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LA MEDIAZIONE FAMILIARE: COMUNICARE NEL CONFLITTO

Federica Mattei

 

Le crisi di separazione tra coniugi sono spesso caratterizzate da rivendicazioni, rancori, contese sui figli e loro triangolazioni. Il fatto che separazioni e divorzi si concludano in modo conflittuale è un dato di fatto, oggettivo e acquisito dalla mentalità comune. Ormai non sorprende neanche più che alcune di queste situazioni si concludano in modo violento e, purtroppo, a volte tragico. Anche se i più non lo sanno, da molto tempo esiste una disciplina: la Mediazione Familiare. Essa si rivolge alla coppia, coniugata o convivente, con o senza figli, in fase di separazione o già separata/divorziata con l'esigenza di modificare gli accordi. Si può anche rivolgere ai genitori in conflitto con i figli, a fratelli in disaccordo, a parenti in lite per questioni ereditarie. Principalmente però la mediazione può essere considerata uno strumento per aiutare le coppie in vista di una separazione o separate, fornendo un supporto durante l'iter giudiziario. Sarebbe auspicabile che il percorso di mediazione avvenisse prima dell'instaurazione di un giudizio in tribunale e, se il processo fosse già iniziato, andrebbe sospeso fino al compimento della mediazione, anche se i componenti della coppia possono consultare il proprio legale in ogni momento lo ritengano opportuno, sia prima che durante e dopo la mediazione. Il percorso di mediazione è utile in tutte le fasi della separazione e del divorzio perché è adatta a tutti i problemi che affrontano le diverse tipologie di coppie; ad esempio: per le coppie in crisi, quando uno vuole la separazione e l'altro non la accetta;, per le coppie già separate ma con conflitti sui termini di affidamento dei figli e/o nel versante economico, oppure quando le condizioni di separazione sono di difficile attuazione o non sono rispettate; per le coppie separate da tempo o divorziate per le quali gli accordi presi in tribunale sono diventati inadeguati alle mutate condizioni di vita e devono essere modificati. Gli accordi presi in mediazione non vincolano giuridicamente la coppia; l'avvocato e il mediatore hanno tra loro un ruolo autonomo e complementare. La mediazione familiare affianca e integra il contesto giudiziario, non è una via sostitutiva o alternativa ad esso. La figura del mediatore familiare è quella di un esperto nella gestione dei conflitti, imparziale e non giudicante. Il suo compito è quello di aiutare la coppia a riaprire i canali di comunicazione interrotti dal conflitto. La mediazione familiare si colloca nel contesto delle relazioni di aiuto, permettendo ai protagonisti della separazione di trovare uno spazio idoneo e controllato da un terzo neutrale che consenta alla coppia di elaborare l'accaduto, evitando loro di cadere nella trappola delle ripicche e delle liti che vengono esacerbate dalla rabbia e dal dolore causati dal momento di crisi che stanno vivendo. E' una logica molto lontana da quella vigente che vuole che nella separazione ci sia un vincitore e un perdente.
Ci sono vari modelli teorici di mediazione: relazionale-sistemico, sistemico, terapeutico, integrato, etc. Gli incontri di mediazione si tengono, in genere, in un numero dagli 8 ai 12 e, tranne in casi rari, evitano il coinvolgimento dei figli. A grandi linee, possono essere svolti in due modi:
1)In mediazione svolta da un solo professionista mediatore(psicologo o avvocato) che tocca con i protagonisti tutti gli aspetti di una crisi di coppia, sia quelli emotivi che quelli relazionali ed economici.


