Mia
piccola Sasha
(storia
vera, autore anonimo)
Ciao
mia piccola Sasha,
qualche volta mi capita di passare davanti a quella piccola piazzetta dove
tu l'estate scorsa sei arrivata
per la prima volta in Italia dalla Bielorussia insieme ad altri 43
bambini:
era un bellissimo caldo giorno
di giugno e quella mattina arrivò il pulman che vi aveva prelevato a
Fiumicino Aeroporto.
Al vostro arrivo la piazzetta si animò di gioia e di paura. Di gioia per
quei bambini che non erano alla
propria prima accoglienza per cui rivedevano le rispettive famiglie
ospitanti con tanta gioia; di paura e
preoccupazione per quei bambini alla loro prima esperienza come te.
Mia dolcissima Sasha ero anche io un po' spaventata perché non sapevo
come
si sarebbe svolta la nostra
prima esperienza ma sapevo soltanto che l'avevo decisa con tanto amore.
Sono avvenute le presentazioni e mi vedo davanti una bambina dallo sguardo
un po' triste e preoccupato
sono un enorme cappellino di paglia: ti presi subito per mano perché
dovevo
subito accompagnarti
ad una macchinetta per fare la foto da allegare alla tua documentazione di
soggiorno.
Quanto è stato dolce prendere la tua manina e condurti.
Durante la tua prima settimana hai sofferto tanto: piangevi perché non
volevi mangiare né lavarti.
Purtroppo finché non hai preso un po' di fiducia mi avrai considerata una
sorta di carnefice: perdonami per
tutte le volte che ti ho costretta a mangiare e lavarti.
Prima del tuo arrivo avevo già comprato tutto il tuo abbigliamento estivo
tanto era il mio desiderio
di vedere la mia casa rallegrata dalla presenza di un bambino.
Avevi 9 anni però sembravi molto più piccina della tua età.
I nostri 40 giorni insieme sono stati molto intensi e tu volevi sempre
stare fuori casa. Il tuo sguardo,
dopo la prima settimana, è diventato più fiducioso ed avevi tanta voglia
di
giocare e scherzare.
E' stato bellissimo poter condividere la mia casa con te: hai dormito
nella
stessa mia stanza e spesse
volte durante la notte ti guardavo mentre dormivi, mio piccolo passerotto.
Spesso ti telefono e ci scambiamo solo qualche saluto: tu hai imparato
molto più italiano di quanto
io possa aver imparato la tua lingua.
L'estate prossima ritornerai a casa mia per cui quella piazzetta ora
triste
e silenziosa riprenderà
vita per il vostro arrivo e spero tanto che questa volta il tuo sguardo
sia
più gioioso e sorridente e
correremo l'una verso l'altra per un interminabile abbraccio di benvenuto.
P
S I C T V
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