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 La Psicologia dello sport e l´ipnosi nel ciclismo


Eduardo Salbitano

 


La Psicologia dello Sport si occupa dell´influenza che gli stati psicologici e caratteriali hanno nella prestazione sportiva dell´atleta, considerando
quindi la prestazione atletica finale come il risultato di molteplici fattori che sono fortemente interconnessi fra loro. Storicamente soltanto intorno al 1890 alcuni educatori hanno espresso le loro opinioni sugli aspetti psicologici dell'educazione fisica. Norman Triplett nel 1897 effettuò i primi studi sulla performance in situazioni di agonismo. Fino al 1920 la letteratura esistente in merito comprendeva in prevalenza articoli isolati. Coleman Griffit (1925) istituì il primo laboratorio di Psicologia dello Sport presso l'Università dell'Illinois. In Italia nel 1965 a Roma si svolse il primo Congresso Mondiale di psicologia dello sport fortemente voluto da uno psichiatra italiano, Ferruccio Antonelli, che ebbe il merito di riunire molti esperti del settore. Alcuni ricercatori sovietici, Vanek e Cratty, tentarono di studiare le abilità possedute da atleti di elite per distinguerli dai principianti. Tra il 1970 ed il 1980 furono condotti studi sul miglioramento della performance, sulla personalità dell'atleta e sulla motivazione (Ruffar, 1975; Tattersfield, 1975; Gillmore, 1976). Nel 1979, in USA, Rainer Martens fondò la Human Kinetics Publishing Company, casa editrice di riviste importanti quali The Sport Psychologist e Journal of Sport and Exsercise Psychology. Sempre  negli Stati Uniti, nel 1985, su ispirazione di John Silva, nacque la Association for the Advancement of Applied Sport Psychology (AAASP). Negli anni ottanta si approfondirono più specificatamente tecniche mirate al miglioramento della prestazione (Salmela, 1981; Most, 1981, Michele, 1984; Singer, 1984; Swinn, 1986; Hahn, 1986; Unesthal, 1987). Nel 1993 fu pubblicata da Singer e colleghi, la prima edizione di Handbook of Research on Sport Psychology. Nel Nord America è in aumento la tendenza ad orientare gli studi di psicologia sportiva verso il campo "psico-sociale" dello sport. Contrariamente, in Australia, Europa ed Asia viene posta maggior attenzione a studi sull'insegnamento e sul controllo del movimento. Attualmente, in Italia, la formazione nella psicologia dello sport viene effettuata prevalentemente da centri e/o organizzazioni private, che in ristretti casi collaborano con strutture pubbliche. Importante nell´approccio psicologico allo sport è l´aspetto psicodiagnostico utilizzato nella valutazione delle caratteristiche psicologiche generali e delle capacità cognitive dell'atleta. Lo scopo è quello di evidenziare o escludere la presenza di tratti o sintomi psicopatologici manifesti o latenti e di fornire indicazioni circa le capacità visuo-immaginative, attentive e mnemoniche dell´ atleta. Tra le molteplici scale psicodiagnostiche validate, negli ultimi anni, l'orientamento è stato quello di preferire strumenti sport specifici  in particolare, il C.B.A. sport (Cognitive Behavioral Assessment) si tratta di un questionario per la raccolta e l'elaborazione di informazioni che riguardano ampie problematiche di interesse psicologico e più precisamente sportivo. Con tale strumento si valutano determinati fattori quali   la predisposizione ansiosa del soggetto, la vita affettiva e sessuale. Le abitudini alimentari, la qualità del sonno, la presenza di sintomi somatici (senza base organica dimostrabile) avvertiti dal soggetto prima di una gara  ed anche quelle esperienze che potrebbero essere fonte di ansia o paura per il soggetto. Nell´ambito sportivo poi é fondamentale per l´atleta riuscire a percepire alcuni aspetti del proprio fisico e della propria funzionalità all´interno del gesto atletico come nella vita corrente. In tale ottica alcuni autori ( F. Antonelli ) parlano di esperienza ottimale dell´atleta indicandola come uno stato in cui sia possibile avere delle prestazioni sia in allenamento come in gara che possano essere costruttive e non involutive a tale scopo si devono considerare alcuni fattori specifici fra cui annoveriamo:la motivazione allo sport, la leadership nello sport, i sentimenti pre-gara dell'atleta, le abilità analitiche, spaziali e di ragionamento.Nella pratica di ogni sport ci sono chiaramente