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DANZA E DANZA ORIENTALE.

UN MODO VECCHIO E NUOVO PER COMUNICARE CON GLI ALTRI

di Barbara Rossi

 

Sempre più persone in Italia seguono “discipline” orientali, tra cui molto successo sta riscuotendo la danza del ventre.In una logica di globalizzazione, non stupisce più di tanto il ritrovare tradizioni e usanze di altre Terre che diventano pian piano nostre. Spesso senza che ci si renda conto di questo passaggio.Si tratta di una danza che erroneamente viene ritenuta come una danza di seduzione, di provocazione sessuale, ma che invece rappresenta la celebrazione della femminilità e della maternità (da cui “ventre”). I movimenti sinuosi e morbidi permettono al corpo di ritrovare azioni non sempre esercitate, nonché di riscoprire parti divenute estranee nel corso degli  anni a causa del mancato esercizio.Una danza che, come tutte le danze, assimila in sé significati di espressione e di comunicazione.Si esprime con lo sguardo, col viso, con le mani….col piede….Si comunicano e si raccolgono significati. Talvolta si scaricano tensioni, a volte ci si stupisce. Mano e anca si salutano, spalla e mento si sfiorano, mano e viso si accarezzano….Lo sguardo esterno s’accende, affascinato dalla grazia e dalla dolcezza che si sprigiona dal corpo e dell’anima.Ci sono anche altre danze, che di per sé si prestano a esprimere significati diversi.Basti pensare alla coralità di certe danze greche come il sirtaki (chissà se si scrive così), al folklore bizzarro e spassoso delle danze meridionali come la tarantella, al corteggiamento giocato tra uomo e donna in certe danze irlandesi o scozzesi, magari con cambio partner, al gioco di coppia del liscio emiliano o del ballo latino americano, ecc.Danze che offrono al singolo la massima espressività, danze che coinvolgono la coppia, o il piccolo gruppo, o la piazza.La vergogna, l’imbarazzo, la sensazione di inadeguatezza o altri sentimenti negativi possono rendere difficile a qualcuno l’“osare”, il provare a esprimere se stessi diversamente, la ricerca di sempre nuovi modi di esserci dentro la propria pelle e nel mondo.Questo vale per la danza, ma anche per tutte le aree della nostra vita.Ovviamente non può essere considerata una colpa, ma certo ci saranno dei motivi del tutto soggettivi se diventa difficile godersi la vita nella propria spontaneità, libertà e completezza. Anche danzando!

 

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