La Psicologia dello Sport si occupa dell´influenza che gli stati
psicologici e caratteriali hanno nella prestazione sportiva dell´atleta,
considerando
quindi la prestazione atletica finale come il risultato di molteplici
fattori che sono fortemente interconnessi fra loro. Storicamente
soltanto intorno al 1890 alcuni educatori hanno espresso le loro
opinioni sugli aspetti psicologici dell'educazione fisica. Norman
Triplett nel 1897 effettuò i primi studi sulla performance in
situazioni di agonismo. Fino al 1920 la letteratura esistente in merito
comprendeva in prevalenza articoli isolati. Coleman Griffit (1925)
istituì il primo laboratorio di Psicologia dello Sport presso
l'Università dell'Illinois. In Italia nel 1965 a Roma si svolse il
primo Congresso Mondiale di psicologia dello sport fortemente voluto da
uno psichiatra italiano, Ferruccio Antonelli, che ebbe il merito di
riunire molti esperti del settore. Alcuni ricercatori sovietici, Vanek e
Cratty, tentarono di studiare le abilità possedute da atleti di elite
per distinguerli dai principianti. Tra il 1970 ed il 1980 furono
condotti studi sul miglioramento della performance, sulla personalità
dell'atleta e sulla motivazione (Ruffar, 1975; Tattersfield, 1975;
Gillmore, 1976). Nel 1979, in USA, Rainer Martens fondò la Human
Kinetics Publishing Company, casa editrice di riviste importanti quali
The Sport Psychologist e Journal of Sport and Exsercise Psychology.
Sempre negli Stati Uniti, nel 1985, su ispirazione di John Silva,
nacque la Association for the Advancement of Applied Sport Psychology (AAASP).
Negli anni ottanta si approfondirono più specificatamente tecniche
mirate al miglioramento della prestazione (Salmela, 1981; Most, 1981,
Michele, 1984; Singer, 1984; Swinn, 1986; Hahn, 1986; Unesthal, 1987).
Nel 1993 fu pubblicata da Singer e colleghi, la prima edizione di
Handbook of Research on Sport Psychology. Nel Nord America è in aumento
la tendenza ad orientare gli studi di psicologia sportiva verso il campo
"psico-sociale" dello sport. Contrariamente, in Australia,
Europa ed Asia viene posta maggior attenzione a studi sull'insegnamento
e sul controllo del movimento. Attualmente, in Italia, la formazione
nella psicologia dello sport viene effettuata prevalentemente da centri
e/o organizzazioni private, che in ristretti casi collaborano con
strutture pubbliche. Importante nell´approccio psicologico allo sport
è l´aspetto psicodiagnostico utilizzato nella valutazione delle
caratteristiche psicologiche generali e delle capacità cognitive
dell'atleta. Lo scopo è quello di evidenziare o escludere la presenza
di tratti o sintomi psicopatologici manifesti o latenti e di fornire
indicazioni circa le capacità visuo-immaginative, attentive e
mnemoniche dell´ atleta. Tra le molteplici scale psicodiagnostiche
validate, negli ultimi anni, l'orientamento è stato quello di preferire
strumenti sport specifici in particolare, il C.B.A. sport
(Cognitive Behavioral Assessment) si tratta di un questionario per la
raccolta e l'elaborazione di informazioni che riguardano ampie
problematiche di interesse psicologico e più precisamente sportivo. Con
tale strumento si valutano determinati fattori quali la
predisposizione ansiosa del soggetto, la vita affettiva e sessuale. Le
abitudini alimentari, la qualità del sonno, la presenza di sintomi
somatici (senza base organica dimostrabile) avvertiti dal soggetto prima
di una gara ed anche quelle esperienze che potrebbero essere fonte
di ansia o paura per il soggetto. Nell´ambito sportivo poi é
fondamentale per l´atleta riuscire a percepire alcuni aspetti del
proprio fisico e della propria funzionalità all´interno del gesto
atletico come nella vita corrente. In tale ottica alcuni autori ( F.
Antonelli ) parlano di esperienza ottimale dell´atleta indicandola come
uno stato in cui sia possibile avere delle prestazioni sia in
allenamento come in gara che possano essere costruttive e non involutive
a tale scopo si devono considerare alcuni fattori specifici fra cui
annoveriamo:la motivazione allo sport, la leadership nello sport, i
sentimenti pre-gara dell'atleta, le abilità analitiche, spaziali e di
ragionamento.Nella pratica di ogni sport ci sono chiaramente degli
obiettivi che possono essere suddivisi in: oggettivi misurabili
(diminuire di peso, vincere un determinato numero di gare, ecc)
soggettivi non misurabili (compiere un gesto bene, divertirsi, ecc).
