Mi
chiamo Pina, ho 54 anni, e da una vita soffro di Disturbi Ossessivi
Compulsivi (DOC) che nell’arco della mia esistenza sono venuti più
volte ad assillarmi, spesso in compagnia di DEPRESSIONE e ATTACCHI di
PANICO.
Sono figlia di una madre molto ansiosa ed apprensiva (con me in modo
patologico) e di un padre ossessivo, insicuro e dedito al bere.
I miei genitori non andavano d’accordo, la mia infanzia è stata un
inferno, scandita dalle loro urla e litigate mostruose. Sono una persona
molto emotiva e sensibile, credo che in me hanno giocato molto sia
l’aspetto biologico che il condizionamento ambientale.
Solo quest’anno, dopo una serie infinita di psicoterapie, cominciando
una TCC, ho scoperto la natura dei miei malesseri, ho finalmente dato un
nome a quella belva che mi ha rovinato la vita !
Era ed è un malessere totalizzante, che provoca una sofferenza
indicibile, blocca tutte le azioni spontanee e ti fa sentire come un
frutto che avvizzisce dentro una pellicola di plastica.
Sei sua prigioniera, e più cerchi di liberartene, più lui si fa forte, e
non scompare, può restare anche dei mesi ! Solo chi l’ha provato, in
forma acuta, è in grado di capire !
Per fortuna ci sono stati anche dei lunghi periodi di pausa, in cui sono
riuscita a fare delle cose (non molte per la verità), altrimenti non
sarei qui a raccontarmi, sarei morta da un pezzo !
Primo
DOC (da contaminazione)
I
primi ricordi coscienti che ho del DOC risalgono a quando ero molto
piccola (circa 4 o 5 anni); noi vivevamo insieme ad una zia di mia madre,
signorina e molto anziana, che spesso badava a me e mia sorella, quando
lei lavorava. Per farmi star buona e non toccare le sue cose (cestino da
lavoro) mi disse che c’erano gli aghi e che erano pericolosi e che
potevano infilarsi nella carne e camminare fino al cuore, e farmi morire.
Panico orrendo e terrore degli aghi, con rituali di evitamento, mi tenevo
sempre molto alla larga dal suo cesto di lavoro.
Addirittura una volta a scuola (facevo l’asilo) mi sembrò di vedere un
ago per terra (forse era solo uno spillo di qualche suora), lo scavalcai
con un enorme passo, per paura che mi contaminasse, ciò nonostante mi
convinsi che mi era entrato dentro. Risultato PRIMO ATTACCO DI PANICO
DELLA MIA VITA, dovettero chiamare mia sorella (4 anni più grande) che
per calmarmi stette con me nel mio banco, tutta la mattina all’asilo.
Sempre mia zia, mi disse che al bagno dovevo stare attenta perché c’era
la varecchina e che se la toccavo mi poteva far diventare cieca. Orrore !
Ogni volta che andavo al bagno non facevo altro che guardare se la
bottiglia di varecchina fosse sempre lì al suo posto, come se potesse
muoversi di suo, e compivo incredibili acrobazie per evitarla il più
possibile.
La paura di perdere la vista, anche indipendentemente dalla varecchina, mi
è durata fino ai 14 anni circa. Avevo il terrore del buio, perché al
buio non potevo controllare se ero diventata cieca (cosa che mi
terrorizzava), dovevo sempre dormire con un piccolo spiraglio di luce,
magari la persiana non chiusa completamente, così se mi svegliavo nel
sonno, vedendo la piccola luce mi rassicuravo che non ero cieca !!!
Secondo
DOC (sessuale e religioso)
Penso sia stato quello più tremendo, che poi con il passar degli anni si
è strutturato sotto altre forme cronicizzandosi, parlo di un DOC mentale,
del pensiero. Non avevo compiuto neanche 8 anni (dovevo fare la 1°
comunione il giorno dopo) e le suore da cui sono andata per 10 anni
(peraltro molto severe, una congregazione spagnolo-francese), ci dissero
di andare a casa e non commettere peccati e cosa ben più grave che si
poteva peccare con il pensiero !!
NON ME L’AVESSERO MAI DETTO !!! Come sono tornata a casa il pensiero
andava dove voleva, mi venivano in mente bestemmie (mio padre era anche un
bestemmiatore) e cose oscene sulla Madonna e Gesù, mi sentivo morire ero
convinta di aver commesso dei peccati gravissimi. Il giorno dopo ho fatto
la comunione (senza confessarmi nuovamente perché mi vergognavo) ed È
STATO IL GIORNO PIÙ BRUTTO DELLA MIA VITA ! Pensavo di aver commesso un
SACRILEGIO !!
