LE
DISFUNZIONI SESSUALI
Barbara
Florenzano
Cos’è
la sessualità?
Proporre
una definizione di sessualità risulta un’impresa realmente ardua. Essa
include aspetti fondamentali della nostra vita quali quelli biologici,
culturali, affettivi, sociologici e religiosi.
Intanto, per cercare di fare un po’ di chiarezza, possiamo distinguere
tra atti sessuali (baci, penetrazione, masturbazione, ecc.) e
comportamenti sessuali (corteggiare, sedurre attraverso lo sguardo,
l’abbigliamento, ecc.). Possiamo anche affermare che il sesso ha diverse
finalità: riproduttive, ricreative e/o relazionali se orientato allo
scambio comunicazionale con la persona amata. Non tralasciamo il fatto,
inoltre, che il sesso rappresenta la dimensione della nostra vita che
racchiude la più ampia gamma di emozioni e sentimenti; dalla sessualità
infatti si originano passioni, paure, divieti, tabù, creazioni
artistiche.
Secondo Dèttore (2001) i fattori sufficientemente potenti da giustificare
la centralità di tutto ciò che è sessuale nell’esistenza umana sono
fondamentalmente tre:
La possibilità di procreare nuovi esseri umani ;
Il piacere associato agli atti sessuali che fa sì che essi vengano
ripetuti ;
L’intimità fisica e psichica che i comportamenti sessuali richiedono
alle persone che ne sono protagoniste ;
L’attività sessuale rappresenta, in definitiva, un ambito estremamente
complesso e dunque soggetto a problematiche. Vediamo nel dettaglio quali
disagi possono sorgere nella sessualità maschile ed in quella femminile
intesa, in modo più specifico, come insieme di atti sessuali.
Il
ciclo di risposta sessuale
Quando
il desiderio sessuale e le modificazioni psicofisiologiche che
caratterizzano il ciclo di risposta sessuale presentano un’anomalia, o
anche quando al coito è associato un dolore, ci troviamo di fronte ad una
disfunzione sessuale. Il ciclo di risposta sessuale non è altro che
l’insieme di “tappe” che ognuno di noi percorre da quando ha la
sensazione di provare un desiderio sessuale, fino al soddisfacimento dello
stesso. Si sostanzia in quattro fasi: Desiderio:
consiste in fantasie sull’attività sessuale e nel desiderio di
praticarla
Eccitazione: consiste in una sensazione soggettiva di piacere sessuale e
nelle concomitanti modificazioni fisiologiche. Le principali modificazioni
nel maschio sono la tumescenza del pene e l’erezione. Le principali
modificazioni della donna sono la vasocongestione pelvica, la
lubrificazione e la dilatazione della vagina e la tumescenza dei genitali
esterni
Orgasmo: consiste in un picco di piacere sessuale, con allentamento della
tensione sessuale e contrazioni ritmiche dei muscoli perineali (il perineo
è la parte del corpo compresa fra l’ano e l’apparato urogenitale) e
degli organi riproduttivi. Nel maschio vi è la sensazione di inevitabilità
dell’emissione di sperma. Nella donna vi sono contrazioni (non sempre
percepite soggettivamente come tali) della parete del terzo esterno della
vagina. Sia nel maschio che nella femmina, lo sfintere anale si contrae
aritmicamente
Risoluzione: consiste in una sensazione di rilassamento muscolare e di
benessere generale. Durante questa fase i maschi sono fisiologicamente
refrattari ad ulteriori erezioni ed orgasmi per un periodo variabile di
tempo. Al contrario, le femmine possono essere in grado di rispondere a
nuove stimolazioni quasi immediatamente .
