L’ASMA: quale rapporto con la malattia?
In genere, i programmi psicoeducazionali comprendono le seguenti componenti: - offerta di informazioni sull’asma e sui farmaci di più frequente impiego ; - addestramento all’identificazione e all’evitamento dei trigger; - training nell’autovalutazione dei sintomi asmatici e nell’uso del peak flow meter per valutare le esacerbazioni e come guida per l’assunzione dei farmaci o per la consultazione del medico; - allenamento alla respirazione diaframmatica; - adattamento posturale; - rilassamento e riduzione dello stress; - terapia di gruppo per la riduzione dell’ansia e della paura che accompagna la malattia; - rinforzo di atteggiamenti e abitudini salutari. (Majani G., 1999) In aggiunta al trattamento farmacologico, educazione e self-management sono diventati aspetti indispensabili nel trattamento dell’asma. L’usuale trattamento medico per gli asmatici è inefficace, per questo , Ringsberg et al. hanno condotto uno studio inerente ad un programma di educazione alla salute che può essere usato per la loro riabilitazione. Il programma prevede un approccio multidisciplinare basato sul PBL (problem based learning). Gli insegnati supportano ogni partecipante al dialogo e al lavoro all’interno di un gruppo. I soggetti vengono considerati esperti del loro problema e devono identificarne i diversi fattori: 1. riflettere sulla struttura cognitiva e sui diversi modi di pensare; 2. riflettere sull’essere soggettivamente ipereattivi; 3. riflettere sull’essere socialmente limitati. Durante il programma, i partecipanti iniziano a guardare il loro disturbo da diverse prospettive. Lo scopo è quello di ridurre il comportamento passivo alle regole imposte dalla malattia ed incoraggiare il paziente a prendersi la responsabilità della propria vita. Lo studio condotto da Ringsberg et al. (2002) ha riscontrato un decremento dei sintomi nei pazienti asmatici. Allo scopo di assistere paziente e medico nell’integrazione d’istruzioni terapeutiche mediche e comportamentali, sono stati sviluppati programmi di self-managemenet (Lehrer PM, Saraguaray D, Hachron S, 1992; Cree TL, Winder JA, 1986). Per mezzo di tecniche educazionali e comportamentali, questi programmi accrescono il senso di controllo del paziente, la responsabilità del trattamento, e considerano medico e paziente come due partners nella gestione dell’asma (Put, O. van den Berg, V. Lenangre, M Demedts, G. Verleden, 2003). Alcuni programmi, oltre al self-management e ai programmi educazionali, integrano tecniche comportamentali e cognitive, tecniche di gestione dei sintomi o tecniche di riduzione dello stress (Lahdensuo A., Haahtela T., Herrala J., 1996; Wilson SR, Scanagas P., German DF,1993). Put et al.(2003) hanno incluso nel loro studio un altro parametro da analizzare: “l’affettività negativa” (NA) o disposizione ad esperienze soggettive di distress ed insoddisfazione. La NA è stata estensivamente legata al comportamento e ai sintomi somatici riportati dai soggetti. Generalmente, le emozioni negative sembrano favorire una distorsione nella percezione dei sintomi (Stegen et al., 1998; Put et al., 1999). L’ipotesi posta nello studio di Put et al.(2003) era che l’educazione e l’intervento cognitivo comportamentale migliorerebbero il comportamento connesso all’asma, ma non NA. È noto che le terapie a breve termine possono influenzare l’emotività in disturbi quali l’ansia, ma Put e collaboratori supposero che il trattamento proposto fosse inadeguato al cambiamento di una disposizione come la Na. In questo lavoro la NA è stata considerata come tratto quindi come una caratteristica stabile, tuttavia, è stato riscontrato che i soggetti che hanno partecipato ai programmi di asma-management riportano livelli più bassi di emotività negativa rispetto ai soggetti che non vi hanno preso parte. .
Ringsberg KC, Lepp M, Finnstrom B, “Experiences by patients with
asthma-like symptoms of a
problem-based learning health education programme”, pp 290-93
Family Practice,
University Press
2002. .
Put C., van der Bergh O., Lemaigre V., Demendts M., Verleden G.,
“Evaluation of an
individualised asthma programme directed at behavioural change”,
pp 109-15 ERS Journal 2003.
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