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NUOVE EMERGENZE SULL’ ABUSO DI MINORI 

Simona Zanda

Secondo l’OMS (WHO, 2002) “l’abuso e il maltrattamento sono tutte forme di abuso fisico, emotivo e sessuale, di trascuratezza, accudimento carente e sfruttamento da cui consegue in modo effettivo o potenziale un danno alla salute, alla sopravivenza, allo sviluppo o alla dignità di un minore all’interno di una relazione di fiducia, responsabilità o di potere”.Il maggiore incremento si registra per la fattispecie di reato introdotte dalla legge 269/1998, prostituzione minorile, pornografia minorile, detenzione di materiale pornografico attraverso lo sfruttamento di minori e turismo finalizzato allo sfruttamento e prostituzione di minori. Si tratta di un aggregato di eventi al cui interno, esplode in modo particolare il reato connesso alla produzione, e ancora più al commercio, alla divulgazione, alla distribuzione e alla cessazione di materiale pedopornografico. I reati contro la persona, categoria entro la quale sono inclusi gli atti che configurano abuso e sfruttamento sessuale di minori, presentano un’incidenza elevata dei procedimenti contro autori ignoti.Gli atti sessuali con minorenni (art. 609 quarter), le violenze sessuali(art. 609 bis) e la corruzione di minore (art. 609 quinquieis) fanno riferimento alle fattispecie riformate dalla legge 66/1996.Le violenze sessuali includono atti criminosi commessi ai danni di persone adulte sia di persone minorenni. La corruzione di minorenne si sostanzia in atti sessuali compiuti in presenza di persona minore di anni quattordici, al fine di farlo assistere.La maggior parte delle violenze avviene all’interno di una relazione di conoscenza e di fiducia tra l’autore e la vittima (relazione intraspecifica). Questa relazione appare caratterizzare ben il 90,8% dei casi segnalati. Il contesto di relazione familiare continua a rappresentare il luogo più pericoloso per i bambini:oltre il 90% degli abusi avvengono ad opera di persone che hanno un legame di familiarità parentale o di conoscenza con il bambino. I conoscenti sono le persone più pericolose, in quanto nel corso degli ultimi 2 anni sono pari al 55% degli autori  identificati. Tra i parenti, le figure più riccorenti sono quelle del genitore (ma con una forte diminuzione tra 2001 e 2003, si passa dal 30% del totale a 19,6%) al convivente del genitore e dello zio. La scuola e l’ambiente sociale nel quale il bambino sviluppa le sue competenze relazionali esterne alla famiglia, rimangono contesti residuali rispetto al verificarsi di forme di abuso ascrivibili alla legge 66/1996. Tra le categorie di soggetti incluse nelle definizioni del Ministero dell’Interno, si evidenzia un aumento del numero delle segnalazioni che riguardano insegnanti, il cui numero passa da 3 insegnanti segnalati nel 2000 a 15 nel 2003. La maggior parte delle vittime si colloca dagli 11 ai 14 anni, ma nel corso dell’ultimo anno di rilevazione si osserva un livellamento quantitativo tra la prima classe dagli 0 ai 10 anni e la seconda (294 e 295 vittime rispettivamente). C’è un aumento significativo di casi di infantofilia, quindi di vittime di 0-10 anni (+51,5%) per il reato ex art. 609 bis, cui però non corrisponde una variazione nel peso relativo della classe sul totale delle età considerate. Nel complesso prevalgono le vittime di sesso femminile con un rapporto, in media, di 2 femmine per ogni vittima di sesso maschile. La distribuzione territoriale segna un’aumento per le regioni del Nord (+43,4) e ancora un più forte incremento nel Sud e nelle Isole (+53%9), mentre nel  Centro vi è un decremento(32,5%). La nuova emergenza da affrontare in maniera pedofilia riguarda un notevole aumento della pedofilia femminile. Nel 2003 l’Associazione Meter aveva scoperto 5 siti internet di donne pedofile contenenti materiale fotografico e slogan di promozione e diffusione della pedofilia femminile. Ciò che può far scattare la propensione pedofilica  o più marcatamente infantofila nel sesso femminile è un rifiuto verso il mondo adulto, ossia un fermo proposito di non crescere, per non diventare come coloro che, a livello inconsapevole, sono fatti oggetto di disprezzo e svalutazione. All’origine di questo atteggiamento psicologico potrebbe esserci un abbandono, una separazione o un’esperienza di abuso, eventi vissuti in maniera estremamente traumatica e che non sono stati elaborati e quindi risolti, con la conseguente coazione a riviverlo. Alcune donne hanno subito abusi da bambine e l'esasperazione nell'attività sessuale pedofila e' riconducibile al tentativo di vendetta sugli uomini, per fare riemergere la propria femminilità. La dinamica pedofilica si può profilare anche come condotta d’appoggio ad un partner. In questi casi la donna, per amore o dipendenza dal compagno, diventa portatrice delle stesse tendenze, a scopo di comunione e condivisione. In questi casi si parla di “pre-pedofilia” per sottolineare il ruolo periferico della donna.Tenendo presente che la pedofilia femminile intra-familiare ha caratteristiche differenti dalla pedofilia femminile che si manifesta al di fuori delle mura domestiche, preferendo mete lontane come luoghi di abbordaggio, si può affermare con certezza che tale fenomeno e' comparso, all'incirca, intorno agli anni '70. Alcune indagini giornalistiche, hanno messo in luce che oggi l'età di queste donne varia dai 25 anni circa ai 50 anni, mentre le motivazioni che le spingerebbero ad alimentare il desiderio di vivere una notte di sesso con bambini di 6-7 anni o di 11-12, sono sempre le stesse: la soddisfazione sessuale e, ad un tempo, l'appagamento materno. Sulle donne che praticano la pedofilia all'estero, si e' saputo che per permettere l'atto sessuale, vengono iniettati nei testicoli di bambini di 6-7 anni degli ormoni e droghe. Poco si conosce sull'uso di tali sostanze, a parte gli effetti collaterali estremamente sgradevoli per il minore. Dalla testimonianza di volontari dello Sri Lanka, si apprende che sono le donne pedofile stesse (la maggior parte svizzere e tedesche) a portare le droghe da iniettare nei bambini. Secondo il resoconto di una dottoressa che ha visitato alcuni di quei bambini, il trattamento ormonale causa l'abnorme ingrossamento dell'organo sessuale ad un ragazzino di 11-12 anni che non tollera più di 5-6 di tali iniezioni.

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