I DISTURBI SESSUALI NELL’OTTICA DELLA PSICOTERAPIA COGNITIVO COMPORTAMENTALE. Mariantonietta Fabbricatore
La sessuologia, come scienza autonoma, è nata verso la fine del XIX secolo quando si iniziò a discutere delle patologie di origine psichiatrica ed in particolare di quelle sessuali. La discussione era orientata su due opposti punti di vista: alcuni autori, infatti, per spiegare la genesi delle patologie sessuali, sostenevano il concetto di degenerazione, secondo il quale le perversioni sessuali potevano rappresentare il risultato di un graduale processo di degenerazione prodotto da cause ereditarie o ambientali. Altri autori, invece, erano a favore della tesi che i disordini sessuali fossero fenomeni generali e universali dipendenti da cause esterne o interne interagenti con la sessualità normale. Tra i ricercatori sostenitori della prima ipotesi il più noto è stato sicuramente Freud, che ha dedicato molta attenzione allo studio della sessualità ed ha teorizzato l’aspetto costituzionale delle disfunzioni sessuali attribuendole ad un anomalo sviluppo della libido.Tuttavia, nonostante il fervore degli studi sulla sessualità, non furono presentate al mondo scientifico acquisizioni rilevanti fino a dopo la seconda guerra mondiale epoca in cui videro la luce i risultati di due importanti ricerche con la descrizione dettagliata e distinta del comportamento sessuale sia nel maschio che nella femmina. Tali dati erano nettamente in contrasto con le convinzioni precedenti e pertanto furono l’incentivo per ricerche successive. Sicuramente gli studiosi più noti, nel campo della letteratura esistente sul tema della sessualità, sono stati gli americani Masters e Johnson che per la prima volta, al fine di descrivere la fisiologia dell’atto sessuale, osservarono in laboratorio gli aspetti fisici dei rapporti sessuali. Sulla base delle loro osservazioni gli Autori hanno successivamente costruito il famoso programma di trattamento delle disfunzioni sessuali che ha riscosso molto successo grazie ai numerosi risultati positivi prodotti.In Italia la terapia dei disturbi sessuali è stata introdotta negli anni settanta, inizialmente sono stati sperimentati programmi di trattamento elaborati dalla psicoterapia psicodinamica ma con il diffondersi della terapia cognitivo-comportamentale è stato messo a punto un modello di trattamento di tali disordini che più si avvicina al programma americano che ha rappresentato il capostipite di tali metodiche.Secondo l’approccio cognitivo-comportamentale il comnportamento manifestato da un soggetto è determinato da stimoli interni, rappresentati dai processi cognitivi (pensieri e convinzioni) dell’individuo, e da stimoli esterni costituiti da fattori ambientali o da elementi del proprio comportamento o di quello degli altri. Inoltre il comportamento è regolato da meccanismi costituzionali biologici e da processi appresi che rappresentano il sistema delle convinzioni e dei valori che ogni individuo si costruisce nel corso della vita. Alla luce di quanto detto si evince che, per lo studio di un comportamento, è fondamentale prendere in considerazione la base organica innata ed i processi di apprendimento che hanno determinato tale condotta. Pertanto le risposte comportamentali di un soggetto rappresentano l’integrazione di fenomeni che si svolgono in quattro diversi ambiti che sono rispettivamente l’ambito biologico, quello emozionale, il cognitivo ed il motorio ed è proprio su questi diversi settori che si deve basare l’indagine diagnostica per la corretta valutazione ed il trattamento di un disturbo del comportamento sessuale.In particolare, per ciò che si riferisce all’aspetto biologico, è necessario effettuare dei dosaggi ormonali, un approfondito check-up medico ed infine non deve essere sottovalutata una indagine sui farmaci assunti dal soggetto, infatti alcuni di questi potrebbero essere la causa diretta di una alterazione della funzione sessuale. Per esplorare l’aspetto emozionale si valutano le risposte neurovegetative ed il livello base di attivazione tramite l’impiego di esami elettrodiagnostici e di questionari idoneamente costruiti per misurare i livelli di reattività del soggetto sia per le risposte di ansia che per quelle di eccitazione sessuale. Nella valutazione dell’area cognitiva si analizzano i pensieri che il soggetto nutre su se stesso e le reazioni emozionali ed i comportamenti che ne scaturiscono. Infatti è stato osservato che molte disfunzioni della area sessuale nascono da pensieri irrazionali del soggetto che generano ansia e queste convinzioni sono fondamentalmente basate su una bassa stima di se stesso. Infine, ma non per questo meno importante, si esegue una valutazione delle conoscenze e dei repertori comportamentali sessuali messi in atto dal soggetto per accertare le abilità di cui è dotato l’individuo nella gestione della relazione sessuale.Tutti questi punti devono essere indagati in funzione dell’intervento terapeutico con la finalità di mettere in luce le carenze del soggetto ma anche di valutare gli atteggiamenti funzionali in modo di arrivare a costruire un nuovo repertorio comportamentale più funzionale che si basa sui punti forza già acquisiti dal paziente. Il trattamento dei disturi sessuali, secondo il punto di vista della psicoterapia cognitivo-comportamentale è basato su tecniche di decondizionamento che prevedono sia la gestione dell’ansia, tramite programmi di rilassamento, che la desensibilizzazione