NELL’ANIMA DI UN RELITTO Un libro di Cristina Freghieri Dopo i volumi: “Da 0 a -100 metri”, “Petroliera Milford Haven”, “L’ultimo sospiro”, Cristina torna in edicola con un altro volume, “Nell’anima di un relitto”. Un libro stupendo.Con un linguaggio avvolgente come il mare, ci prende per mano e ci invita a tuffarci con lei negli abissi, nel profondo blu. Lo stile è fatto di leggerezza, calore, è avvolgente, ma rispettoso per le creature che nel mare vivono… è la possibilità di osservare con occhi diversi, di lasciarsi sorprendere dai colori dei fiori, come le porpore gorgonie, o dalle braccia che si protendono, ondeggiando leggere, dei crinoidi bianchi, o da un grongo che passa, o un polpo che cerca il suo nido…La natura che vive, silenziosa, ha accolto sui suoi fondali anche i relitti che l’uomo ha lasciato nel mare come in un sepolcro…Relitti che a volte hanno perso il ricordo del loro nome…logorati dalla solitudine, distrutti dalla rabbia di un abbandono che non accettano.. trasformati nelle loro sembianze da queste nuove creature del mare, o divenuti tana di qualche mollusco e qualche pesce. L’incontro con questi relitti riecheggia delle loro storie, più o meno gloriose, più o meno guerriere. Evidenti i segni del loro vissuto. Aerei, sottomarini, velieri, yacht….alcuni affondati perché ormai superati, altri caduti in battaglia, altri ancora portano il ricordo di incidenti avvenuti. Questo libro è anche una metafora splendida del viaggio che ogni uomo può compiere dentro di sé: un viaggio nelle emozioni, un tempo per sé. Un tempo per immergersi, così come un tempo per sentire, per ascoltare, per vedere con occhi nuovi, per ripensare alla storia e alla propria storia, alle relazioni, alle persone che abbiamo incontrato, alle reti che ci hanno intrappolato, ai sogni che abbiamo smarrito, ai progetti che possiamo finalmente realizzare, alle finestre da cui osservare in modo nuovo. Escono bolle d’aria che rifuggono verso l’alto…segni di speranza? Il tempo, tra passato presente futuro, si mescola in un tutt’uno. Visitare un relitto, è come rivedere una ferita, un trauma subito, e sentirne la sofferenza che riecheggia. Le ferite sono ancora vive, le paure anche. Ma non ci sono più solo quelle. Ci sono nuove risorse, nuovi scenari, nuove parole per essere raccontati, per essere pensati, per tornare a vivere, come questi relitti fanno attraverso questo libro, con le parole di Cristina Freghieri. Buona lettura! Barbara Rossi
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