DIFFERENZE E INCOMPRENSIONI DELLA COPPIA ETEROSESSUALE Un
libro di Antimo Pappadia
Si tratta di un libro che offre spunti di riflessione su vari temi che riguardano la coppia.Lo stile narrativo è un mix di leggerezza, ironia, musicalità, poesia, sentimento, ricerca e studio.E’ a misura di lettore, nel senso che si presta ad essere spizzicato senza mai perdere il filo del discorso, adatto al lettore mordi e fuggi dei giorni nostri.Il libro esprime sia gli studi e le ricerche effettuate dall’autore sui vari temi trattati, sia l’intimità di certe esperienze personali. Uno studio sul campo oltre che sui libri.Non da’ consigli, non vuole insegnare a fare, non offre ricette risolutive, ma spesso invita il lettore ad ascoltare meglio, ad andare oltre il proprio sguardo, oltre il proprio sentire, oltre il proprio pensare, per incontrare il mondo dell’altro. Senza pre-giudizi.L’empatia è uno dei concetti guida dell’autore. Un concetto inteso come capacità di identificarsi con un’altra persona e condividere con lei delle emozioni. Poter ascoltare il punto di vista dell’altro, capire le sue ragioni, sentire che emozioni hanno animato il suo comportamento senza precipitarsi in conclusioni affrettate e giudizi approssimativi, fa sentire vicini nelle relazioni e aiuta a superare i conflitti.Ad esempio, citando l’autore, l’uomo esprime il suo sentimento prevalentemente tramite il comportamento, per cui azioni come aggiustare gli elettrodomestici, andare al lavoro per guadagnare di più non sono sempre modi per evitare l’altro ma anche modi per comunicare coi fatti che si ama; la donna invece comunica a parole il proprio sentimento, e vorrebbe essere ricambiata ascoltando le parole d’amore del compagno. Il poter aprire un ponte tra questi modi opposti aiuta a capirsi di più.Le relazioni caratterizzate da “troppa” empatia, come sentimento quasi esclusivo, finiscono per diventare pseudo-terapeutiche, quindi non più relazioni alla pari ma di aiuto; se l’empatia manca, la relazione diventa troppo giudicante o vuota. Così la coppia scoppia o si allontana.Un altro concetto guida che torna spesso riguarda le differenze genetiche e le differenze culturali. Talvolta Antimo considera genetico ciò che altri autori considerano culturale.Ma su questo tema gli studi non sono giunti a conclusioni univoche. Quanto ci sia di genetico nel nostro modo di essere e quanto di culturale probabilmente non sarà nemmeno mai possibile definirlo in modo matematico. Quel che ritengo sia più interessante è l’aspetto culturale, proprio perché è quella percentuale che ci permette di attivarci, di apprendere, ed eventualmente di cambiare stile, migliorando così la nostra situazione.Così, se le donne hanno una propensione alla discussione per motivazioni genetiche, culturali o per reazione, lo lasciamo decidere al lettore. Così pure dicasi per l’uomo: la sua propensione ad evitare discussioni è genetica, culturale o reattiva? E poi, sarà vera? Perché comunque ogni generalizzazione va presa proprio come tale, non può tener conto dei casi singoli e delle eccezioni alla regola, che pure ci sono.Così, comunque generalizzando, si può arrivare a dire che le donne tendono a discutere come gesto d’amore, mentre gli uomini le guardano e non capiscono! E magari si sentono in difetto! Un bel guaio, che apre le porte del fraintendimento. Tra i vari capitoli che si potrebbero aprire, un cenno anche a quel che riguarda la sessualità. Antimo sottolinea che le donne dovrebbero capire la naturale propensione, genetica, dell’uomo a fecondare un numero interminabile di donne. Propensione cui talvolta rinunciano, talvolta no. Questa naturale propensione giustifica quindi eventuali tradimenti, visto che è genetica? Secondo l’autore no, che considera la fedeltà un grande e importante gesto d’amore. Di certo un tradimento, dichiarato o nascosto che sia, allontana la coppia, fa perdere quell’emozione di intimità che la dovrebbe caratterizzare. Un ultima nota: spesso critichiamo negli altri quelli che sono i nostri difetti. L’invito è di ascoltarci meglio, più in profondità, per conoscere e capire prima di giudicare. Barbara Rossi
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