LA PORNODIPENDENZA ONLINE, UN FENOMENO DI CUI SOLO DI RECENTE SI INIZIA A PARLARE IN ITALIA Anche grazie alla nascita di una mailinglist, un gruppo di discussione virtuale per condividere un problema altrimenti indicibile L'approccio
alla pornografia nasce, per uomini e donne, dal naturale
desiderio di conoscenza dell’area che potremmo definire, per la sua
complessità, sessuale – affettiva- relazionale.Questo desiderio di
scoperta e conoscenza è un passaggio che fa parte integrante dello
sviluppo dei ragazzi e delle ragazze e si esprime in varie forme di
ricerca, tra cui anche (e non solo) la pornografia.Se da un lato la
pornografia può aiutare lo sviluppo della sessualità degli adolescenti,
stimolando la curiosità di esplorare e di farsi una propria idea di
questo mondo sessuale, dall’altro lato rischia però di dare, specie
nelle forme più
esasperate, idee distorte della sessualità. Il termine Internet Addiction Disorder e’ stato introdotto nel 1995 dal dottor Ivan Goldberg, ma non si è ancora giunti ad una definizione univoca del fenomeno e delle sue forme. Esistono
inoltre diversi livelli di gravità, a seconda del grado di interferenza e
compromissione nella qualità della vita.La “pornodipendenza” è da
considerare un bisogno irrefrenabile di sfogliare immagini virtuali, uno
zapping tra i siti pornografici che porta ad un costo economico (tra
telefonate e problemi di rendimento lavorativo), di tempo (ore e ore
bruciate senza accorgersene davanti al computer, anche 8-12 ore!), di
relazioni che via via diventano sempre più virtuali e meno reali, fino
quasi a crearsi un mondo proprio, sotterraneo, “dal maledetto fascino”.In
questo mondo accade solo ciò che si desidera, non ci sono fallimenti di
performance, “le donne sono sempre calde e pronte, vogliose di dare
piacere". Una sorta di “sabato del villaggio”, nei termini
Leopardiani, dove è centrale l’attesa,
il desiderio, il sogno.Un
tentativo “magico” di creare un mondo di emozioni gradevoli e
controllabili, eliminando la parte dolorosa, del rischio che ogni
relazione comporta quando ci si mette in gioco pienamente e non “a
pezzi”. Se all’inizio porta eccitazione, piacere, ebbrezza, poi pian
piano se ne scoprono tutti i limiti e la difficoltà di separarsene. Così
si fugge dalla solitudine ma ci si ritrova ancor più soli, in questo
mondo virtuale, fatto di specchi dove non puoi aggrapparti a niente, dove
vedi riflessa solo la tua immagine reale, dove rincorri l’attimo
sfuggente, dove ti senti travolgere in un gorgo, dove ci si sente sempre
più impotenti e incapaci. E infelici. Benché
il fenomeno sia di difficile quantificazione, visto che raramente chi ne
soffre lo rivela chiedendo un aiuto a risolverlo, si ipotizza in base a
recenti ricerche che oltre il 6% dei maschi italiani tra i 20 e i 45 anni
manifesta i sintomi di una chiara dipendenza sessuale. Un fenomeno quindi
tutt’altro che marginale. "La
realtà per un pornodipendente è quella cosa che ti fa stare male quando
spegni il tuo computer e abbandoni il cyberspazio" John Warsen “…perché
continuo a violentarmi con queste immagini?” “..come
vorrei smettere….Dio mio aiutami!...Sono ricaduto ancora!...” “..la
gente che non ha questo problema non capisce…” “..come
si esce dal tunnel?...” La psicoterapia, i gruppi di auto aiuto, la terapia di gruppo, sono le forme di cura che ad oggi hanno aiutato le persone ad uscire dal “tunnel”.
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