2) In comediazione, cioè una mediazione svolta congiuntamente da un professionista mediatore , quale lo psicologo, e da un avvocato mediatore.
In questo caso ognuno dei mediatori si occupa del suo campo specifico, sempre però rispettando gli schemi e le regole della mediazione. Il processo di mediazione familiare si articola in 4 punti:


- la pre-mediazione: crea le condizioni emotive migliori per rendere i partner disposti a negoziare e, attraverso un bilancio personale, coniugale e genitoriale degli anni vissuti insieme, porta a riconoscere ed elaborare le motivazioni che hanno condotto alla separazione e le implicazioni emotivo-affettive di quest'ultima. Viene perciò verificato se la decisione di separarsi è definitiva e, in caso affermativo, verrà proposto e illustrato il percorso di mediazione.
- il contratto di mediazione: dopo la sua stesura ha inizio la negoziazione. La sottoscrzione di questo contratto è un momento di riflessione e impegno ad intraprendere il percorso, rispettandone le regole e condividendone gli obiettivi. Gli argomenti del contratto sono i più vari: comunicazione della separazione ai figli, quantificazione dell'assegno di mantenimento, rapporti con le famiglie di origine,  etc.etc.
- la negoziazione ragionata: è la fase più lunga e costruttiva del percorso. Facilita l'esplorazione dei bisogni reali delle parti permettendo di trovare soluzioni condivise e di poter poi gestire negoziazioni future. Il mediatore, in base alle informazioni acquisite, stimola i partner ad elaborare le soluzioni per raggiungere l'obiettivo di soddisfare i bisogni emersi.
-  la redazione degli accordi: al termine degli incontri il mediatore stila gli accordi raggiunti in un progetto d'intesa, che viene poi consegnato ad entrambi i partner. Ognuno dei due è libero di seguirlo per riorganizzare la propria vita o di formalizzarlo nella procedura legale di separazione personale congiunta, perché le condizioni degli accordi devono comunque essere presi  nell'ambito della normativa vigente.L'aspetto più importante della mediazione è che, riattivando i canali di comunicazione della coppia in crisi, fornendo un supporto che funge da "valvola di sfogo" per entrambe le parti in causa, rendendo i suoi componenti protagonisti e non solo vittime dell'evento di crisi, molto spesso porta a una riduzione dell'aggressività a favore della comunicazione.
La mediazione può portare a vedere il lato positivo della crisi, mostrata dal mediatore non come la fine di tutto ma come un evento che può essere funzionale a cambiamenti anche positivi, a nuovi inizi, a nuove possibilità che si aprono laddove altre si chiudono. Ciò porta a smorzare la competitività e la lotta, anche perché la mediazione sottolinea che comunicare al di là del conflitto è possibile. Tutto ciò è di vitale importanza soprattutto nelle coppie con figli; in queste famiglie in crisi infatti la prole spesso diventa veicolo di ricatto e viene trattata come merce di scambio. Per la mediazione invece la co-genitorialità è un ideale da raggiungere; essa permette ai coniugi in fase di separazione o separati di comunicare senza astio e, di conseguenza, di riuscire a mantenere le loro competenze genitoriali e il legame con i figli, proprio perché consente la collaborazione tra i due partner al fine di esercitare il loro impegno comune come genitori. In mediazione la coppia ha la possibilità di negoziare le questioni sia relazionali che economiche relative alla propria separazione;, i genitori sono incoraggiati ad elaborare accordi che soddisfino i bisogni di tutti i membri della famiglia, in particolare dei figli.
In un momento così delicato, in cui la coppia finisce e i suoi componenti devono iniziare a trovare la loro strada come singoli, pur senza rinnegare e dimenticare il loro passato, gli incontri di mediazione offrono uno spazio neutro e accogliente, non giudicante; permettono ad entrambi i partner di esprimere i loro disagi e conflitti attenuandoli; di esprimere i loro reali bisogni; consentono di esternare, in un contesto controllato da un professionista neutrale ed empatico, i vissuti e le emozioni portate dall'evento di separazione.
Cosa più importante di tutte, gli incontri permettono di vedere oltre il momento di crisi recuperando ciò che di buono ha dato il rapporto prima della rottura e proiettandolo nella vita futura, permettendo così agli ex partner di voltare pagina ed andare avanti, sostenendo ciascuno nella ridefinizione della propria identità personale.
