ANTICIPAZIONE
ED ELABORAZIONE EMOZIONALE
NELLA
FOBIA DEL SANGUE
Michele Orlandi
INTRODUZIONE
La
fobia del sangue è definita come la paura eccessiva o irrazionale e la
conseguente condotta di fuga/evitamento di situazioni che implicano
l’esposizione diretta o indiretta al sangue, ferite e iniezioni. Essa
si presenta come una delle fobie più atipiche e può causare gravi
problemi per le persone che ne sono colpite e nei casi più gravi può
condurre a un vero e proprio rifiuto per quei trattamenti “salva-vita”
come, per esempio, la dialisi. Nonostante la ricerca sul trattamento di
questa patologia abbia raggiunto dei buoni risultati, la conoscenza
relativa all’eziologia e alla patogenesi della stessa risulta ancora
limitata.
Questa psicopatologia
condivide con la altre fobie specifiche la presenza di un’intensa ed
irrazionale risposta di paura generata dallo stimolo temuto insieme ad una
consistente risposta di evitamento nei confronti degli oggetti o delle
situazioni capaci di innescare tale risposta.
Tuttavia, in contrasto con la tipica reazione di attivazione
cardiovascolare presente nella altre fobie specifiche, i fobici del
sangue, di fronte allo stimolo temuto, presentano una reazione
cardiovascolare atipica: ad un iniziale incremento della frequenza
cardiaca e pressione arteriosa si accompagna un rapido decremento di
entrambe, che può condurre allo svenimento, causato da un ridotto
afflusso di sangue nelle regioni cerebrali (Graham, Kabler e Lunsford,
1961; Engel, 1978).
Nonostante sia stato ampiamente riconosciuto che questa fobia ha
caratteristiche che la differenziano dalla altre fobie specifiche, poca
attenzione è stata rivolta ai meccanismi di processamento
dell’informazione dello stimolo temuto in individui colpiti da questa
patologia.
Nel presente studio,
quindi, ci si propone di indagare tale processamento emozionale in
soggetti fobici del sangue, confrontati con controlli normali.
Un primo aspetto riguarda l’analisi delle componenti tardive dei
potenziali evento-relati (P300 e potenziali positivi tardivi), indicative
di un impegno corticale nell’elaborazione di stimoli affettivamente
rilevanti, sia relativamente a stimoli caratteristici della fobia del
sangue (immagini di sangue, mutilazioni e ferite), sia relativamente a
stimoli non relati a questo disturbo.
Un secondo aspetto riguarda il fenomeno dell’anticipazione emozionale:
questo è un fattore fondamentale nel regolare il comportamento umano, dal
momento che permette l’anticipazione di esiti positivi e l’evitamento
di quelli pericolosi ed è importante nei soggetti con fobia del sangue
che spesso mostrano alterata ansia anticipatoria per lo stimolo o per le
sue conseguenze (svenimento).
Sono stati quindi
indagati i potenziali corticali lenti, usando un compito a doppio stimolo,
dove un primo stimolo (stimolo di avvertimento o S1, nel nostro caso una
parola) indica la successiva comparsa di un secondo stimolo (stimolo
imperativo o S2, nel nostro caso un’immagine), all’interno di un
paradigma di visione di immagini emozionali. Nell’intervallo tra questi
due stimoli si sviluppa un’onda lenta negativa, conosciuta come
Variazione Contingente Negativa o CNV (Walter et al., 1964): questa
rifletterebbe quel processo di anticipazione emozionale sopra descritto.
RISULTATI
I
dati raccolti mostrano che il gruppo dei fobici del sangue, rispetto al
gruppo dei controlli, elabora ed alloca maggiori risorse attentive alla
presentazione di S1 (parola) in fase tardiva (maggior positività dei
potenziali positivi tardivi, LPP1 e LPP2), più che in fase precoce (per
quanto riguarda
la P
300 non vi sono differenze significative tra i due gruppi). In particolare
questa differenza risulta significativa per le categorie ad alto arousal
Erotiche, Sport e Ferite in area parietale. Mentre i controlli
terminano l’elaborazione della parola precocemente, i fobici prolungano
tale elaborazione fino a 1 secondo dopo la presentazione della parola.
Un’importante
differenza tra i due gruppi si trova anche in fase di anticipazione, dove
si evidenzia una minore negatività elettrocorticale da parte del
gruppo sperimentale rispetto al gruppo di controllo. Questo risultato fa
ipotizzare una minore anticipazione per il gruppo dei fobici, come emerge
dall’analisi della componente CNV, che mostra appunto una maggiore
negatività nel gruppo di controllo rispetto ai fobici.
Scendendo più nello specifico è interessante notare come, mentre in fase
di elaborazione della parola i fobici elaborano di più le categorie di
Erotiche, Sport e Ferite in maniera indiscriminata, al momento di
anticipare lo stimolo vanno a sopprimere selettivamente l’incorporazione
delle immagini appartenenti alla categoria delle Ferite, in particolare a
livello parietale (evidenziato da una minore negatività proprio per
questa categoria di immagini). Ora resta da chiarire se questa ridotta
anticipazione sia il frutto di un meccanismo di evitamento che va ad
inibire selettivamente l’incorporazione cognitiva degli stimoli
specifici relati a questa fobia (immagini della categoria Ferite nel caso
specifico) oppure questa minore negatività sia dovuta alla maggiore
positività corticale rilevata a livello dei potenziali positivi tardivi
(LPP1 e LPP2), che si “trascinerebbe” anche in fase di anticipazione.