Una disfunzione sessuale può collocarsi in una o più delle fasi sopra
descritte generando:
-
Un
disturbo del desiderio
-
Un
disturbo dell’eccitazione
-
Un
disturbo dell’orgasmo
-
Un
disturbo da dolore sessuale
Ognuna
di questi disagi può, a sua volta, appartenere ad uno dei seguenti
sottotipi:
-
tipo
permanente – la disfunzione è presente fin dall’inizio
dell’attività sessuale del soggetto (dal primo o dai primi
rapporti)
-
tipo
acquisito – la disfunzione si sviluppa solo dopo un periodo di
funzionamento normale del soggetto
-
tipo
generalizzato – la disfunzione non è limitata a certi tipi di
stimolazione (ad esempio coito, masturbazione, petting, ecc.) di
situazione o di partner
-
tipo
situazionale - la disfunzione è limitata a certi tipi di
stimolazione, di situazione o di partner
Le
disfunzioni sessuali
DSM-IV-TR
Il
Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali - Text Revision (DSM-IV-TR,
2002) stabilisce alcuni criteri in base ai quali il clinico (psicologo o
psicoterapeuta) può diagnosticare un disturbo sessuale. Fare una diagnosi
(dal greco dià, attraverso e gnosis, conoscenza) vuol dire ricondurre un
fenomeno o un gruppo di fenomeni, dopo averne considerato ogni aspetto, a
una determinata categoria. In termini più semplici, una volta valutati i
sintomi si può stabilire se quella persona è portatrice di quella
determinata patologia-problematica o meno.
Tutti i disturbi sessuali hanno due criteri in comune, vale a dire:
CRITERIO
B:
L'anomalia deve causare un notevole disagio o difficoltà interpersonali a
chi è “portatore del sintomo”
CRITERIO
C: La
disfunzione sessuale non è meglio attribuibile, quindi strettamente
connessa
ad
un’altra condizioni
che può essere oggetto di attenzione clinica, ad esempio un problema di
depressione o ansia (ad
eccezione di un'altra disfunzione sessuale);
agli effetti fisiologici diretti di una sostanza di abuso o di un farmaco
ad una condizione medica generale, cioè ad un’altra malattia
neurologica, endocrina, vascolare o che colpisce l’apparato
genitourinario.
Tali
criteri hanno ricevuto diverse critiche poiché la realtà clinica, vale a
dire le storie che i pazienti riportano a noi psicologi e psicoterapeuti,
è molto più complessa e non può soddisfarli in pieno. Ciò significa
che il DSM viene utilizzato come linea guida ma ogni caso deve essere
valutato come unico ed irripetibile, esattamente come ogni individuo.
Vediamo
ora qual è, nello specifico per ogni disagio, la condizione necessaria
affinché se ne possa fare diagnosi.
Disturbo
da desiderio sessuale ipoattivo
CRITERIO
A:
Fantasie sessuali e desiderio di attività sessuale persistentemente o
ricorrentemente carenti (o assenti). Il giudizio di carenza o assenza
viene fatto dal clinico, tenendo conto dei fattori che influenzano il
funzionamento sessuale, come l'età e il contesto di vita del soggetto.
Vi è scarsa
motivazione a cercare stimoli sessuali ed una diminuzione della
frustrazione quando manca l’opportunità di prestazione. Solitamente chi
è affetto da questo disturbo non “prende l’iniziativa” e può
partecipare all’attività sessuale quando intrapresa dal partner ma con
riluttanza. Sebbene la frequenza dei rapporti sia scarsa, la pressione
dell’altro/a o il bisogno di intimità, tenerezza, possono aumentare la
frequenza degli incontri. E’ importante per il clinico valutare anche
quanto un apparente “scarso desiderio” in un partner possa riflettere
un eccessivo bisogno di espressione sessuale da parte dell’altro. La
scarsità del desiderio sessuale può essere la disfunzione primaria o la
conseguenza del disagio emotivo indotto dai disturbi dell’eccitazione o
dell’orgasmo. Ciò non toglie che alcuni soggetti con scarso desiderio
sessuale mantengono la capacità di un’adeguata eccitazione sessuale e
di orgasmo in risposta alla stimolazione sessuale.
Disturbo
di avversione sessuale
CRITERIO
A:
Persistente o ricorrente estrema avversione ed evitamento di tutti (o
quasi tutti) i contatti sessuali genitali con un partner sessuale.
