CONTRIBUTO DI ALESSANDRO 07/12/2006
Dopo
anni di tentennamenti, decido di recarmi a Milano per trovare un mio caro
amico e approfittarne per assistere, per la prima volta in vita mia, a una
partita casalinga della grandissima INTER. Ma quella che doveva essere una
giornata speciale inizia con un mattino carico di tensione. Sento
aleggiare il panico sopra di me, come una cappa che mi opprime e mi
impedisce di respirare. E subito scorrono nella mia mente immagini delle
tante giornate rovinate dal panico, l’ospite indesiderato che sembra
punirmi ogni volta che mi sforzo di vivere la mia vita senza pensare a
lui. La prima cosa che mi passa per la testa è prendere l’ansiolitico
per evitare che l’ansia anticipatoria possa trasformarsi in panico una
volta giunto allo stadio. Ma poi mi ricordo che quella che sto vivendo è
una situazione nella quale posso mettermi alla prova, superando i limiti
che mi sono imposto. All’emozione della mia prima volta allo stadio
decido di aggiungere il gusto della sfida al panico in una situazione in
cui, se mi passate le metafora calcistica, è il panico a giocare in casa.
Mi dico che quelle emozioni che mi accingo ad affrontare sono emozioni
positive, che devo vivere nella loro pienezza, senza menomarle o attutirle
con un farmaco. E quello che mi è capitato allo stadio è stata una sorta
di riconciliazione con la vita, o almeno con quella parte di vita che
credevo ormai relegata al passato. Ho vissuto la mia giornata con la
leggerezza e la meraviglia di un bambino alla scoperta del mondo, senza
paure aprioristiche e orgoglioso di me, uscito vittorioso dalla mia
personalissima sfida. Ma soprattutto pronto a rimettermi alla prova, a
spostare sempre oltre le colonne d’Ercole delle mie esperienze, eccitato
dall’idea di dove questo cambiamento che sto mettendo in atto possa
portarmi. Un
saluto a tutti. P.S.
Questo episodio è stato richiamato alla mia mente dalla lettura del
contributo di Antonella. Nel racconto della sua domenica (giornata per me
abitualmente critica) rivedo parecchi aspetti comuni alla mia, soprattutto
il piacere della riscoperta della vita e delle nostre potenzialità.
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