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...SOLA BEATITUDO

Cesare De Silvestri

 

Il messaggio che ci è prevenuto dagli antichi attraverso i secoli suona appunto così :Beata solitudo, sola beatitudo.  E invece la gente la giudica male e ne ha paura. Una paura irragionevole, perché essere veramente soli in questo nostro mondo è piuttosto difficile. Bisognerebbe andare a vivere in un'isola deserta. Ma il significato che viene dato alla parola assume lineamenti diversi nelle diverse situazioni. Ciò che viene comunemente lamentato è il "sentirsi soli" - per la mancanza di una data persona, o di una relazione amorosa, oppure per la mancanza di amicizie e contatti sociali. 

Solitudine e ideologia

Non sto parlando dei pazienti depressi in cui questa sensazione di solitudine può far parte del quadro clinico. Sto parlando della gente "normale" ma imbevuta di un'ideologia trasmessa dai mass media (libri, riviste, film, canzonette, radio, televisione, eccetera) e fatta di luoghi comuni secondo cui è orribile non avere qualcuno accanto o non essere intruppati in qualche gruppo. 

Senso e sostanza

Ora, sappiamo benissimo che la solitudine, anche nel senso specificato sopra, non è né buona né cattiva in sé. Siamo noi a darle valore a seconda dell'importanza attribuita ad alcuni suoi aspetti riguardo ad altri che pure possiede. Se mi concentro su ciò che mi manca (amore, compagnia, distrazione, eccetera), è facile concludere che sia una brutta cosa. Se mi concentro su ciò che mi offre (libertà, indipendenza, autonomia, eccetera), è altrettanto facile concludere che sia una buona cosa. In entrambi i casi si tratta di un errore di scotomizzazione che impedisce di vedere la faccenda a tutto tondo. 

E allora?

Allora conviene non commettere questo errore. Conviene vedere gli aspetti negativi e positivi della situazione, valutarli per quanto meritano, e tirare delle conclusioni il più possibile equilibrate e imparziali. 

Ma è difficile

Vero. Ma chi ha mai detto che cercare di stare bene sia facile? Però possiamo renderlo meno difficile usando il buon senso e la ragionevolezza. Senza bisogno di sposare la posizione degli antichi, vale la pena di esaminare maglio i vantaggi del non avere troppo a che fare con gli altri - che sono spesso noiosi, invandenti o peggio. E trarne occasione di raccoglimento, di dialogo con noi stessi, di maggiore disponibilità del nostro tempo, del nostro spazio e delle nostre azioni. La solitudine, anche se involontaria, può persino divenire un utile esercizio intellettuale, una specie di sfida ad elaborare un modo di vedere che ci faccia godere meglio i suoi aspetti positivi.Un "solitario" è una diamante di gran pregio. Un "solista" è un suonatore di grande abilità. Un "assolo" è affidato al miglior cantante del coro. E tutti stimano una persona che, come si dice, "si è fatta da sola".

 

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