E’
presente ansia, timore, disgusto o sofferenza psicologica vera e propria
di fronte ad un’opportunità sessuale. L’avversione al contatto
genitale può essere focalizzata su un particolare aspetto
dell’esperienza sessuale (ad esempio secrezioni genitali, penetrazione
vaginale, ecc.). Alcune persone provano una repulsione generalizzata verso
tutti gli stimoli sessuali, inclusi baci e toccamenti.
Disturbo
dell'eccitazione sessuale femminile
CRITERIO A: Persistente o ricorrente incapacità di raggiungere, o di
mantenere fino al completamento dell’attività sessuale, un’adeguata
risposta di eccitazione sessuale con lubrificazione-tumescenza dei
genitali esterni e vasocongestione pelvica.
Sovente
le donne che presentano questo disagio lamentano anche uno scarso
desiderio sessuale e difficoltà nel raggiungimento dell’orgasmo. In
altri casi arrivano a provare dolore o ad evitare del tutto i rapporti
sessuali.
Disturbo
maschile dell'erezione
(tuttora,
nel linguaggio corrente, per riferirsi a questo disagio si utilizza il
termine impotenza)
CRITERIO
A:
Persistente o ricorrente impossibilità di raggiungere, o di mantenere,
un'erezione adeguata fino al completamento dell'attività sessuale.
Esistono
diversi tipi di disfunzione erettile. Alcuni soggetti riferiscono
l’incapacità di avere l’erezione fin dall’inizio dell’esperienza
sessuale. Altri lamentano di aver, dapprima, avuto un’adeguata erezione
e poi di aver perduto tumescenza nel tentativo della penetrazione. Altri
ancora riportano di avere un’erezione sufficientemente valida per la
penetrazione ma di perderla prima o durante le successive spinte. Taluni,
infine, possono riferire di riuscire ad avere l’erezione solo durante la
masturbazione ovvero al risveglio.
Le difficoltà di erezione sono spesso associate ad ansia sessuale, timore
di fallimento, preoccupazione per la prestazione e ad una ridotta
sensazione soggettiva di eccitazione sessuale e di piacere.
Disturbo
dell'orgasmo femminile
CRITERIO
A:
Persistente o ricorrente ritardo (o assenza) dell'orgasmo dopo una fase di
eccitazione sessuale normale. Le donne mostrano un'ampia variabilità nel
tipo o nell'intensità della stimolazione che induce l'orgasmo. La
diagnosi del disturbo dell'orgasmo femminile dovrebbe basarsi sulla
valutazione del clinico che la capacità di orgasmo della donna sia minore
di quanto ci si aspetterebbe per età, esperienza sessuale, e adeguatezza
della stimolazione ricevuta.
Poiché
nelle donne la capacità di orgasmo aumenta con la pratica sessuale, con
la sperimentazione di nuove stimolazioni e con la crescente conoscenza del
proprio corpo, questo disagio può essere più diffuso tra le donne
giovani. Esso può inoltre compromettere l’immagine corporea,
l’autostima o la soddisfazione nelle relazioni.
Disturbo
dell'orgasmo maschile
(definito
anche come eiaculazione ritardata o impossibile)
CRITERIO
A:
Persistente o ricorrente ritardo, o assenza, dell'orgasmo dopo una normale
fase di eccitazione sessuale nell'ambito di una attività sessuale che il
clinico, tenendo conto dell'età del soggetto, giudica adeguata per
localizzazione, intensità e durata.
Nella
forma più comune di tale disturbo il maschio non può raggiungere
l’orgasmo durante il rapporto sessuale, sebbene possa eiaculare a
seguito di stimolazione manuale o orale da parte del partner. Alcuni
soggetti riescono a raggiungere l’orgasmo durante il coito ma solo dopo
una prolungata e intensa stimolazione non coitale. Altri possono eiaculare
solo con la masturbazione. Un gruppo ancora più ristretto può
sperimentare l’orgasmo esclusivamente al momento del risveglio da un
sogno erotico.