degli obiettivi che possono essere suddivisi in: oggettivi misurabili (diminuire di peso, vincere un determinato numero di gare, ecc) soggettivi non misurabili (compiere un gesto bene, divertirsi, ecc). Tali obiettivi possono essere, inoltre: orientati al risultato (vincere una gara, una medaglia, ecc.) orientati al miglioramento della performance indipendentemente dagli altri fattori focalizzati sull'azione e l'esecuzione dell'individuo (es. la fluidità della pedalata nel ciclista). Le aree su cui orientare il raggiungimento del risultato sono: il  saper migliorare le qualità individuali come la velocità, l'esecuzione del movimento ecc.; I traguardi di squadra, tattiche, ecc.; E gli obiettivi sulle prestazioni ottenibili dal proprio fisico quali il mantenimento del peso, elasticità, equilibrio, ecc.; Quando si lavora per obiettivi sia l´allenatore che l´atleta, devono esattamente sapere cosa deve essere fatto affinché tutto il lavoro sia finalizzato al risultato, tenendo sempre a mente l´eventualità di possibili imprevisti che possono concorrere al mancato ottenimento del risultato, tali evenienze possono essere di tipo: fisico, infortuni, malattie, scarsa abilità; oppure specificatamente psicologico quali mancanza di sicurezza, di impegno, attitudine negativa, perdita d'interesse ecc. A questo proposito particolarmente importante risulta essere l´esecuzione di un training che possa agevolare l´atleta ad apprendere ed affinare gradualmente le capacità di autopercezione e autoispezione, raggiungendo una migliore consapevolezza del proprio corpo. In relazione poi con la fatica fisica che viene sperimentata imponentemente nel ciclismo a questo proposito bisogna rilevare che gli stati emotivi e psicologici, concorrono a fare avvertire in modo differente le sensazioni di fatica anche perché in caso di stress o paura, l´atleta avrà una maggiore vasocostrizione periferica che gli farà sentire ancora maggiormente la fatica, contrariamente riuscendo a rilassare la muscolatura interessata nello sforzo si potrà avere una notevole diminuzione nei livelli di acido lattico con un consequenziale miglioramento della prestazione. Nello specifico si nota come non tutti gli atleti riescano a percepire proprio corpo allo stesso modo. Importanti quindi sono il ritmo cardiaco la frequenza respiratoria, le contrazioni e decontrazioni, (focalizzate nei vari distretti muscolari) le posture acquisite, la massa muscolare, l´elasticità, la forza, la potenza, ecc.
Una delle tecniche più diffuse è quella di procedere mediante esercizi che favoriscono una progressiva acquisizione della capacità di concentrazione e presa di coscienza corporea, in relazione a specifiche parti dell'organismo (rappresentazione mentale, autopercezione, esplorazione, autoinduzione di sensazioni di pesantezza e calore). Naturalmente si comincia dalla percezione dei segnali corporei più evidenti (come frequenza cardiaca e respiratoria), poi si ascoltano le sensazioni corporee conseguenti ad un determinato movimento fino ad arrivare a riconoscere i segnali connessi ai gesti più fini. Nell´ esecuzione dei vari sport ma in particolare nel ciclismo che è uno sport di durata, sussistono molte variabili che influenzano la prestazione sportiva dell´ atleta: fra queste troviamo molteplici fattori disturbanti, che contribuiscono alla perdita della concentrazione durante la performance. Il riuscire a mantenere la concentrazione sul compito da eseguire, è un irrinunciabile fattore da cui non ci si può sollevare, per cui si rende necessario trovare delle strategie per controllare gli eventuali elementi che distolgono il ciclista dai suoi obiettivi in gara. I fattori che arrecano disturbo si possono dividere in due categorie: fattori esterni fra cui elenchiamo il tracciato di gara, il fondo stradale, il pubblico che si accalca ai bordi della strada sporgendo dalle transenne creando pericolo e distogliendo il corridore dalla sua traiettoria, il clima spesso ostile delle tappe di montagna e la presenza di avversari particolarmente blasonati e talentuosi. Gli altri fattori di disturbo sono quelli interni fra cui troviamo la sensazione persistente di fatica che impedisce al ciclista di ragionare con lucidità, lo stimolo della fame, (dovuto al calo del glucosio) la formulazione di pensieri negativi e svalutativi che concorrono a