Terzo
DOC (sessuale e religioso)
Avevo circa 8 anni, e d’estate in vacanza al mare venne a
trovarci il figlio di un’amica di mamma, di cui io ero innamorata !! Un
pomeriggio ci misero a dormire nella stessa stanza stanza e lui mi disse
se gli facevo mettere la mano nelle mutandine per vedere come ero fatta.
Ho acconsentito pentendomi quasi istantaneamente, ma troppo tardi, mi
erano già venuti orribili sensi di colpa e poi mi ero fissata di essere
rimasta incinta. Non so quante volte mi sono confessata, dicendo al prete
che ero incinta, quando lui seppe quanti anni avevo mi disse di andare da
mia madre e farmi spiegare come stavano le cose !
Avevo all’incirca 14 anni, e mi venne un DOC di tipo religioso,
dovunque vedevo un’immagine sacra, un quadro della Madonna, un
crocefisso, ecc., mi dovevo inginocchiare e fare il segno della croce;
questo accadeva un’infinità di volte, perché anche se giocavo in
camera mia ed il quadro era sempre quello, ogni volta che lo guardavo mi
dovevo inginocchiare e fare il segno della croce, altrimenti commettevo
peccato e poteva succedere qualcosa di brutto, magari ai miei cari.
Risultato avevo le ginocchia massacrate ed ero costantemente presa in giro
da una mia compagna di giochi.
Quarto
e duraturo DOC (da
verifica con compulsione mentale)
Intorno
ai vent’anni presi coscienza di un qualcosa che mi faceva stare male,
che mi inibiva e non mi permetteva di essere me stessa, ma non sapevo che
cosa fosse, e come vi ho detto prima, l’ho saputo solo quest’anno, era
un disagio sfuggente e difficile da descrivere.
Mi sentivo continuamente guardata da me stessa. Poi con gli anni questa
cosa, tra alti e bassi, si ripresentava, fino ad assumere la forma
attuale. Non è facile descriverla ma ci provo lo stesso, anche per
cercare di fare chiarezza in me.
Mi
sento guardata da me stessa, come se una parte di me mi controllasse di
continuo, soprattutto quando devo esprimere una valutazione, anche la più
banale (tipo: è grande, è piccolo, è vicino, è lontano, è bello, è
brutto, fa freddo, fa caldo, è buono, è cattivo, ecc. così
all’infinito ……) detta da me o anche da altre persone.
Mi scatta in mente (compulsione mentale) la fatidica domanda PERCHÉ
??? Domanda alla quale è impossibile rispondere, (e qui sta il nodo)
perché le risposte a volte sono nel nostro DNA, nella parte più
inconscia di noi, nelle esperienze fatte in decine di anni, quindi come
cavolo è possibile rispondere in una frazione di secondo a una domanda
che si è strutturata negli anni e ripercorrere tutta la sua storia
formativa. Oramai nella mente si sono formati dei canali di pensiero e
delle connessioni, frutto dell’esperienza decennale, che è impossibile
ripercorrere. E poi c’è sempre la soggettività, non per tutti le cose
sono uguali.
È come se dovessi percorrere una strada ed ogni volta dovessi
ricostruirla con sabbia e cemento. È logico che tutto ciò mi PARALIZZA
e non mi porta da nessuna parte !!
C’è
una parte di me che ostacola gli automatismi che invece sono fondamentali,
come se ogni volta che guido la macchina mi dovessi ripetere tutte le
lezioni di scuola guida che ho preso. Una parte di me non si fida del mio
cervello e lo deve riverificare in continuazione !!
Si è vero che se uno mi chiede perché questa cosa per te è
bella, io con calma e pensando solo a quella posso rispondere
correttamente, ma non facendo 600 mila altre cose insieme, parlare con le
persone, darmi le risposte, e continuare a vivere.
Contemporaneamente alla fatidica domanda PERCHÉ, mi scatta un senso di
impotenza mostruoso che mi BLOCCA perché so che è impossibile rispondere
e quindi non posso agire; un blocco anche somatico che mi prende alla
bocca dello stomaco e mi fa star male da pazzi. Mi uccide ogni
entusiasmo, MI DISTRUGGE !!
Ho anche pensato che lo scopo del blocco fosse proprio la NON
AZIONE, in quanto non agendo paradossalmente non si può sbagliare !!
Non so se sono riuscita a spiegarmi ma anche per me è tanto
difficile perché questo mostro è sfuggente. Lo so per chi non lo prova
sembra una stupidaggine, ma vi assicuro che è un INFERNO !!!
