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  Sul BENDER VISUAL MOTOR GESTALT TEST

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TEST VISUO MOTORIO DELLA BENDER

Alessandro Mirabilio

 

Introduzione

Il Visual Motor Gestalt Test (BVMGT-BG) o semplicemente Bender è un reattivo psicodiagnostico poco conosciuto ai molti e tra gli interessati alla psicodiagnostica poco o per nulla utilizzato. Originariamente ideato da Lauretta Bender (1938) venne utilizzato dapprima in età evolutiva e poi anche nella clinica degli adulti. Lo scopo del presente articolo è quello di mostrare quelle che possono essere le possibili implicazioni di questo test nei diversi ambiti applicativi della psicologia. Mentre, la scelta di non approfonditamente a proposito di psicodiagnostica in ambito evolutivo, è motivata dalla discreta presenza di lavori in tal senso a discapito invece di argomentazioni in favore del GVMGT con gli adulti. Per tale motivo  per il lettore interessato si rimanda  all’interessante contributo  di Lis (1996) per una disamina approfondita ed esaustiva sull’argomento.

Applicazioni cliniche del  BVMGT

Il BVMGT è un test di facilissima utilizzazione e non richiede uno speciale addestramento così come sarebbe ortodosso nel caso si utilizzi un proiettivo come il Rorschach (1921). Questo infatti si compone di 8 stimoli più uno  lo stimolo “A” considerato dall’autore alla stregua di un run-in; l’intero test possiede un tempo medio di riproduzione di 6 minuti ed è assente da apprendimento.  Gli stimoli furono originariamente scelti dalla Bender per la loro relativa semplicità di riproduzione da parte dei pazienti ed ovviamente per la velocità di somministrazione da parte del testista. E’ molto interessante notare come gli stimoli scelti dalla Bender sono 9 dei 10 modelli originali usati nella ricerca dallo stesso Wertheimer (1923).

 

Note dello scrivente:                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                  

Nella edizione italiana del test distribuito da O.S. (Organizzazioni Speciali Firenze) tutti gli stimoli sono fedeli al modello originale  e riportati nella monografia della Bender mentre, nella edizione spagnola della stessa monografia gli stimoli del test riportati in allegato presentano una modificazione apportata allo stimolo N°2. Stesso dicasi nella interessantissima versione anglosassone di Pascal e Suttell (1951). In effetti, nella versione originale le colonne di cerchi obliqui sono 10 in tutto e non 11 come in queste edizioni. Tuttavia, tale variante sembra essere solamente una curiosità e non assume particolare valore nella diagnostica (si pensi alla perseverazione) in quanto, nella valutazione di un protocollo si assumono sempre più elementi.

 

 

Infanzia ed adolescenza

 

Per tutte le applicazioni in età evolutiva  come più sopra indicato si rimanda a Lis (1996) all’interno del quale vengono discussi ed indicati dettagliatamente i diversi metodi di attribuzione del punteggio, le applicazioni cliniche e di ricerca e gli Indicatori Emotivi. Si veda inoltre anche il riferimento in Marcelli e Bracconier (2000) a proposito del Disturbo da Deficit dell’Attenzione/Iperattività. Per ciò che concerne l’utilità diagnostica del BGT esso, come già detto, può essere utilizzato in psicologia evolutiva per valutare lo sviluppo grafo-motorio o visuomotorio e  per valutare la eventuale presenza di note psicopatologiche o disordini emotivi. In età evolutiva il test è somministrabile a cominciare dai 4 - 4 ½ anni ed è interessante notare osservando la Tabella II nel manualetto del test  come la maturazione  della coordinazione visuomotoria venga considerata raggiunta e quindi uguale per tutti al compimento degli 11 anni. E’ a questa età che l’aurore indica per ogni figura il 100% di successi nella riproduzione. Ne consegue che prima dei 4 anni è sconsigliabile somministrare il BGT. La Bender suggerisce una consegna molto semplice ma la stessa, può avere alcune varianti a seconda del metodo con il quale si decide di valutare il protocollo. I metodi sono: il Bender, il Pascall e Suttell (1951) ideato per gli adulti, il Santucci-Pêcheux (1960) che si propone quasi come una versione ridotta del test, il metodo Koppiz (1963, 1975) al quale va il merito di aver introdotto il Development Bender Scoring System ed il Punteggio degli Indicatori Emotivi, il metodo basato sulla teoria piagetiana di Lis e Tallandini (1996). Bisogna sottolineare come vi sia la necessità all’interno di un setting diagnostico di utilizzare congiuntamente sia in età scolare che in adolescenza più rettivi. Per una valutazione globale ad esempio si può usare il CAT e TAT, WARTEGG, Test Grafici, MMPI-A, Favole della Düss, Rorschach. Per una valutazione cognitiva il Bender può essere affiancato o precedere la WISC-R , WIPPSI, Matrici Progressive PM.38. L’importante in ogni valutazione sarà considerare gli elementi comuni cioè ridondanti e quelli discordi.

