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L’Emozione - la Poesia - la Simmetria

Elisa Pappacena

La poesia è la capacità di esprimere un contenuto d’idee e sentimenti in modo da destare commozione, suscitare emozioni, eccitare la fantasia.  Per Matte Blanco il testo poetico, le parole, l’arte sono un tentativo di catturare ed esprimere, e, poi trasmettere e generare emozioni. L’arte ha un potere magnetico che supera la dimensione individualistica e diventa un’esperienza universale: è un particolare modo di tradurre il sentire emozionale. L’emozione partecipa delle stesse qualità d’infinito ed indivisibile dell’essere profondo, ma solo in una minima quantità, eppure “il vero innamorato, al culmine dell’innamoramento, sente che la bellezza della persona amata è tutta la bellezza, e che il suo amore è tutto l’amore” (Rayner e Tuckett). L’emozione pura ovvero la sensazione è inesistente in quanto nell’atto sensoriale s’insinua subito il pensiero, che istituisce relazioni. Parlare dell’emozione è una traduzione, e la poesia è una splendida traduzione. Neruda, anch’egli cileno, racconta così, nella sua affascinante autobiografia, la sua prima poesia: “quando scrissi la mia prima poesia… quando avevo appena imparato a scrivere, sentii una volta un’intensa emozione e scrissi alcune parole semirimate, ma estranee a me, diverse dal linguaggio quotidiano. Le trascrissi in bella copia, preso da un’inquietitudine profonda, un sentimento sconosciuto, una specie di angoscia e di tristezza”. Matte Blanco definisce la funzione di dispiegamento il tentativo ingannevole della coscienza di tradurre l’essere puro, simmetrico, ed ordinarlo secondo una successione spazio-temporale. L’essere simmetrico rimane immutato e, solo a sprazzi, vagamente riflesso, perché non è possibile far entrare nella coscienza, tridimensionale, un numero infinito d’elementi appartenenti allo spazio multidimensionale dell’inconscio.  Le parole sono gli strumenti di questa traduzione.  Così per Gibran, Il profeta, “la parola è l’ombra di una conoscenza inespressa”.

Eppure, nell’uomo, c’è il pensiero e l’emozione, il razionale e l’irrazionale, la percezione e la sensazione, il logico e l’illogico, due modi di essere opposti ma coesistenti, ed ognuno non è mai allo stato puro, ci sono delle gradazioni. In altri termini, esiste la logica simmetrica e la logica asimmetrica. La logica asimmetrica è quella che Galimberti, definisce il pilastro su cui si è sviluppata la civiltà occidentale, cioè il principio di non contraddizione e la legge di causa-effetto. Egli aggiunge che sono stati relegati al di fuori di questo recinto il mondo dei sogni, la fantasia, il pensiero primitivo, la follia. E, l’uomo, con la parola, esercita una sorta di violenza, cercando di avere, dominare le cose (o anche l’essere) che nomina. La logica simmetrica, invece, è dominata dal principio di simmetria, secondo cui ogni volta che tra una cosa ed un’altra c’è una relazione, deve esistere anche la relazione inversa, e dal principio di generalizzazione, per cui le proprietà di uno o più elementi di una classe possono essere estese a tutti gli elementi di quella classe, e possiamo formare insiemi sempre più ampi, racchiudenti cose, prima divise, in relazione ad una proposizione. Applicando questa logica non esiste più il tempo, in quanto non può esserci successione perché coesistono relazioni dirette ed inverse: X è avvenuto prima di Y ed Y prima di X; non esiste più lo spazio; ogni parte è identica a qualsiasi altra parte ed al tutto. Sembra solo un discorso d’insiemistica, ma traducendolo ci tocca molto da vicino. Le nostre esperienze si collocano inevitabilmente nello spazio e nel tempo, tanto che Kant postula che lo spazio ed il tempo siano categorie della mente definite a priori, da qui la coscienza, in altro modo rimaniamo nell’inconsapevolezza.  Gli elementi, le classi o le proprietà di cui stiamo parlando sono composti da oggetti interni, affetti, contenuti emotivi. Per un neonato la madre è il seno che da nutrimento e calore. La classe delle madri è definita da questa proprietà. Allora, in questa classe, possono rientrare altre persone che soddisfano la funzione di dare amore, e, dunque, sono, metaforicamente, la bontà del seno. Dato che la parte è uguale al tutto e la classe sostituisce l’individuo, a questo livello profondo una qualità può essere solo al grado supremo (il seno buono), mentre l’assenza di questa qualità o il ritiro dell’oggetto è percepito come l’avere infiniti poteri negativi (il seno immensamente cattivo). Ci sono combinazioni differenti di asimmetria e di simmetria. La psiche e le sue manifestazioni, il mondo intero, rispecchiano una struttura bi-logica stratificata: il primo strato è quello del pensiero definito, asimmetrico, della percezione cosciente; il secondo strato è quello in cui compaiono le emozioni, in parte coscienti, ed un certo grado di simmetria; il terzo strato è quello in cui le cose appartenenti alla stessa classe diventano identiche sia rispetto alla proprietà che definisce la classe sia rispetto alle restanti proprietà; il quarto strato è quello della formazione di classi sempre più ampie, per l’unione di classi diverse, sicché è sentita l’identità tra elementi prima differenti, dunque vi è assenza di contraddizione ed identità tra realtà psichica ed esterna, per es. tra desiderio ed azione aggressiva; da questo strato “in giù” aumenta talmente la quantità di simmetrizzazioni che il pensiero stesso è compromesso: è la pace del profondo dove vita e morte formano una sola unità. Sebbene gli strati siano ben differenziati, misteriosamente, in superficie, sono presenti, “a sprazzi”, gli strati più profondi. Come dice Matte Blanco, la profonda realtà indivisibile ed omogenea possiamo viverla ma non pensarla. Ciò rende necessario, per il pensiero cosciente, la simbolizzazione e l’uso dei simboli. A livello inconscio il combaciare di simbolo e simbolizzato diventa un tutt’uno. Ogni processo creativo è un faticoso e doloroso processo di simbolizzazione, così un’emozione diventa comunicabile. Cito ancora Neruda: “dirò che la pazzia va molte volte a braccetto con la poesia. Come alle persone più ragionevoli costerebbe molto essere poeti, così forse ai poeti costa molto essere ragionevoli”. Nel pensiero psicotico, pensiero altamente emozionale, vi è l’invasione dissolutiva della simmetria, e l’esperienza emozionale perde il suo carattere di comunicabilità. L’arte ha la sua beltà nel riportare l’anima verso la poesia, verso la possibilità di percepire, e, allo stesso tempo, tollerare l’essere profondo. “Così tra questa immensità s’annega il mio pensiero: e il naufragar m’è dolce in questo mar” – scrive Leopardi.

Hillmann parla della psicoterapia come arte narrativa, un’arte cui si chiede di guarire.

 

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