E' PRIMAVERA
Una volta a New York, era di maggio, a un angolo di strada vidi un uomo che tendeva la mano ai passanti. Aveva un cartello appeso al collo. E sul cartello era scritto: "E' primavera, e io sono cieco" Non ho mai sentito una tristezza così acuta come quel giorno di primavera a New York. Nella mia vita ho avuto emozioni più forti e più angosciose, più personali e sconvolgenti, ma quel cieco mi rappresentò per un terribile istante tutta l'infelicità del mondo. Il dolore, la sofferenza, il tormento, la desolazione delle sciagure irreparabili e della precaria condizione umana. Il crudele contrasto con la bellezza della stagione, del sole e della luce. I colori nuovi degli alberi e dei fiori. Gli occhi splendenti delle ragazze con i capelli sciolti ed i vestiti leggeri agitati dal passo e dalla tiepida brezza che alitava nelle strade. E il contrasto più feroce con l'allegria, la serenità o l'indifferenza dei passanti. Ma non riesco a rendere con le parole i sentimenti che mi aggredirono allora. Posso soltanto rievocarli e sentirne ancora l'eco lontana. Posso soltanto cercare di riversarli nella compassione, nella pietà verso tutti coloro che soffrono. IF I could, I would like to wipe every tear from every eye Verso i miei pezienti, per esempio. Non m'illudo di poter essere l'angelo consolatore di ogni male. Ma cerco di aiutare cualquno a stere meglio. Con i miei mezzi limitati, incerti, talvolta poco efficace-anche per mia incapacità e deficienza. Ma talvolta efficaci. Utili a superare difficoltà e problemi che altrimenti resterebbero come nodi dolorosi nella loro vita. Beyond problems.. E quando riesco ad aiutarli, vorrei non fermarmi alla soluzione dei loro problemi. Vorrei andare oltre. Non mi basta combattere "contro" il male. Vorrei combattere anche "per" qualcosa. Per quello che possiamo chiamare il bene? Per una vita vissuta più appieno, più realizzata, più bella, più goduta. Vorrei insomma che i miei pazienti non solo stessero meglio ma fossero anche più contenti, più soddisfatti, più appagati. E qualche volta riesco anche in questo. Allora mi sembra di aver dato una piccola cosa anche al mio cieco di New York. Una tiepida carezza di sole nella sua buia primavera. ...and beyond despair So che una carezza non guarirà i suoi occhi, ma lo potrebbe forse aiutare nella strenua battaglia che sta conducendo contro le avversità. Una battaglia già in parte vittoriosa perché ha affinato la sua intelligenza sino a fargli inventare quel messaggio. Un capolavoro di comunicazione e di efficacia - un pugno nello stomaco di chi, come me, gli ha prestato un attimo di attenzione. Quella stessa intelligenza può portarlo a divenire un consulente o anche un professionista nel settore della propaganda e della pubblicità. Può comunque servirgli a godere, meglio di noi vedenti, tutti gli altri suoi sensi; apprezzare più intensamente i profumi, i suoni, le voci, la stessa allegria della primavera. La vicinanza, il calore, forse l'amore di un altro essere umano. La vera sciagura non è inciampare e cadere , ma è non cercare di rialzarsi E, come lui, chiunque, praticamente in qualsiasi situazione, può difendersi dallo sgomento e dalla disperazione rifiutando di lasciarsi abbattere dagli eventi, accettandoli per quello che sono senza drammatizzarli, esaminandoli da tutti i punti di vista per vedere se è possibile cambiarli o migliorarli, cercando di adattarsi ad essi se non è possibile fare altro, e infine imparando a sfruttarli come sfida e ad integrarli in modo utile nella propria vita. Talvolta in modo mirabile, talvolta in modo sublime. Let's, then, hold it truth with the poet that men can rise on stepping stones of their dead selves to higher things.
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