SENSO
DI CATASTROFE: TRA TECNICA PSICOANALITICA INDIVIDUALE E GIOCO DI RUOLO
NELL'ANALISI IN GRUPPO.
di
Roberto Pani [1]
pagina
precedente
la postura del corpo e della mimica espressiva: le
modalità del dialogo che si svolge nel proprio mondo interno consentono
all’Io di assumere gradatamente un di maggior rilevanza ruolo in
"casa propria". Inoltre lo scambio dei ruoli,
l’identificazione passiva, (ascolto delle situazioni riguardanti gli
altri partecipanti) ma anche quella attiva, (interventi nel gioco), la
tecnica del doppiaggio da parte di tutti i partecipanti, la tecnica del
monologo spontaneo[6] facilitano lo scioglimento delle parti del Sé che
sono ancora fuse e bloccate. Il teatro della mente si compenetra con il
teatro del corpo e viceversa. (Mc Dougall 1987).Generalmente il gruppo
appare come un luogo d'iniziazioni rituali nel quale le immagini possono
essere espresse come cose comuni. Queste possono anche sollecitare
indicazioni utili per interpretare e per facilitare l’individuazione
del discorso sia del singolo che del gruppo come interità. In questo
senso la mente gruppale provoca parecchi moventi psichici e conduce ad
un pensiero simbolico promotore di una possibile crescita psicologica.I
partecipanti funzionano anche come Io ausiliari, per questo possono
affiancare lo psicoanalista (o il direttore) ed aiutarlo nello scopo
psicoterapeutico. Per questo il setting (palcoscenico) essendo più
spazioso e ricco di stimoli può offrire ai soggetti che vi partecipano
molteplici identificazioni introiettive e proiettive. In psicodramma, il
doppiaggio, il movimento ludico dell’inversione di ruolo, il
rispecchiamento costituiscono tecniche che offrono l’occasione per
entrare nel punto di vista dell’altro senza correre direttamente il
rischio di giocare direttamente il ruolo di protagonista.
Luca: analisi individuale. Caso clinico A
Luca è in psicoanalisi individuale da circa sei mesi con frequenza
quadrisettimanale.Un vissuto di disastro con esplosione di importanti
sintomi fu il debutto che lo condusse in trattamento psicoaanalitico
quando, qualche anno prima si accorse di aver fallito un programma che
comportava trascorrere un periodo di studio in Inghilterra. Desiderava
migliorare il suo inglese con l’intento di trasferirsi all’estero
per una maggiore qualificazione professionale. Si rivolse a me dopo
ripetuti attacchi di panico, (agorafobia e altri sintomi). Tali eventi
costrinsero Luca a barricarsi in casa, impedendogli di recarsi al lavoro
presso un’agenzia di pubblicità ove era impiegato come disegnatore
grafico.In seguito a questi problemi ed insuccessi, tentò anche il
suicidio senza gravi conseguenze.Sebbene risultasse un giovane d'aspetto
più che gradevole, la sua vita affettiva era penalizzata da seri
problemi sessuali d'origine psicologica, ed inoltre non era in grado di
gestire la sua dipendenza dalle ragazze con cui aveva relazione, per cui
le sue laconiche storie non potevano durare che pochi mesi .La madre con
cui il paziente ancora viveva, era descritta come persona ansiosa,
comunque percepita assai più serena del padre di Luca da cui la donna
aveva divorziato da molti anni.Al primo colloquio il paziente affermò
di essere terrorizzato e devastato dall’angoscia di un senso di crollo
imminente: egli temeva questa sensazione più dell’idea di morire o di
farla finita.In seguito, durante i mesi successivi ai primi colloqui di
presa in carico, il lavoro analitico aiutò il paziente a ridurre
repentinamente i sintomi.Riporterò un sogno raccontato da Luca verso la
fine del sesto mese d’analisi:... Fernanda (un’amica cui il paziente
è segretamente attratto) viene a casa mia per dormire con me, per fare
del sesso ..... dormiamo nel letto di mia madre approfittando della sua
assenza... letto matrimoniale grande e comodo. (il paziente mi ricorda
che in altre circostanze aveva approfittato dell’assenza del genitore
per aver qualche storia di sesso, anche con la sua ultima ex-fidanzata
da cui si era separato da poco tempo). Sempre nel sogno - continua Luca
- quando ci svegliamo il giorno dopo, il guardaroba di mia madre si era
ingrandito enormemente, mentre la stanza dove avevamo dormito si era
ristretta. Nel tentativo di rivestirmi, trovavo solo una maglietta che
mi aveva prestato Mario[7].Fernanda sembrava non avesse vestiti da
mettersi addosso, perché, al contrario di me, non si trovava a casa
propria, per cui sembrava che sarebbe stata costretta ad indossare i
vestiti scelti e prelevati direttamente dal guardaroba di mia madre, di
cui fra l’altro, condivideva la taglia.Il paziente racconta che nei
giorni precedenti al sogno, Fernanda gli aveva regalato un libro
intitolato "Esercizi d’amore" di cui aveva sottolineato a
matita alcuni passi allo scopo di segnalarli a Luca, allo scopo
discuterne in seguito a voce. Il paziente invece era stato infastidito
da questo gesto e, a mala pena, aveva accettato il romanzo in prestito
lamentando il disagio di leggere un testo già scarabocchiato da
altri.Per di più la notte prima del sogno, Luca era stato invitato ad
una festa dove aveva condotto con sé Fernanda allo scopo, forse
contando sulla complicità degli amici, di sedurla.Mario, che nel sogno
gli aveva presta la maglietta, aveva cercato di attrarre Fernanda a sé
a dispetto dell’amico, il quale
continua
>>>
ritorna alla homepage <<<
Copyright
© CENTRO ITALIANO
SVILUPPO PSICOLOGIA cod. fisc. 96241380581
Note legali - Si
prega di leggerle accuratamente prima di utilizzare il sito
|