Tali obiettivi possono essere, inoltre: orientati al risultato (vincere
una gara, una medaglia, ecc.) orientati al miglioramento della
performance indipendentemente dagli altri fattori focalizzati
sull'azione e l'esecuzione dell'individuo (es. la fluidità della
pedalata nel ciclista). Le aree su cui orientare il raggiungimento del
risultato sono: il saper migliorare le qualità individuali come
la velocità, l'esecuzione del movimento ecc.; I traguardi di squadra,
tattiche, ecc.; E gli obiettivi sulle prestazioni ottenibili dal proprio
fisico quali il mantenimento del peso, elasticità, equilibrio, ecc.;
Quando si lavora per obiettivi sia l´allenatore che l´atleta, devono
esattamente sapere cosa deve essere fatto affinché tutto il lavoro sia
finalizzato al risultato, tenendo sempre a mente l´eventualità di
possibili imprevisti che possono concorrere al mancato ottenimento del
risultato, tali evenienze possono essere di tipo: fisico, infortuni,
malattie, scarsa abilità; oppure specificatamente psicologico quali
mancanza di sicurezza, di impegno, attitudine negativa, perdita
d'interesse ecc. A questo proposito particolarmente importante risulta
essere l´esecuzione di un training che possa agevolare l´atleta ad
apprendere ed affinare gradualmente le capacità di autopercezione e
autoispezione, raggiungendo una migliore consapevolezza del proprio
corpo. In relazione poi con la fatica fisica che viene sperimentata
imponentemente nel ciclismo a questo proposito bisogna rilevare che gli
stati emotivi e psicologici, concorrono a fare avvertire in modo
differente le sensazioni di fatica anche perché in caso di stress o
paura, l´atleta avrà una maggiore vasocostrizione periferica che gli
farà sentire ancora maggiormente la fatica, contrariamente riuscendo a
rilassare la muscolatura interessata nello sforzo si potrà avere una
notevole diminuzione nei livelli di acido lattico con un consequenziale
miglioramento della prestazione. Nello specifico si nota come non tutti
gli atleti riescano a percepire proprio corpo allo stesso modo.
Importanti quindi sono il ritmo cardiaco la frequenza respiratoria, le
contrazioni e decontrazioni, (focalizzate nei vari distretti muscolari)
le posture acquisite, la massa muscolare, l´elasticità, la forza, la
potenza, ecc.
Una delle tecniche più diffuse è quella di procedere mediante esercizi
che favoriscono una progressiva acquisizione della capacità di
concentrazione e presa di coscienza corporea, in relazione a specifiche
parti dell'organismo (rappresentazione mentale, autopercezione,
esplorazione, autoinduzione di sensazioni di pesantezza e calore).
Naturalmente si comincia dalla percezione dei segnali corporei più
evidenti (come frequenza cardiaca e respiratoria), poi si ascoltano le
sensazioni corporee conseguenti ad un determinato movimento fino ad
arrivare a riconoscere i segnali connessi ai gesti più fini. Nell´
esecuzione dei vari sport ma in particolare nel ciclismo che è uno
sport di durata, sussistono molte variabili che influenzano la
prestazione sportiva dell´ atleta: fra queste troviamo molteplici
fattori disturbanti, che contribuiscono alla perdita della
concentrazione durante la performance. Il riuscire a mantenere la
concentrazione sul compito da eseguire, è un irrinunciabile fattore da
cui non ci si può sollevare, per cui si rende necessario trovare delle
strategie per controllare gli eventuali elementi che distolgono il
ciclista dai suoi obiettivi in gara. I fattori che arrecano disturbo si
possono dividere in due categorie: fattori esterni fra cui elenchiamo il
tracciato di gara, il fondo stradale, il pubblico che si accalca ai
bordi della strada sporgendo dalle transenne creando pericolo e
distogliendo il corridore dalla sua traiettoria, il clima spesso ostile
delle tappe di montagna e la presenza di avversari particolarmente
blasonati e talentuosi. Gli altri fattori di disturbo sono quelli
interni fra cui troviamo la sensazione persistente di fatica che
impedisce al ciclista di ragionare con lucidità, lo stimolo della fame,
(dovuto al calo del glucosio) la formulazione di pensieri negativi e
svalutativi che concorrono a rallentare l'azione non ottimizzando il