Tuttavia a fronte dei risultati ottenuti, ipotizziamo che vi sia piuttosto
una soppressione selettiva dello stimolo relato alla fobia (immagini
appartenenti alla categoria Ferite), frutto di un meccanismo diverso
da quello implicato nell’elaborazione dello stimolo. Se ciò non fosse
vero si sarebbe mantenuta per tutte e tre le categorie ad alto
arousal (Erotiche, Sport e Ferite) la stessa positività corticale
evidenziatasi in fase di elaborazione della parola.
Questi dati sono
meglio chiariti esaminando i risultati ottenuti dall’analisi della
frequenza cardiaca in fase di anticipazione, che evidenziano un diverso
pattern di risposta nel gruppo dei fobici, i quali mostrano una
accelerazione cardiaca laddove i controlli mostrano una decelerazione
cardiaca. In letteratura è noto che, in anticipazione, la decelerazione
cardiaca si associa a una risposta di orientamento verso lo stimolo (stimulus
intake) ed è spesso accompagnata da negatività corticale (Simons, 1988).
Una risposta di tipo acceleratorio è tipica invece di una risposta di
difesa, e si può associare al rifiuto di incorporare cognitivamente lo
stimolo (stimulus rejection, Lacey e Lacey, 1970). Quest’ultimo dato si
accorda con i risultati ottenuti per la componente CNV, che, come abbiamo
detto, evidenzia una minore negatività corticale nel gruppo dei fobici,
indicativa di una ridotta anticipazione dello stimolo.
Per quanto riguarda
la visione delle immagini dai risultati emerge un’interazione
significativa Gruppo x Categoria x Area relativamente alla
componente P300. Nonostante fobici e controlli elaborino entrambi in
maniera più consistente le categorie ad alto Arousal Erotiche, Minacce e
Ferite, i primi mostrano comunque una positività significativamente
maggiore per questa categoria di immagini, rispetto ai controlli. Questo
sarebbe più evidente in sede parietale, rispetto a quella centrale
e frontale.
Due sono le possibili
interpretazioni: o la maggior positività dei fobici è data da un
“trascinamento” della positività rilevata già in fase di
elaborazione della parola e dalla minor negatività osservata in fase di
anticipazione, o effettivamente i fobici allocano maggiori risorse
attentive per quelle categorie di immagini rispetto ai controlli e
questo indipendentemente dalla precedente fase di anticipazione. Ulteriori
ricerche potrebbero chiarire questo punto.
Infine, dai dati
raccolti attraverso la somministrazione dei questionari si nota che
i fobici del sangue mostrano punteggi significativamente più alti
nella scala Fobia del Sangue del Marks and Mathews Fear Questionnaire (MMFQ):
i fobici del sangue sarebbero caratterizzati da un grado di evitamento
maggiore, rispetto ai controlli, nei confronti di quelle situazioni in cui
è implicata la presenza di sangue o di qualche altro stimolo relato.
Questo condurrebbe a generali comportamenti di evitamento nella vita
quotidiana nei confronti degli stimoli sangue-relati che ben si accordano
con i dati ottenuti dall’analisi dei potenziali e della frequenza
cardiaca.
Dal momento che i
questionari che indagano il livello di ansia sociale (SPS e SIAS) non
hanno evidenziato differenze significative tra i gruppi non possiamo
confermare la nostra iniziale ipotesi, secondo cui, nei fobici del sangue,
il timore di essere oggetto di eccessiva attenzione, critica e derisione
da parte di altre persone ha fatto sì che l’ansia che essi provano nei
confronti dello stimolo temuto si sia estesa anche a quelle
situazioni in cui le conseguenze del loro disagio fobico
possono mostrarsi in tutta la loro drammaticità (svenimento), come
situazioni contraddistinte da un contatto sociale più o meno elevato.
Concludendo, il paradigma utilizzato si è rivelato in grado di
individuare delle differenze significative riguardo ai possibili
meccanismi disfunzionali presenti nel gruppo dei fobici del sangue in fase
di anticipazione e di elaborazione di stimoli emozionali.
Per il gruppo dei fobici è stata identificata una particolare
risposta cardiaca in fase di anticipazione, caratterizzata da una
accelerazione cardiaca indicativa di una risposta di difesa, legata forse
alla marcata allocazione di risorse attentive sullo stimolo S1 che si
verifica inizialmente.
Tale dato è in accordo con i risultati ottenuti per la componente
CNV che nel gruppo sperimentale mostra una minore negatività corticale
rispetto al gruppo di controllo, indicativa anche in questo caso di una
sorta di comportamento difesa nei confronti dello stimolo che
annuncia la comparsa di una successiva immagine, il cui contenuto era
nella maggior parte dei casi di tipo emozionale.
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