Va comunque sottolineato che la mediazione non è una psicoterapia, non esplora approfonditamente le percezioni e i sentimenti relativi al passato della coppia, ma ha caratteristiche di intensità, brevità, pragmaticità nella ricerca di soluzioni concrete per armonizzare i bisogni e le opinioni contrapposte della coppia in difficoltà.
L?accento non è posto sul passato, ma si analizza la situazione attuale per individuare ciò che porterà a una vita futura più serena. La mediazione permette di abbattere l?antagonismo che è presente nella maggior parte delle separazioni e dei divorzi non mediati, aiuta gli ex partner a stabilire, senza intermediari, accordi vantaggiosi per entrambi nella riservatezza di uno studio piuttosto che far loro subire degli accordi stabiliti dagli avvocati o decretati dal giudice in un aula di tribunale.
Gli accordi così ottenuti sono più equi, non danneggiano nessuna delle due parti, come invece spesso accade in tribunale; inoltre, proprio per la loro equità, per il fatto di essere più adatti alle esigenze di ognuno e frutto di accordo fra le parti invece che imposizioni esterne, vengono rispettati di più e più a lungo nel tempo.
I temi su cui più frequentemente i partner si confrontano per trovare un accordo sono:
- Sul piano relazionale: affidamento dei figli, analisi dei bisogni di genitori e figli, continuità genitoriale, calendario visite del genitore non affidatario, vacanze, tempi e modi di frequentazione tra i figli e i componenti delle famiglie d?origine, scelte educative, comunicazione della separazione ai figli, comunicazione tra genitori, relazione con i nuovi compagni dei genitori, problematiche legate alla famiglia allargata, etc..
- Sul piano delle questioni economiche: determinazione dell'entità dell'assegno a favore dell'ex-partner, gli impegni economici verso i figli, l'assegnazione della casa coniugale, la divisione dei beni comuni, etc.
E'  la coppia che sceglie le problematiche da negoziare, può essere che porti in mediazione solo alcuni dei temi solitamente affrontati in una separazione (come informare i figli, come gestire il calendario degli incontri e le vacanze) avendo raggiunto per gli altri soluzioni soddisfacenti; in questo caso è una mediazione mirata ed implica un numero ancor più ristretto di incontri.
Il mediatore si pone in una posizione neutrale e non si permette di giudicare l'adeguatezza delle proposte delle parti, non fornisce risposte ai problemi che esse incontrano, egli si limita a favorire forme di collaborazione, stimolando i partner a trovare soluzioni innovative e personalizzate.
La coppia in mediazione mantiene il potere decisionale, è protagonista nella gestione del conflitto e nella salvaguardia del legame dei figli con entrambi i genitori e del ruolo genitoriale di entrambi.
Per la coppia genitoriale la mediazione è una risorsa e seguirne il percorso offre dei vantaggi:
- A livello individuale: c'è una maggior stima di sé e dell'altro, permette l'espressione delle emozioni e l'elaborazione del lutto della separazione, aiuta nella ridefinizione della propria identità personale e nell'analisi delle conseguenze personali derivanti dalla separazione.
- A livello relazionale: c'è un miglioramento delle capacità comunicative al di là del conflitto, un riconoscimento dei bisogni di genitori, figli e, a volte, delle rispettive famiglie d'origine; viene mantenuta la continuità e la responsabilizzazione del reciproco ruolo genitoriale; inoltre le condizioni sono elaborate da entrambi i genitori in modo autonomo e non imposte dal genitore economicamente o emotivamente più forte o dall'autorità giudiziaria. Anche se limitata nella durata e negli obiettivi la mediazione facilita le interazioni familiari.
- A livello sociale: i genitori non affidatari sono più coinvolti sia in modo qualitativo che quantitativo. C'è poi una riduzione dei tempi e dei costi rispetto alle controversie giudiziarie. Inoltre la mediazione, proponendo un modello di discussione costruttiva, aiuta la coppia a sviluppare abilità negoziali che potranno continuare ad utilizzare anche a mediazione finita quando ci sarà un cambiamento dato dall'evoluzione dei bisogni e dunque la necessità di trovare dei nuovi accordi. A livello simbolico la mediazione si potrebbe paragonare al corso pre-matrimoniale che viene tenuto per gli sposi in alcune religioni; come quest'ultimo accompagna la coppia verso un matrimonio più consapevole, la mediazione li accompagna verso una separazione e un divorzio più consci e meno conflittuali.


BIBLIOGRAFIA

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