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M'AMA O NON M'AMA?

ALCUNE RIFLESSIONI SU DONNE CHE AMANO TROPPO E UOMINI CHE NON SANNO AMARE

di Barbara Rossi



L'amore è forse uno dei temi più gettonati nelle discussioni da salotto, nei libri, nelle canzoni, nei film…eppure nessuno ha mai dato una definizione precisa ed esaustiva di cosa sia questo sentimento. I baci perugina alla domanda "amore è" rispondono con mille e una voce, ma nessuna da sola contiene l'essenza dell'amore. In effetti si possono solo descrivere alcuni aspetti dell'amore, come la passionalità, il piacere della condivisione di varie esperienze, il bisogno di "appartenere" l'un l'altro, la gioia dell'incontro con un'altra persona, in parte simile e in parte diversa, a testimoniare la complessità di questo sentimento. Dell'amore già si parlava ai tempi di Adamo ed Eva, ed in effetti sembra un fatto così naturale e così antico, così spontaneo che pare quasi incomprensibile vedere così tante difficoltà oggi, nei rapporti di coppia, o nella ricerca dell'altro. Se guardiamo alla percentuale di divorzi, alle coppie che scoppiano, ai rapporti strani e difficili in così rapida crescita, ci sembrerà quasi una rarità la coppia "tradizionale", fedele e unita, appagata per tutta la vita. Vien da chiedersi che cosa succede alle nuove generazioni. E come sempre accade in questi casi, ascoltando le donne queste diranno quanto sono difficili gli uomini d'oggi, così infantili, incapaci d'amare, insicuri o spavaldi, mammoni, così "mordi e fuggi". Ma anche gli uomini segnalano quanto siano difficili le donne d'oggi, così aggressive, criticone, esigenti, soffocanti, così attaccate all'apparire in un certo modo (che sia potente, ricco, forte, dolce, romantico…….) da lasciare di stucco. Come psicologa e psicoterapeuta vorrei precisare che non ci sono "vittime passive" nelle relazioni. Le interazioni nella coppia sono sempre così complesse, con influenze che vengono da lontano, dal nostro passato, dal contesto in cui viviamo, per cui sarebbe riduttivo parlare di innocenti e colpevoli, anche se non è semplice vedere quali parti consce/inconsce mettiamo in gioco. Il disagio c'è, ed è diffuso. I motivi possono essere molteplici. Alcuni sono cresciuti in famiglie così protettive, così pacificate al loro interno, da non sentire realmente il bisogno di separarsi, restando affettivamente dipendenti anche in età adulta. Per loro il punto di vista della mamma o del papà, consciamente o inconsciamente, resta prioritario rispetto alla nuova famiglia, e questo fa molto arrabbiare i partner. Altri sono rimasti così "scottati" da relazioni passate che preferiscono non legarsi troppo a una persona, per evitare di soffrire nel caso la storia finisse, così costruiscono solo relazioni superficiali, "mordi e fuggi", "usa e getta", relazioni dove l'ansia, l'aggressività, il bisogno di sfogare la tensione sono dominanti. Altri ancora sono così abituati a vivere all'insegna della gratificazione immediata dei propri desideri, sull'onda del piacere, da non porsi il problema di cosa l'altro davvero pensa, desidera, sente. Così lo si vuole disponibile quando lo si desidera e lontano quando si vuol stare da soli (che telefoni, che abbia voglia di uscire in questo momento piuttosto che in quello), come se si potesse pilotare il suo desiderio, senza tollerare i tempi o le esigenze sue. Qui rientrano le donne che amano troppo, così come i Don Giovanni, benché possa sembrare strano questo accostamento. C'è anche chi è talmente chiuso da lasciar poco trapelare i propri desideri o sentimenti, magari preferisce essere scelto piuttosto che scegliere, vivendo poi "passivamente", non da protagonista la relazione, delegando all'altro parti e scelte importanti. Questo non vuole essere un elenco delle categorie esistenti, ma solo uno spunto per riflettere sulla propria relazione di coppia e sugli ingredienti che contiene. Pensiamo allo scambio dei regali, a titolo esemplificativo, visto il tempo di San Valentino, che dicono sia una festa inventata per vendere fiori e cioccolatini. Spesso lo scambio dei regali è utilizzato per comunicare affetto. Ma come si sceglie il regalo? Quali requisiti e finalità deve avere? Deve farci perdonare qualche mancanza, quindi serve per placare i nostri sensi di colpa? E' qualcosa che piace a noi o che indovina i desideri dell'altro? Sapendo che all'altro piace, lo compreresti anche se non ne condividi il piacere? E' un regalo personale o no? Tipici sono i regali per la casa in occasione del compleanno del marito, come un bel centro tavolo o un servizio nuovo di piatti, o un oggetto prezioso per farsi perdonare un'assenza o come tecnica di seduzione, dove i sentimenti e i desideri dell'altro non sono presi in considerazione. In una società dove l'immagine di un certo tipo impera, dove il lavoro e il dovere sono prioritari rispetto ai sentimenti e alle relazioni, è logico aspettarsi che le persone trovino sempre più difficoltà a star bene insieme e ad essere felici. Abbiamo perso il contatto con le nostre emozioni, scambiamo dipendenza ed amore, come nel caso della "passione" per le droghe, che è un'altra testimonianza. L' "amore" per l'eroina, ad esempio, offre emozioni inebrianti, illusoriamente sotto il controllo del singolo, che crede di poter smettere l'uso quando lo decide, e fatica a vedere il bisogno/dipendente della sostanza stessa, che lentamente invade la sua vita condizionandola pesantemente. Mi auguro che ognuno, nel suo piccolo, possa accorgersi di questa triste tendenza e cerchi di invertire la rotta.

La comunicazione assertiva
di Lanari Gianni, Calbi Nunziata - Ed. Finson

L'assertività o arte del rapporto interpersonale è, in Italia, una disciplina ancora misconosciuta. Essa descrive un modo di agire e uno stile relazionale in cui il rispetto dei propri desideri e bisogni riveste un ruolo di primo piano, mantenendo allo stesso tempo l'attenzione ai diritti e all'uguaglianza tra le persone. Il manuale guida il lettore lungo un percorso di crescita e auto-miglioramento che conduce all'equilibrio con se stessi e a una migliore interazione con gli altri...

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