Eiaculazione
precoce
CRITERIO
A:
Persistente o ricorrente eiaculazione a seguito di una minima stimolazione
sessuale prima, durante, o poco dopo la penetrazione e prima che il
soggetto lo desideri. Il clinico deve tenere conto dei fattori che
influenzano la durata della fase di eccitazione, come l'età, la novità
del partner sessuale o della situazione e la frequenza recente
dell’attività sessuale.
L’eiaculazione
precoce viene considerata “normale” negli adolescenti ed è presente
fin dai loro primi tentativi di rapporto sessuale. Tuttavia, solitamente,
col tempo scompare grazie all’esperienza, alla pratica e alla
progressiva conoscenza del proprio corpo. Quando il disturbo esordisce
dopo un periodo di funzionamento adeguato, il contesto è spesso quello di
una diminuita frequenza dell’attività sessuale, di intensa ansia da
prestazione (soprattutto se si tratta di una nuova partner) o di una
perdita di controllo sull’eiaculazione legata alla difficoltà nel
raggiungere o nel mantenere l’erezione. La valutazione dei partners sul
tempo che intercorre tra l’inizio dell’attività sessuale e
l’eiaculazione, così come i loro pareri sul fatto che l’eiaculazione
precoce sia o meno un problema, possono essere assai disparati. Se la
persona che ne soffre è single, può esitare ad intraprendere nuove
relazioni per il timore dell’imbarazzo causato dal disturbo e questo può
contribuire, a sua volta, all’isolamento sociale ed alla cronicizzazione
del sintomo. La maggior parte degli uomini con questo disturbo può
ritardare l’orgasmo durante la masturbazione per un tempo notevolmente
più lungo che durante il coito.
Dispareunia
(dolore durante il coito)
CRITERIO
A:
Ricorrente o persistente dolore genitale associato al rapporto sessuale in
un maschio o in una femmina
Il disturbo può
essere presente anche in entrambi i sessi e, sebbene si presenti quasi
sempre durante il coito, può insorgere anche prima o dopo il rapporto.
Nelle donne, tra le quali la dispareunia è decisamente più diffusa, il
dolore viene descritto come superficiale durante la penetrazione ovvero
come profondo durante le spinte del pene. L’intensità dei sintomi può
variare da una lieve sensazione dolorosa ad un dolore intenso. In quest’ultimo
caso la sofferenza può essere tale da causare l’evitamento delle
esperienze sessuali, la compromissione delle relazioni esistenti o la
limitazione dello sviluppo di nuovi rapporti.
Vaginismo
CRITERIO
A:
Ricorrente o persistente spasmo involontario della muscolatura del terzo
esterno della vagina, che interferisce col rapporto sessuale.
La contrazione involontaria coinvolge i muscoli perineali che
circondano il terzo esterno della vagina quando si tenta la penetrazione
vaginale con il pene, le dita, un tampone o lo speculum (strumento
utilizzato dai ginecologi). In alcune donne persino la sola idea
dell’introduzione in vagina può causare uno spasmo muscolare. La
contrazione può variare da una forma lieve, che induce una certa tensione
o disagio, fino a forme gravi che impediscono completamente la
penetrazione. In alcuni casi, tuttavia, il desiderio, il piacere e
l’orgasmo possono essere mantenuti se la penetrazione non è prevista o
tentata.
Il
vaginismo può compromettere o limitare le relazioni affettive di coppia,
in corso o possibili, poiché impedisce il coito. Si tratta di un disagio
che riguarda più le donne giovani che quelle avanti negli anni. Ad esso
potrebbe essere associato un atteggiamento negativo nei confronti del
sesso in generale, una storia di abuso o un trauma sessuale.
Bibliografia
Psychiatric
Association. Edizione italiana a cura di Andreoli V., Cassano G. B. e
Rossi R. (2002), DSM-IV-TR. Manuale
diagnostico e statistico dei disturbi mentali - Text Revision, quarta
edizione, Milano, Masson.
Dèttore
D. (2001), Psicologia e
psicopatologia del comportamento sessuale, Milano, McGraw-Hill.
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