è perchè lo tratteniamo,
come appartenesse al nostro piccolo "Io", quando in realtà
appartiene a quell'oceano immenso che è la mente: "l'ansia è
fatta dell'impossibilità di perdersi nel tutto" scriveva infatti il
grande filosofo rumeno Emile-Michel Cioran.
Anche
l’attacco di panico ci fornisce ulteriori spunti di riflessione.
Da
un punto di vista prettamente tecnico sappiamo, citando il DSM IV, come il
panico sia “un periodo preciso durante il quale v’è l’insorgenza
improvvisa di intensa apprensione , paura o terrore, spesso associati con
sensazione di catastrofe imminente. Durante questi attacchi sono presenti
sintomi come dispnea, palpitazione, dolore o fastidio al petto, sensazione
di asfissia o soffocamento e paura di impazzire e perdere il
controllo". Il panico, che esprime un intensa reazione emotiva, tende
ad esaurirsi spontaneamente, lasciando però un marcato senso di
prostrazione.
Come abbiamo detto, la nostra mente è un oceano infinto di pensieri, di
immagini, dove il nostro “Io” ne rappresenta solo una piccola parte.
Come la natura insegna, questo oceano non è, ahimé, sempre quieto: il
suo ruolo, anzi, è quello di distruggere ciò che abbiamo costruito nel
nostro “Io”, e il nostro ruolo è di ricostruirci, nuovamente.
L’ansia, il Panico, sono un onda di questo oceano che ci travolge, uno
tsunami dell’anima, che ci insegna a vivere con la consapevolezza che
tutto ciò che siamo o che pensiamo di essere può essere distrutto in
qualsiasi momento, senza preavviso; solo vivendo con tale consapevolezza
possiamo ricostruirci in silenzio, senza più fermarci a pensare perché
è accaduto, come avremmo potuto evitarlo, etc. In realtà non esiste un
modo per evitarlo, perché è proprio il nostro essere naturali che ha in
sé la finalità del distruggerci e del ricostruirci, senza attaccamenti,
come la legge mistica dell’impermanenza insegna da secoli.
Ma in quanto esseri spirituali, oltre che naturali, siamo forniti di due
àncore di salvataggio; la prima delle quali è, per dirla con Epitteto,
quell’elemento creativo, fonte di libertà, detta arte comune.
Creare, disse Corrao, significa partorire, generare, esternare cioè il
nostro mondo interiore, guardarlo dal di fuori; la sofferenza infatti ci
mette in contatto con la nostra interiorità, ci fa ritirare in quel
"vuoto fertile" citato da Perls; e se l'arte è l'equivalente
psichico della procreazione come disse Segal, solo la sofferenza allora,
se presa come opportunità di cambiamento, può farci rigenerare.
Ma non solo: in quale altra circostanza, infatti, oltre che nel panico,
sentiamo scalpitarci dentro un qualcosa di più grande di noi che quasi
non possiamo contenere, se non quando l’Eros, cioè l’amore,
l’attrazione, ci viene a trovare?
Paradossalmente anche l’Eros ha la funzione di distruggerci, di
annientarci, per portarci in quell’altrove che solo gli amanti
conoscono, perchè è solo nell’amore, come insegna Galimberti, che
l’altro ci concede di perderci nella nostra follia e di riprenderci,
aiutandoci a rinascere.
BIBLIOGRAFIA
Cantelmi, T., Pensavalli, M., "Oltre la gabbia del panico",
perdisa editore, 2005.
Cioran,
E., M., "Il funesto demiurgo", Adelphi, 1997.
DSM
“IV”, Masson, 1999.
Favaretti
S., Di Renzo P., Favaretti E., "Come guarire la depressione l'ansia
le fobie e le ossessioni" Armando editore, 2006.
Galimberti,
U., “Le cose dell’amore”, Feltrinelli, 2004.
Ghezzani,
N., "Uscire dal panico", Francoangeli, 2003.
Lanari,
G., Rossi, B., Adorni, P., Cei, V., "Panico: istruzioni per
l'uso", Armando editore, 2006.
Per gli spunti sulla creatività si veda tra l'altro:
Carotenuto, A., "Trattato di psicologia della personalità"
Raffaello Cortina, 1991.
Nissim
Momigliano, L., "L'ascolto rispettoso", Raffaello Cortina, 2001.
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