rallentare l'azione non ottimizzando il gesto atletico ed ancora meno permettono di attuare specifiche strategie di gara. Per ogni atleta essere attento in gara è fondamentale a tal proposito si rileva come l´attenzione può essere spontanea (cioè involontaria, che "segue" gli stimoli così come si susseguono attorno all'individuo) oppure volontaria, focalizzata su uno stimolo ben preciso. Neideffer nel 1993, ha proposto un modello di riferimento in cui sono rappresentati i vari stili con cui viene focalizzata l´attenzione si parla quindi di un focus attentivo dedicato. Allenare la concentrazione significa controllare i processi motori del pensiero, mantenere l'attenzione su di un preciso compito, focalizzando le energie verso un preciso "Monoideismo" veicolante al fine di ottenere una corretta esecuzione riuscendo quindi ha incrementare, le capacità nel selezionare gli stimoli su cui focalizzare l'attenzione dirigendo così quest´ultima al momento opportuno verso le informazioni più utili ai fini del risultato voluto. L'affinamento e la gestione volontaria delle capacità di concentrazione, possono essere sviluppate attraverso un training propriocettivo affiancato anche da varie procedure di rilassamento, tali metodiche costituiscono delle trance ipnotiche ben strutturate ma parlando con gli allenatori il concetto dell´ipnosi non è particolarmente gradito e riconosciuto come tale, posizione questa confermata dalla dott. Ssa Birsa Gerin di Treviso che da anni lavora come psicologa con i ciclisti, inoltre anche se l´ipnosi viene trattata con scetticismo tutte le varie tecniche che poi sono di fatto applicate (rilassamenti e visualizzazioni varie) pur presentate come tecniche di rilassamento, sono in realtà tecniche ipnotiche a tutti gli effetti. In particolare per quanto riguarda questo sport si potrebbe asserire che il ciclista durante la gara, lungo tutto il percorso sperimenti molteplici episodi di trance con variazioni continue correlate strettamente alle dinamiche della gara. Per questi atleti, in particolare è richiesta la capacità di riuscire a passare da un focus attentivo ad un altro, secondo le regole poste dalla tattica di gara e dallo svilupparsi in pochi attimi di situazioni impreviste, ed è perciò molto importante allenare queste abilità, al fine di non restare rigidamente prigionieri di un´unica modalità attentiva che non possa permettere quindi al corridore di essere versatile così come occorre in corsa, ad esempio al momento di uno scatto oppure nel cambio di ritmo e di rapporto da un tratto in pianura ad un tratto in salita. In una tappa ciclistica di media difficoltà e durata come già menzionato il corridore sperimenta uno stato di coscienza ben preciso in ogni fase della prestazione naturalmente nei primi km. l´attenzione verrà rivolta principalmente verso il saper valutare quanta "benzina" il ciclista sa di possedere in questo sport, infatti il problema principale è quello di riuscire a dosare con la massima precisione possibile le forze per tutte le esigenze richieste dalla competizione in atto questo perché il livello di attivazione diminuisce nel tempo infatti con il passare dei km gli stimoli monotoni fanno diminuire nel cervello il livello di attivazione, si devono quindi aver risorse pronte per le salite le pianure e anche per le discese, situazioni queste che possono favorire o ostacolare la fuga del ciclista dal gruppo, da ciò si stabilisce se un atleta appartiene alla categoria degli scalatori dei velocisti o dei discesisti. Differente è la situazione per le gare disputate nei velodromi, in questa situazione il ciclista si trova a gareggiare in un campo d´azione in cui non esistono fattori ambientali quali vento, freddo, salite o discese, qui la competizione si svolge su una pista ad ovale che viene percorsa in senso antiorario un giro dopo l´altro fino a coprire la distanza assegnata nella gara specifica. per questi atleti la concentrazione è posta esclusivamente sul movimento e sulla massima velocità l´apporto psicologico in questa disciplina del ciclismo viene ancora maggiormente focalizzato su ciò che riguarda il mantenimento della massima concentrazione in cui l´atleta riesce a dissociarsi non pensando al dolore e al bruciore dell´acido lattico alle alte pulsazioni cardiache. 

 

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