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ANCORA DUE PAROLE

  CESARE  DE SILVESTRI

Il mio recente articoletto ("Non è vero che sia la morte...) mi ha procurato una raffica di critiche. Non sto a riportale perché sono le solite argomentazioni dei vari movimenti per la Vita, antiabortisti, proibizionisti a tutto campo,eccetera, i quali considerano la vita sempre e comunque sacra. Anche quella dello zigote, e vorrebbero conferire dignità umana persino all'ovulo appena impiantato nell'utero - e magari prima. Già, anche prima, perché se la prendono contro la cosiddetta "pillola del giorno dopo" che impedisce appunto tale impianto. E considerano la vita talmente sacra che, pur d'impedire l'uso terapeutico delle cellule staminali, preferiscono mandare a marcire in qualche letamaio gli embrioni cosiddetti sovrannumerari. Ma queste sono altre polemiche che riprenderò in altra occasione. qui mi riferisco soltanto all'articoletto in cui parlavo la buona causa dell'eutanasia. La mia posizione non è piaciuta ad alcune persone, mentre altre non sembrano averla capito molto bene. E allora sarà opportuno aggiungere qualche informazione e precisazione per spiegare meglio (o peggio, secondo il loro punto di vista) che cosa intendo dire. 

Una cosa per volta

In quanto all'eutanasia voglio rendere noto a chi già non lo sapesse che esiste un vasto e articolato movimento per l'approvazione di leggi e provvedimenti a favore del cosiddetto "suicidio assistito". La prima associazione per l'eutanasia volontaria (Voluntary Euthanasia Society, poi conosciuta con il nome di "Exit") si organizzò in Gran Bretagna nel 1935 ad opera di Lord Moynihan e del dottor Killick Millard. Negli anni successivi vennero fondate società analoghe in Olanda, in Giappone, Germania e altrove. Nel 1973 si tenne a Tokyo la prima conferenza mondiale delle società per l'eutanasia. Nel 1980 viene fondata ufficialmente la World Federation of Right-to Die Societies http://www.finalexit.org. Il sito, continuamente aggiornato, reca gl'indirizzi di tutte le sezioni nei vari paesi del mondo. Ce n'è una anche in Italia exit@itcnet.it. Successivamente la sezione scozzese di Exit, più decisa e battagliera delle altre, si è costituita come Scottish Exit e succesivamente come Voluntary Euthanasia Scottish Society (VESS) http://www.euthanasia.org. Dal 1936 al 1990 venivano intanto presentati, discussi e respinti dalla Camera dei Lord e da quella dei Comuni numerosi disegni di legge sulla materia. Ma nel 1991 il Congresso degli Stati Uniti approvò il Patient Self-Determination Act che obbliga gli ospedali a rispettare il Living Will (testamento in vita) dei casi terminali. Nello stesso anno il libro "Final Exit " di Derek Humphry mantenne per parecchie settimane il primo posto fra i best-seller.  Numerose associazioni mediche, a cominciare da quella britannica, nonché tribunali e istituzioni parlamentari di vari paesi, hanno manifestato il proprio sostegno al rispetto del Living Will, ed in alcuni di essi sono state introdotte leggi, norme e regolamenti in proposito. La VESS (che nell'anno 2000 è tornata a chiamarsi semplicemente Exit) rimane fra le più militanti organizzazioni a favore dell'eutanasia. Ha recentemente elaborato una nuova stesura del Living Will più documentata scientificamente. Il suo sito Web, indicato sopra, è ricchissimo d'informazioni e di link con altre associazioni.

E due

Per quanto riguarda il suicidio, esiste un mio articolo più lungo e argomentato dove ho cercato di spiegare la posizione della RET sulla questione, accennando anche alle più efficaci strategie e tecniche d'intervento con pazienti che manifestano l'intenzioni di uccidersi. Non starò quindi a ripetermi. Chi vuole può chiedermene una copie, tenendo presente che risale a non pochissimi anni fa e andrebbe quindi aggiornato. Ad ulteriore edificazione dei miei critici, mi resta soltanto da aggiungere che, secondo me, chiunque ha il pieno diritto di togliersi la vita. Non solo in condizioni di estrema e inguaribile sofferenza, ma anche in piena salute e in apparente ottima situazione sociale. Gli unici unici requisiti che considero però indispensabili per riconoscere tale diritto a un paziente sono che abbia raggiunto l'età della ragione e riesca a convincermi che le sue motivazioni sono concrete, valide e veramente accettabili. Il resto riguarda la mia coscienza (con la quale faccio i conti soltanto io) e le mie responsabilità professionale e legali che mi sono sempre assunto in prima persona.

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