sistematica in vivo condotta con il metodo della focalizzazione sensoriale ed altre tecniche specifiche per tali disturbi. Ma cosa si intende per disturbo sessuale? Nella classificazione del DSM-IV (American Psychiatric Association,1994) le patologie dell’area sessuale sono suddivise in quattro categorie che sono: le disfunzioni sessuali, le parafilie, i disturbi di identità e di genere, i disturbi sessuali non altrimenti specificati.Per disfunzioni sessuali si intendono tutti quei disturbi che sono caratterizzati da una inibizione dell’interesse per il sesso e verso l’attività sessuale con l’esclusione delle condizioni in cui il problema è da attribuire agli effetti collaterali di farmaci, a malattie fisiche o mentali. In questa ampia categoria sono compresi altri sottogruppi tra i quali si annoverano i disturbi del desiderio sessuale, dell’eccitamento sessuale, i disturbi dell’orgasmo, e quelli dovuti a dolore nei rapporti sessuali.In particolare le disfunzioni più frequenti per la donna sono causate da fobie sessuali specifiche, da un rapporto vissuto con ansia per diversi motivi o da conflitti nella coppia che riguardano ambiti del tutto diversi da quello sessuale ma che si riflettono su questo. Nel versante maschile i disturbi più importanti sono rappresentati dalla difficoltà di erezione di natura psicogena e dalla eiaculazione precoce. Tali manifestazioni sono da attribuire alla presenza di ansia al momento del rapporto per motivi diversi. Una delle preoccupazioni più frequenti riguardano la propria prestazione sessuale, infatti una prima esperienza di fallimento può rappresentare il primo anello di un circolo vizioso per cui l’uomo la volta successiva avrà timore per la propria prestazione e proprio questa emozione lo farà fallire ancora e così per le occasioni successive. L’ansia può essere dovuta anche al desiderio eccessivo di fare bella figura con la partner, o a timore nei confronti del sesso femminile, quando si ha scarsa consuetudine a confrontarsi con le persone dell’altro sesso, anche atteggiamenti negativi nei confronti del sesso e del piacere o la consapevolezza della propria inesperienza sessuale possono generare reazioni ansiose che inibiscono la risposta sessuale e impediscono l’attenzione verso le sensazioni indotte dalle stimolazioni esterne e bloccare l’elaborazione di fantasie eccitanti ed attivanti. Una condizione frequentissima nei più giovani è rappresentata dalla preoccupazione a proposito delle dimensioni degli organi genitali.Il termine di parafilie è stato adottato di recente per indicare una serie di disturbi che prima erano definiti perversioni sessuali. In questa categoria delle disfunzioni sessuali sono inseriti i disturbi caratterizzati da ricorrenti e intensi impulsi sessuali o fantasie eccitanti evocate da oggetti non umani come nel feticismo, da bambini nella pedofilia o persone non consenzienti, o da situazioni rappresentate da punizioni od umiliazione propria o di altre persone. Tra questi disturbi sono compresi anche il voyerismo rappresentato dal fatto che l’individuo si eccita nel guardare una persona nuda o che si spoglia non sapendo di essere osservata, il frotteurismo che consiste nell’eccitarsi strofinandosi contro persone non consenzienti. Tali condizioni sono state rilevate tipicamente nel sesso maschile, la sola parafilia osservata nelle donne è stato il masochismo. Forme particolari di parafilia sono la necrofilia che consiste nell’eccitarsi alla presenza di cadaveri, la zoofilia nella quale si prova eccitazione con animali, la coprofilia e urofilia che sono rispettivamente il trarre eccitazione dalle feci e dalle urine ma tali forme sono più rare.Nei disturbi di identità di genere l’alterazione più importante è il transessualismo. Il termine transessualismo denota un quadro clinico caratterizzato da angoscia derivante dal rifiuto del proprio sesso anatomico. Gli studi sulla eziologia di tale disturbo hanno fatto emergere alterazioni endocrine nei soggetti transessuali ed è stata proposta la teoria di un non corretto imprinting endocrino di aree cerebrali specifiche nel periodo prenatale. L’omosessualità è stata eliminata dalle malattie incluse nell’ultima versione del DSM perché in tale condizione l’individuo, pur adottando comportamenti del sesso opposto, non ha il desiderio e la convinzione di appartenervi. Nella quarta ed ultima categoria rientrano i disturbi sessuali non altrimenti specificati intendendo tutti quei disturbi che non rientrano nelle classi precedenti e comprendono forti convinzioni di inadeguatezza riguardo alla propria prestazione sessuale o disagio persistente nei confronti del proprio orientamento sessuale. BIBLIOGRAFIA · American Psychiatric Association (1994): Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorder (Fourth Edition), Washington, D.C. · Dettore D.(2001): Psicologia e psicopatologia del comportamento sessuale. McGraw-Hill, Milano. · Kaplan H.S.(1974): Trad. ital. Nuove terapie sessuali. Bompiani, Milano, 1976. · Masters W.H. and Johnson V.E.(1966): Trad. ital.: L’atto sessuale nell’uomo e nella donna. Feltrinelli, Milano, 1967. · Masters W.H. and Johnson V.E.(1970): Trad. ital.: Patologia e terapia del rapporto sessuale. Le insufficienze sessuali nell’uomo e nella donna. Feltrinelli, Milano, 1974. ·
Masters W.H. and Johnson V.E.(1986): Trad. ital.: Il sesso ed i rapporti
amorosi. Longanesi, Milano, 1987.
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