Quinto
DOC (da aggressività)
Un'estate di 11 anni fa stavo passando un periodo molto difficile, non
riuscivo a restare incinta del figlio che tanto desideravo e che poi non
ho mai avuto; infatti quando sono riuscita a rimanere incinta mi è venuto
un ABNORME ATTACCO DI PANICO, che mi è durato 2 settimane, e così ho
perso il bambino. Il ginecologo mi disse che non poteva essere per quello,
ma io sono sicura del contrario, perché solo io so come stavo, ho avuto
un terremoto ed uno sconvolgimento ormonale di portata biblica. Mi sono
sentita, e mi sento ancora, in colpa per quello che mi è accaduto.
Non c’è niente da fare il prezzo che si paga per queste cose è
veramente troppo alto !!
All’epoca facevo tante cure ormonali e mi sentivo molto nervosa e
stressata. Questo per dirvi, intanto, che certi disturbi psicologici si
manifestano quando noi siamo più deboli e stressati, c'è sempre un
substrato su cui attecchiscono; in genere quando uno sta meglio le cose
poi passano da sole.
Ero in vacanza a Pantelleria con mio marito, che all'epoca adoravo, e ogni
volta che lo vedevo affacciarsi sull'orlo di un precipizio o burrone
(l'isola è molto rocciosa con coste alte e frastagliate) avevo paura che
potesse cadere e contemporaneamente avevo il terrore di poter essere io a
spingerlo. Non vi dico che vacanza !! Gli dicevo di togliersi da lì ed io
mi allontanavo freneticamente con l'aggravante del senso di colpa per aver
avuto un pensiero simile.
Ovviamente NON E' SUCCESSO NIENTE.
Tornata a Roma, mi è ricapitato con un mio collega di lavoro, al quale
ero molto affezionata, c'erano delle forbici da lavoro sul tavolo e a me
è venuta in mente la possibilità di ferirlo con quelle forbici. Ho
cercato di distrarmi e a poco a poco questa cosa non si è più
ripresentata.
Il DOC da aggressività lo avuto anche nei miei confronti, avevo paura di
potermi uccidere.
Una estate di qualche anno fa stavo in seggiovia sul Gran Sasso, era una
di quelle a posto singolo, ad un certo punto mentre guardavo giù mi è
venuto in mente che avrei potuto alzare la sbarra di protezione e buttarmi
di sotto ! Non vi dico la paura ed il batticuore, ho cercato di distrarmi
guardando gli alberi e sono riuscita a calmarmi. È stato brutto, ma è
passato e poi per fortuna non è più venuto, forse perché io non gli ho
dato peso.
Il
DOC si attacca alle cose che più ami, ed io amo molto la vita !!
Come
vedete posso vantare una bella collezione di DOC, anche se il più
tremendo è il n. 5 quello dell’ipercontrollo IMPOSSIBILE !!
Un’altra cosa volevo dirvi, in quest’ultimo periodo ho scritto molto
sul Forum PSICO, dove c’è una sessione dedicata al DOC, e quasi tutti
sono concordi che la miglior cosa da fare nei confronti delle ossessioni e
delle compulsioni, sia proprio quella di non FAR NIENTE, ossia la REGOLA
DELLA NON REAZIONE, perché è solo così che il DOC si può sconfiggere.
Se gli diamo peso e cerchiamo di risolvere le ossessioni ed i problemi,
lui prende energia e diventa sempre più forte. Il DOC cerca in tutti i
modo di sedurti, di coinvolgerti nelle sue battaglie, perché lui vive
solo se tu lo combatti. È un inquilino scomodo, e per di più non
invitato, bisogna tagliargli i viveri, così se ne andrà.
Il DOC è scatenato dall’ansia (dalla paura di perdere il
controllo) e a sua volta genera ansia, è un circolo vizioso che va
spezzato. Non basta però solo non reagire, occorre anche rafforzare la
propria autostima (perché l’insicurezza è un terreno fecondo per il
DOC) e modificare il proprio modo di pensare, trasformando le nostre
convinzioni e pensieri negativi (disfunzionali) in convinzioni e pensieri
positivi (funzionali). Solo modificando drasticamente il pensiero, si
riesce a modificare anche il comportamento, e a sua volta un comportamento
sano rafforza un pensiero salutare.
Questo è quello che credo e che ho sperimentato sulla mia pelle, spero
che la mia storia, la mia sofferenza e le mie esperienze possano essere di
aiuto a qualcuno, già questa per me sarebbe una grande vittoria.
P
S I C T V
La
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