 

Protocollo Bender sogg. 14 anni maschio “Enuresi notturna primaria”

Da come è possibile notare non vi sono alterazioni grossolane della Gestalt ne cancellature, sproporzioni, aggiunte ossia scarabocchi etc. Il disegno è stato riprodotto in un tempo medio. E’ evidente un minor uso dello spazio tra i disegni, micrografismo alternato a macrografismo in alcune figure ed una rotazione in senso antiorario dello stimolo 5 rispetto al suo piano orizzontale, la figura 3 risulta non espansa e nella fig. 1 e 3 vengono riprodotti dei cerchi invece che punti, la sequenza è ordinata.

La fig. 1 è leggermente ondulata. Nell’originale il tratto è leggermente marcato e  fig. 7 ripetuto.

Indicatori emotivi: ansietà, timidezza, costrizione e comportamento riservato, bisogno di controllare le tensioni emotive probabilmente quelle aggressive, possibile aggressività passiva.

Esame neuropsicologico: si elude la presenza di alterazioni psicopatologiche di natura organica.

 

Età adulta e senescenza

Psicologia clinica  

In psicologia clinica il BGT può essere inserito come test run-in all’interno di una batteria qualora nella valutazione psicodiagnostica generale si decida di somministrare dei test grafici. Il BT come primo test potrebbe abbassare i livelli di ansia del testando ed offrire così come è nella sua peculiarità informazioni suppletive al fine di escludere o al contrario considerare eventuali spunti psicopatologici di sicura eziologia organica come nel Delirium, nella Depressione Maggiore etc. E’ ovvio che qualora vi fossero tali indicazioni sarebbe indicato procedere ad un approfondimento neuropsicologico e poi ad eventuali esami medici di routine  come consulenze neurologiche, EEG, TAC, RM, PET, etc. Il test  se utilizzato per uno screening diagnostico iniziale, può essere ripetuto in follow-up al fine di verificare gli effetti sulla coordinazione visuomotoria, ad esempio in un paziente bipolare, di una terapia psicofarmcologica.  In questo tipo di paziente un miglioramento nella coordinazione fine sarebbe senza dubbio marcato così come altri indicatori del test.

 

 

Neuropsicologia

La neuropsicologia è senza dubbio l’ambito elettivo nel quale è nato questo test e dal quale ha ricevuto i più interessanti contributi. A partire dalla Bender possono essere segnalati i lavori di Hutt e Briskin (1960)  e successivamente Hutt (1969) il quale introduce dopo i lavori di Pascall e Suttell (1951) la Hutt Adaptation of the Bender Gestalt Test HABGT. In questo contributo vengono forniti sia gli indicatori di organicità che quelli di psicopatologia eventualmente correlati (Hutt, 1969). La Lacks (1984), propone un adattamento specifico per la diagnosi di organicità denominato Lacks Adaptation of Hutt-Briskin Scoring System nel quale individua 12 segni caratteristici di “protocolli organici” ed altrettanti aspetti comportamentali. Data anche in questo caso la varietà di lavori sull’argomento ed i differenti metodi di siglatura e di discriminazione diagnostica, Abbate e Ferracuti (1991) hanno utilizzato il metodo Lacks in loro stimolate lavoro. Gli Autori hanno esaminato un campione di 180 pazienti (73 con disturbi di personalità, 46 di schizofrenia e 61 con accertato danno cerebrale), considerando 6 su 12 dei segni identificativi di danno indicati da Lacks come discriminanti. I loro risultati indicano una ottima capacità discriminante tra disturbi di personalità ed organici (p<.0005) e meno efficace con schizofrenici (p<0,02). Concludono affermando l’effettiva utilità diagnostica e discriminante del test siglato con il metodo Lacks e che inoltre, i dati in loro possesso suggeriscono che il BGT valuti una funzione cognitiva relativamente aspecifica e non solo la capacità visuo-motoria.All’interno di una batteria neuropsicologica il BGT può essere utile al fine di operare una indagine iniziale affiancandolo ad un MMSE o ad un MODA, WAIS-R. In questo caso infatti procedendo  con una tecnica ad imbuto, qualora vi fossero elementi  degni nota potrebbero essere approfonditi, per esempio nel caso di una aprassia, con una batteria specifica come la Spinnler Tognoni (1988).

 

Psicologia giuridica

Qualora vi fosse un sospetto di psicopatologia ad eziologia organica in grado di influenzare negativamente la capacità di giudizio, quella di intendere e volere etc. Stesso dicasi nella valutazione della compromissione cognitiva in seguito agli esiti di incidenti stradali etc e quindi nella valutazione del danno stesso come ausilio ad una procedura medico-legale. Ovviamente sempre all’interno di una batteria corroborata da dati catamnestici e clinici.

 

continua

 

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