“PSICOTERAPIA
E OLTRE: I MODELLI RELAZIONALI IN DIVERSI CONTESTI”
ATTI
DEL 3° CONVEGNO DI STUDI DELLA SOCIETA’ ITALIANA DI PSICOLOGIA E
PSICOTERAPIA RELAZIONALE
BARI
18-19 MARZO 1994
LA
COSTRUZIONE DEL TEMPO NEL DISTURBO OSSESSIVO COMPULSIVO
di
Salvatore Gentile
(abstract)
INTRODUZIONE
L'ossessivo si assedia con le proprie difese. Il pensiero insistente,
ripetuto, molesto ed odioso invade la mente dell'ossessivo. Il timore dei
propri atti etero ed auto-aggressivi e il percorso forzato delle azioni
iterattive, pongono l'ossessivo in una condizione che possiamo definire
"senza tempo".
La tendenza alla ripetizione, ideativa e compulsiva, il respingere ciò
che desidera e l'abbandonarsi a ciò che teme, creano nell'ossessivo una
situazione di indefinizione, in cui si realizza l'angoscia del soggetto.
L'ossessivo frammenta fino al nulla ogni possibile azione, nello spazio e
nel tempo. In lui si è persa la funzione dinamica ed evolutiva del tempo.
L'evento si presenta nella sua fissità, è ripetitivo ed assorbente,
l'azione dell'ossessivo è bloccata o ripetuta nel tempo.
Il soggetto ossessivo non intravede alcuna possibilità di cambiamento.
Nell'ossessivo il tempo si annulla come processo decisionale.
L'INTERVENTO
La procedura terapeutica adottata e proposta in questo lavoro per il
trattamento dei disturbi ossessivi è realizzata nell'ottica di un
costruttivismo cognitivo specifico. Il terapista relazionale è
consapevole che non può né rompere, né entrare nella spirale ossessiva.
se non ripetendo e riproponendo gli stessi schemi che la creano. Così,
solo la riproposizione prescrittiva di un rituale ossessivo, in un
percorso a-temporale di attività, può far corto-circuitare la
trappola della difesa costrittiva dell'ossessivo.
Il punto su cui ci si basa, nell'impostazione dei nostri interventi, é la
possibilità di entrare con prescrizioni efficaci nella struttura
atemporale dell'ossessivo. Per giungere a ricreare uno spazio operativo
(in simili situazioni sempre molto ristretto), che perrnetta di
introdurre, con opportune strategie, il tempo.
LA
TECNICA
Il riferimento procedurale per la costruzione delle tecniche di intervento
é il pensiero narrativo (Brumer 1988), che fa riferimento alla possibilità
di introdurre, con il discorso narrativo " un immagine diacronica di
una realtà esperibile" (Boscolo e Bertrando, 1993), mantenendo
aperto il mondo dei significati.
Noi osserviamo che la famiglia stessa con le sue metafore narrative
contribuisce a creare miti familiari, che hanno una dimensione
trans-generazionale (Ferreira, 1963; Bowen, 1978). I rituali, che sono
presenti in tutte le famiglie e che sottolineano le occasioni
significative, sono tra i più importanti fattori di continuità nel tempo
della famiglia (come ha sottolineato Haley, 1974 e, ripreso, più di
recente, da Boscolo e Bertrando, 1993).
Le narrazioni che nascono nelle famiglie, così come quelle che noi
proponiamo in terapia, costruiscono una realtà e possono diventare la
realtà stessa. Il terapeuta guarda alla famiglia e all'individuo come
un'entità sempre pronta a costruirsi un futuro.
Noi consideriamo, anche, come utilizzare le narrazioni per inserirle in un
contesto terapeutico?
Al riguardo ci vengono in soccorso le teorie cognitive, con il riferimento
al concetto di accoppiamento strutturale (Maturana e Varela, 1985), per
spiegare il processo di mutuo influenzamento tra individuo e
ambiente.
Nello specifico ci proponiamo la costruzione del tempo nell'ossessivo, che
può avvenire solo con un rispetto fittizio della sua ripetitività
indefinita.
L'obiettivo é quello di determinare situazioni che possono essere
variamente lette: come paradossali, strategiche o ipnotiche, ma che
comunque, nella nostra accezione operativa, permettono essenzialmente il
passaggio dalla tendenza all'infinito dell'ossessivo, al completamento di
costrutti nuovi e finalizzati.
Con una prescrizione ossessiva, in realtà si introduce il tempo, perché
ciò che si richiede, pur nell'apparente assurdità e inutile ripetitività,
è sempre finalizzato al conseguimento di obiettivi terapeutici.
L'idea condivisa dai terapeuti di formazione sistemica è che i sintomi
emergono quando i rapporti di una persona con se stesso o con gli altri
perdono significato o quando il significato diventa ambiguo.
TEMPI
NELLA SEDUTA
In seduta si parte dall'analisi della situazione attuale e dello
stato dei sintomi. Passiamo poi ad analizzarne l'esordio, lo sviluppo e le
azioni intraprese per curarli o eliminarli.
In questo passaggio si cerca di ottenere informazioni sulle relazioni, e sull'
epistemologia del sintomo che il paziente e/o la famiglia si é costruito
(Gentile, 1993a).
L'obiettivo finale è arrivare a costruire i cosiddetti mondi
possibili, "ri-creare un passato e ri-creare un
futuro" (Boscolo e Bertrando,1993), in alternativa all'unica
costruzione presentata dal paziente.
P
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