gesto atletico ed ancora meno permettono di attuare specifiche strategie
di gara. Per ogni atleta essere attento in gara è fondamentale a tal
proposito si rileva come l´attenzione può essere spontanea (cioè
involontaria, che "segue" gli stimoli così come si susseguono
attorno all'individuo) oppure volontaria, focalizzata su uno stimolo ben
preciso. Neideffer nel 1993, ha proposto un modello di riferimento in
cui sono rappresentati i vari stili con cui viene focalizzata l´attenzione
si parla quindi di un focus attentivo dedicato. Allenare la
concentrazione significa controllare i processi motori del pensiero,
mantenere l'attenzione su di un preciso compito, focalizzando le energie
verso un preciso "Monoideismo" veicolante al fine di ottenere
una corretta esecuzione riuscendo quindi ha incrementare, le capacità
nel selezionare gli stimoli su cui focalizzare l'attenzione dirigendo
così quest´ultima al momento opportuno verso le informazioni più
utili ai fini del risultato voluto. L'affinamento e la gestione
volontaria delle capacità di concentrazione, possono essere sviluppate
attraverso un training propriocettivo affiancato anche da varie
procedure di rilassamento, tali metodiche costituiscono delle trance
ipnotiche ben strutturate ma parlando con gli allenatori il concetto
dell´ipnosi non è particolarmente gradito e riconosciuto come tale,
posizione questa confermata dalla dott. Ssa Birsa Gerin di Treviso che
da anni lavora come psicologa con i ciclisti, inoltre anche se l´ipnosi
viene trattata con scetticismo tutte le varie tecniche che poi sono di
fatto applicate (rilassamenti e visualizzazioni varie) pur presentate
come tecniche di rilassamento, sono in realtà tecniche ipnotiche a
tutti gli effetti. In particolare per quanto riguarda questo sport si
potrebbe asserire che il ciclista durante la gara, lungo tutto il
percorso sperimenti molteplici episodi di trance con variazioni continue
correlate strettamente alle dinamiche della gara. Per questi atleti, in
particolare è richiesta la capacità di riuscire a passare da un focus
attentivo ad un altro, secondo le regole poste dalla tattica di gara e
dallo svilupparsi in pochi attimi di situazioni impreviste, ed è perciò
molto importante allenare queste abilità, al fine di non restare
rigidamente prigionieri di un´unica modalità attentiva che non possa
permettere quindi al corridore di essere versatile così come occorre in
corsa, ad esempio al momento di uno scatto oppure nel cambio di ritmo e
di rapporto da un tratto in pianura ad un tratto in salita. In una tappa
ciclistica di media difficoltà e durata come già menzionato il
corridore sperimenta uno stato di coscienza ben preciso in ogni fase
della prestazione naturalmente nei primi km. l´attenzione verrà
rivolta principalmente verso il saper valutare quanta
"benzina" il ciclista sa di possedere in questo sport, infatti
il problema principale è quello di riuscire a dosare con la massima
precisione possibile le forze per tutte le esigenze richieste dalla
competizione in atto questo perché il livello di attivazione diminuisce
nel tempo infatti con il passare dei km gli stimoli monotoni fanno
diminuire nel cervello il livello di attivazione, si devono quindi aver
risorse pronte per le salite le pianure e anche per le discese,
situazioni queste che possono favorire o ostacolare la fuga del ciclista
dal gruppo, da ciò si stabilisce se un atleta appartiene alla categoria
degli scalatori dei velocisti o dei discesisti. Differente è la
situazione per le gare disputate nei velodromi, in questa situazione il
ciclista si trova a gareggiare in un campo d´azione in cui non esistono
fattori ambientali quali vento, freddo, salite o discese, qui la
competizione si svolge su una pista ad ovale che viene percorsa in senso
antiorario un giro dopo l´altro fino a coprire la distanza assegnata
nella gara specifica. per questi atleti la concentrazione è posta
esclusivamente sul movimento e sulla massima velocità l´apporto
psicologico in questa disciplina del ciclismo viene ancora maggiormente
focalizzato su ciò che riguarda il mantenimento della massima
concentrazione in cui l´atleta riesce a dissociarsi non pensando al
dolore e al bruciore dell´acido lattico alle alte pulsazioni cardiache.